L’inesistente “ideologia gender” e i veri problemi della scuola italiana

Dicono che nelle scuole italiane ci sia un pericolo. Lo chiamano “ideologia gender”. Nessun* l’ha mai visto, non si sa di preciso cosa sia. Ma secondo questo video se dovesse mai trionfare le donne guideranno i camion.

Si organizzano petizioni, si creano video con attori che non sanno poi recitare così bene, si ottengono spazi su importanti giornali, tutto questo per combattere un qualcosa che non esiste.

Mentre si rincorre questo nemico, l'”ideologia gender”, che sembra minacciare bambin* e ragazz* nelle scuole italiane più dei fragili soffitti sopra le loro teste e dei tagli all’istruzione di vecchi e nuovi governi, si perdono di vista nemici più pericolosi, che sono tali già per il solo fatto di esistere veramente.

Un po’ di mesi fa si cercava di far passare come una minaccia per gli/le studenti un libro dove due pinguini maschi covavano un uovo, mentre si ignorava l’accordo tra il Miur e Poste Italiane che trasformava la carta Io studio, rivolta a studenti e studentesse dai 14 ai 18 anni, in “Io pago”, ovvero prepagata legata al circuito Visa.

Mentre si agita lo spauracchio dell'”ideologia gender” nelle scuole italiane, in silenzio si aprono le porte a investitori privati che sopperiscono alle mancanze di fondi e investimenti nell’istruzione, ma che non lo fanno per generosità, perché, come si dice, nessun* ti regala niente.

Immagine di Mauro Biani
Immagine di Mauro Biani

Oggi in una scuola, una qualsiasi, non è entrata la pericolosa ideologia gender, è entrata la banca, ha distribuito ai più meritevoli buoni per partecipare ad un grande evento, un evento internazionale per costruire il quale son servite tante tangenti e mazzette, una grande kermesse dove altri studenti e altre studentesse lavoreranno gratis, per arricchire il loro curriculum e per prepararsi al mondo del lavoro, perché poi non si aspettino un compenso.

Per i meno meritevoli una carta prepagata. Perchè tutt*, non solo gli studenti modello, hanno diritto ad essere onesti consumatori!

L’ideologia gender non esiste, esistono il lavoro di qualche coraggios* insegnante e quello di associazioni che si adoperano tra mille difficoltà per una scuola inclusiva, per una scuola che educhi alle differenze, ma che smetta di riproporre quella di classe.
Esiste, o forse no, un decreto legge o disegno di legge, che chiamano “la buona scuola”, che svende la scuola pubblica promettendo assunzioni di insegnanti precari. In questi giorni l’inganno della stabilizzazione dei precari non ha retto, assunzioni sfumate, rimane solo la distruzione della scuola pubblica.

Una scuola dove lavorano soprattutto donne. La femminilizzazione dell’insegnamento è cresciuta di pari passo con la sua precarizzazione. Un carico di lavoro sempre più grande, sempre meno pagato, la retorica della vocazione e della missione, il lavoro dell’insegnante sempre più simile a quello di cura, riservato tradizionalmente alle donne. Più è femminile, più è svalorizzato.

Nella scuola/azienda del governo Renzi l’insegnamento sarà sempre più precario, sarà un lavoro sempre più svalutato, sempre più femminile, di conseguenza più sacrificabile.
La maggiore autonomia riservata a presidi e associazioni di genitori insieme ai fondi alle scuole paritarie, quasi tutte cattoliche, favoriranno la prosecuzione della crociata omofoba contro insistenti ideologie; i soffitti continueranno a cadere, non più solo sulle teste ma anche sugli Ipad, gentilmente offerti dall’azienda tal dei tali in cambio della libertà d’istruzione; le banche arriveranno a distribuire tra i banchi carte prepagate a minorenni, o forse questo è già accaduto.