Il rispetto che non piace

Sembra una cosa assurda, eppure è verissimo. Appena si è saputo che in una scuola dell’infanzia di Trieste sarebbe partito un progetto chiamato “il gioco del rispetto”, alcuni genitori, la diocesi e la destra italiana sono insorte portando addirittura interrogazioni parlamentari in materia.

Perché a tante persone non piace “Il gioco del rispetto”, un’attività ludico ricreativa volta a imparare che donne e uomini sono uguali, che meritano i medesimi diritti e le medesime opportunità, come stabilito dalla Costituzione italiana nel suo articolo 3?

Il progetto – facoltativo – è stato preparato e i genitori sono stati informati attraverso, leggiamo su “rete civica del comune di Trieste” svariate comunicazioni ed azioni:

1. affissione all’albo genitori di un avviso informativo sulla formazione avviata e sul gioco (in allegato)
2. gioco messo in visione delle famiglie (con nota esplicativa della coordinatrice)
3. convocazione di un collegio docenti dedicato all’argomento (tenutosi nel pomeriggio di ieri, mercoledì 4 marzo)
4. riunione plenaria dei genitori (convocata per mercoledì 11 marzo)
5. a seguire Consiglio della scuola
6. autorizzazione scritta dei genitori favorevoli
7. organizzazione delle attività alternative per i bambini le cui famiglie si dichiareranno contrarie alla partecipazione dei loro figli a quest’attività.

La diocesi scende in campo con “L’uomo nero del nuovo millennio”, l’inesistente “teoria del gender”, mostro mitologico che costringe i bambini e le bambine innocenti a diventare omosessuali o insegna loro che possono decidere da grandi se diventare donne o uomini.

In più, il giornale cattolico di Trieste punta il dito accusatore sulla “pubblica vergogna” che sarebbe questo gioco che invita i bambini a toccarsi nella zona dei genitali e a fare “il gioco del dottore”, accusando di malafede tutte le persone coinvolte nel progetto e di avere dato “generiche informazioni” ai genitori, sostanzialmente imbrogliandoli.

“Libero” dedica un titolone alla vicenda: “Lezioni porno all’asilo”lezioni-porno-asilo-trieste-2

Salvini, dal canto suo, ha paura del mondo al contrario

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E non poteva mancare Casa Pound (quando si tratta di parità di genere, la destra italiana dà il peggio di sé)

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Il kit distribuito nelle scuole contiene pericolosissime immagini come queste:

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In cui salta subito all’occhio il reale intento di questo gioco che non è quello di toccarsi, esplorare i genitali propri e/o altrui o far diventare omosessuale chicchessia, ma che:

Il Gioco del rispetto è un insieme di proposte di gioco per i bambini e le bambine delle scuole dell’infanzia, studiato per trasmettere loro il concetto dell’uguaglianza tra uomini e donne, così come sancito dalla Costituzione Italiana. Attraverso il gioco, i bambini e le bambine apprenderanno che possono e devono avere gli stessi diritti di scegliere in futuro la professione che li realizzerà, così come da piccoli scelgono i giochi da fare a casa.
L’obiettivo del Gioco del rispetto è di trasmettere il valore delle pari opportunità di realizzazione dei loro sogni personali, sia che siano maschi, sia che siano femmine.
Il Gioco del rispetto lavora per l’abbattimento di tutti quegli stereotipi sociali che imprigionano maschi e femmine in ruoli che nulla hanno a che vedere con la loro natura. Ad esempio, si mette in discussione lo stereotipo per cui i padri debbano essere dediti soltanto al lavoro e possano dedicare solo pochi minuti al giorno ai loro figli, così come le madri non siano in grado di ricoprire posizioni di responsabilità all’interno delle aziende.
L’obiettivo è quindi quello di riequilibrare quella disparità tra uomini e donne che tanti danni sta oggi creando alla nostra società, sia dal punto di vista culturale e sociale, sia dal punto di vista economico, fino a sfociare in episodi di violenza di vario tipo.
Il Gioco del rispetto è un progetto frutto di mesi di lavoro che ha anche valenza scientifica, soprattutto per l’attenzione alla misurazione dei risultati.

Ci sono disegni di papà casalinghi, di mamme idrauliche, di papà calciatori e di mamme calciatrici. Insomma, si mostrano ai bambini che non esiste un mestiere o un’attività “per femmine” e una “per maschi”, ma che si ha il diritto di poter scegliere liberamente. E si cerca di fare in modo che, educando al rispetto e alle pari opportunità fin da piccoli, si colmi quel gender gap che porta le donne italiane a guadagnare in media il 20% in meno degli uomini a parità di mansione, che le esclude dalle posizioni di comando e che le taglia fuori in numero esagerato dal mercato del lavoro, e di cerca di far capire che la famiglia e la cura della casa non sono “cose da donne”.

E, nel gioco “Se fossi”, si chiederà ai bambini e alle bambine di indossare dei costumi “da carnevale”, come “strega” o “principessa” o “cavaliere”. Si domanderà, per esempio, ad una bambina: “Se fossi un cavaliere cosa faresti?” facendole indossare quel costume.

Dev’essere questo che ha fatto allarmare alcuni genitori, appartenenti alle “Sentinelle in piedi”, non sia mai che un bambino si travesta da strega! Lo spettro, il mostro mitologico del “Gender” che fa capolino in un costume da strega non poteva passare inosservato, per loro. Si saranno mai divertiti con i travestimenti a carnevale questi genitori quando erano piccoli?

Il Gioco del rispetto – spiega ancora la vicesindaca del comune di Trieste –  non affronta né i temi della sessualità, né quelli dell’affettività. Tra le proposte di gioco non ce n’è nessuna che riguardi l’educazione sessuale, né si toccano i temi dell’omosessualità, della corretta o non corretta composizione della famiglia.
Ciò che erroneamente e in malafede viene fatto passare come “gioco del dottore”, estrapolando frasi avulse dal contesto, è in realtà l’ennesima proposta di gioco che mira a evidenziare la capacità dei maschi di provare emozioni al pari delle femmine, per abbattere quindi lo stereotipo che vuole gli uomini privi del loro lato emotivo. Far sentire che i cuori dei bambini e delle bambine battono nello stesso modo, vuole accentuare la loro uguaglianza. Qualsiasi tentativo di attribuire malizia a questa proposta di gioco è perciò fuori luogo e offensivo nei confronti del valore educativo e scientifico del progetto.
Il Gioco del rispetto è un progetto completamente estraneo al recente e controverso dibattito sul gender ed è sufficiente documentarsi per averne evidenza.

Insomma, noi femministe ce lo siamo sentite dire tante volte: “e fatevela una risata!” e adesso mi sento di dire a tutti questi genitori preoccupati di un costume da carnevale da strega o da cavaliere indossato dal proprio figlioletto o dalla propria figlioletta: “E fatevela una risata! Tornate bambini! Indossate anche voi un travestimento e giocate con i vostri figli e con le vostre figlie!”

29 Risposte a “Il rispetto che non piace”

  1. Che tristezza che in Italia ci siano ancore persone (e soprattutto politici) così deficienti e indietro anni luce. E che vergogna per chi vive all’estero come me, ci facciamo ridere dietro da come siamo maschilisti e pieni di pregiudizi.
    L’iniziativa è fantastica, queste sono cose che insegnano tranquillamente nelle scuole in Nuova Zelanda, e guarda caso è uno dei paesi con più donne in politica ed alti livelli manageriali. Ed invece in Italia abbiamo sozzi politici che si mettono mezzi nudi nelle copertine delle riviste, e le donne sono trattate e considerate come esseri inferiori, a meno che non siano ‘belle’, e allora sono trattate come cose.

    1. Non vedo perché si debba proprio far scambiare i vestiti ai bambini…o fargli credere che il genere sessuale sia una scelta. Già i bambini piccoli fanno fatica a comprendere che genere sono..ci mancano queste confusioni ! Non si può fare il gioco del rispetto senza queste cavolate?

      1. Nessuno fa credere ai bambini che il genere sessuale sia una scelta. E i bambini della scuola dell’infanzia sono già perfettamente in grado di sapere se sono femmine o maschi, non credo proprio che facciano confusione!
        Io penso che “omnia munda mundis” e che lasciare che una bambina si travesta da Zorro, se vuole, non sia altro che un gioco, un modo per “calarsi nei panni di”. E non ci trovo niente di male, di “malato”, né di strano. Nel mio passato c’è un travestimento da Puffo, da prete, da gallina… e non ho mai confuso né compromesso né il mio essere di sesso femminile, né il mio essere eterosessuale. Mia figlia, negli anni, si è travestita da Zorro, da Puffo (siamo recidivi in famiglia, con i Puffi 😛 ), da Pippi, da coccinella, da strega e mio figlio da Harry Potter, da strega, da Puffo (anche lui!!!) e lo scorso anno, nel campus di inglese hanno fatto la serata “maschi/femmine e femmine/maschi” in cui i ragazzi si vestivano da ragazze e viceversa. Anche lui, come la sorella, sa perfettamente di essere un maschio, non pensa che potrebbe diventare una ragazza e inizia ora ad interessarsi all’altro sesso (è ancora molto giovane!). Sono GIOCHI. Se servono per far comprendere che siamo tutti persone identiche nella capacità di provare emozioni e nella titolarità di diritti, non vedo proprio dove stia il male. Né dove siano le “cavolate”

        1. Il travestirsi da qualunque cosa senza pensare se si è maschietti o femminucce lo si è sempre fatto. Quindi trovo una perdita di tempo farlo a scuola. Cosa importante, soprattutto di questi tempi insegnare il rispetto verso gli altri e verso il proprio paese. Si devono educare fin da piccini i bimbi e le bimbe a rispettare tutto quello che fa parte del mondo. Qualunque essere vivente, la natura e tutto ciò che ci circonda; dalle panchine, i muri, bidoni delle raccolte differenziate. TUTTO. Nessuno insegna ai propri figli che tutto quello che distruggono dentro e soprattutto fuori casa alla fine siamo sempre noi a pagare sotto forma di tasse e quant’altro. Rispettare i genitori, la famiglia, i professori. EDUCAZIONE CIVICA ci vuole e fin dall’asilo. Fate questo e allora si che si avrebbe un mondo migliore. La maggior parte dei genitori, entrambi lavorano e non hanno tempo da dedicare ai figli per educarli e quando tornano a casa sono troppi stanchi e con poca pazienza. Quindi, secondo me si dovrebbe delegare la scuola ad insegnar loro cose NECESSARIE e no a questi scambi di ruoli che a quell’età intanto non possono capire ed hanno tutto il tempo d’impararlo in maniera più che naturale. Il toccarsi reciprocamente serve solo a far mancare di rispetto l’uno verso l’altra perché quando si arriva a tale intimità si perde il rispetto reciproco, pensando di avere tutti i diritti di farlo con chiunque anche se “PER GIOCO”.

          1. Il “toccarsi per gioco” è una fantasia (anche abbastanza depravata) di chi ha dichiarato guerra al progetto. Sulla delega alla scuola di “cose più importanti” si può essere più o meno d’accordo. Secondo me, una corretta e variegata rappresentazione di donne e uomini, l’insegnamento del rispetto nei confronti di tutti, l’idea che ognuno di noi può svolgere qualsiasi professione al di là del sesso biologico ha un enorme valore educativo e rientra – perché no? – proprio nell’educazione civica, volendo ben vedere, solo, si focalizza più sulla parità dei diritti e delle opportunità che non su altro. Progetti di educazione civica in senso stretto nelle scuole si fanno da sempre: ci sono ovunque le regole da rispettare per la convivenza in una classe, fin dalla scuola dell’infanzia: “non si rompono i giocattoli, non si strappano le foglie, non si sporca il pavimento apposta, non si buttano i rifiuti per terra, si differenziano i rifiuti, non si scrive sui muri” ecc. ecc…. Sono cose che in tutte le scuole si fanno e si dicono.

        2. “L’obiettivo è quindi quello di riequilibrare quella disparità tra uomini e donne che tanti danni sta oggi creando alla nostra società, sia dal punto di vista culturale e sociale, sia dal punto di vista economico”
          Studiando psicologia, ricordo come ci fosse un esempio in un libro riguardo il modo in cui le parole incidono nel nostro modo di pensare, facendo riferimento a un esempio come questo avvenuto in america negli anni 40: nei cartellini delle scuole, invece di mettere sotto il pompiere, ad esempio fireMAN, dovesse essere firefighter, in modo che anche le donne iniziassero a pensare a una carriera da vigili del fuoco. Questo che sta avvenendo in italia è identico.
          a mio avviso la disparità tra uomo e donna deve essere compensata dal punto di vista delle opportunità e dei diritti a livello sociale e civile, ma sono contrario a un’uguaglianza che porti uguaglianza nei ruoli di genere, che invece questo progetto vuole presentare continuando a negare che affronti temi della sessualità o dell’affettività. La figura del casalingo/casalinga è bellissima, come lo sarebbe la discussione del pronome se una donna con una laurea in ingegneria debba chiamarsi ingegnere o ingegnera; quello che non trovo corretto per lo sviluppo sia della sessualità che dell’affettività (che potrà evolvere liberamente in qualsiasi orientamento sessuale, quindi non faccio nè salvini, nè uno della destra), almeno per quello che ho studiato, è la seconda figura (perchè in quella c’è sia l’aspetto sessuale che l’affettivo, di animà-animus) che indica una differenza tra mamma e papà, solo nella lunghezza dei cappelli, MA NON TOCCA LA DIVERSITà TRA I DUE, ANZI L’ANNULLA: perchè queste due persone si sono innamorate?? cosa aveva mamma che papà non aveva?? e cosa aveva papà che mamma non aveva?? quali sono queste differenze??
          faccio una piccola premessa: “Animus e Anima rappresentano rispettivamente l’immagine maschile presente nella donna e l’immagine femminile presente nell’uomo. Si manifesta in sogni e fantasie ed è proiettata sulle persone del sesso opposto, più frequentemente nell’innamoramento. L’immagine dell’anima o dell’animus ha una funzione compensatoria con la Persona, è la sua parte inconscia e offre possibilità creative nel percorso di individuazione” da wikipedia….e queste due figure, di anima e animus vengono, per dirla in meno di due parole, dalla figura di mamma che ci dice com’è fatta e come si comporta una donna (all’inizio della nostra vita, la perfezione femminile), e da papà che ci dice com’è fatto e come si comporta il maschio (all’inizio della nostra vita, la perfezione maschile); non allungo nell’ipotesi di un bambino orfano perchè sennò si và altrove. Restando con questa idea, nel momento in cui anima e animus combaciano, ovvero, possono essere tranquillamente interscambiabili, la nostra mente, che tende sempre ad avere un approccio economico e risparmiatore nella vita, ovvero tende ad alleggerire i processi cognitivi: in teoria questi due archetipi dovrebbero fondere in un unica associazione mentale sotto l’etichetta di “genitore”: ovvero la differenza tra maschio e femmina, tra papà e mamma, tra fratello e sorella, tra compagno e compagna e tra amico e amica….decade completamente, si avrebbero rapporti famigliari, rapporti di amicizia, rapporti tra consanguinei…mi sembra un immaginario di una specie di film fantascientifico in cui hanno tutti il cuore di pietra e sono freddissimi: perchè dobbiamo distruggere degli archetipi?
          Perchè non insegnare semplicemente che CIò CHE è DIVERSO è BELLO?? perchè dobbiamo ridurre ai minimi termini in nome DEL CONSUMO (perchè dobbiamo essere consumatori e lavoratori, non più persone e famiglie) ciò che ci può rendere felici?
          Tornando all’inizio del post e chiudendo, si legge nell’articolo: “Il Gioco del rispetto lavora per l’abbattimento di tutti quegli stereotipi sociali che imprigionano maschi e femmine in ruoli che nulla hanno a che vedere con la loro natura.” iniziate a ragionare che invece vogliono abbattere i ruoli “maschi e femmine” CHE HANNO A CHE VEDERE CON LA NOSTRA NATURA!

          1. Intervento lungo, rispettoso, che necessita di una risposta.
            Cito:

            ” la seconda figura (perchè in quella c’è sia l’aspetto sessuale che l’affettivo, di animà-animus) che indica una differenza tra mamma e papà, solo nella lunghezza dei cappelli, MA NON TOCCA LA DIVERSITà TRA I DUE, ANZI L’ANNULLA: perchè queste due persone si sono innamorate?? cosa aveva mamma che papà non aveva?? e cosa aveva papà che mamma non aveva?? quali sono queste differenze??”

            I disegni non li ho fatti io e dunque non so come mai non abbiano disegnato donne e uomini con il corpo “sessualizzato”, ma ho l’impressione che sia stata una scelta dettata dall’esigenza di adattare lo stile del disegno allo stile che usano i bambini della scuola dell’infanzia, quando disegnano. E avanzo anche una domanda, forse un poì provocatoria, anche se non verso chi ha scritto il commento: quanto scommettiamo che, se avessero disegnato le donne con i fianchi larghi e il seno tondo, alcune persone avrebbero avuto da ridire? Forse il tratto stilizzato e semplicissimo del disegno vuole ovviare anche a questo.

            Cito ancora:

            “il Gioco del rispetto lavora per l’abbattimento di tutti quegli stereotipi sociali che imprigionano maschi e femmine in ruoli che nulla hanno a che vedere con la loro natura.” iniziate a ragionare che invece vogliono abbattere i ruoli “maschi e femmine” CHE HANNO A CHE VEDERE CON LA NOSTRA NATURA!”

            Su questo mi sento di dire che sono assolutamente convinta che nessun “Gioco del rispetto” voglia abbattere le differenze biologiche tra donne e uomini, tanto è vero che si dice chiaro che l’idea è quella di far comprendere ai bambini e alle bambine che femmine e maschi hanno la stessa capacità di provare emozioni e non altro. Gli unici ruoli che hanno a che vedere con la nostra natura (con la biologia) sono quelli relativi al concepimento e al sesso biologicamente inteso. Mostrare un uomo che stira o una donna idraulica non sovverte la natura proprio di nessuno, perché non mi risulta che si stiri o che si aggiusti un tubo con gli organo genitali, sicché avere i genitali maschili o femminili nella scelta di una professione non ha rilievo. Il messaggio è questo: far comprendere a bambine e bambini che il sesso biologico non ha ragione di precludere, per il solo fatto di essere femminile o maschile, alcuna professione.

          2. cara Chiara sono assolutamente d’accordo con lo spirito, ma in totale disaccordo con il vostro approccio. Dare lo stesso valore sociale e affettivo a uomini e donne senza passare attraverso il riconoscimento della loro diversità e’ un tentativo impacciato di raggiungere una soluzione eticamente allettante ma poco onesta e irrispettosa verso la bellezza che distingue i due sessi. Uomini e donne hanno lo stesso diritto di trovare un lavoro che gli piace e li valorizzi, ma una donna idraulico farà fatica a stringere il bullone del lavandino o della tubatura di scarico, e il fatto che tu non lo sappia mi fa solo pensare che non hai nessuna esperienza al riguardo, nonostante tu fieramente sostenga questa possibilità. Allo stesso modo gli uomini probabilmente sono carenti PER NATURA (e qui non c’entra nulla il sesso, ma la costituzione fisica non e’ materia di opinione, e’ un fatto scientifico) di qualità “femminili” per antonomasia, sulle quali lascio che tu ti sbizzarrisca se vuoi visto che da donna ne saprai più di me. Allo stesso modo i vestiti, visto che siamo entrati nel tema del vestito, non credo abbiano nessuna funzione se non quella di coprire il corpo, il quale per natura e’ diverso tra uomini e donne, il reggiseno sostiene il seno, e le donne che non lo portano (scelta loro sulla quale non si discute ovviamente) spesso in tarda eta’ si ritrovano con un seno cadente. Senza perderci in ulteriori dettagli che avvilirebbero il senso generale del discorso, credo che la vera conquista sarebbe per gli uomini scoprire, apprezzare e rispettare la bellezza delle donne proprio nella loro diversità’ dagli uomini, e viceversa per le donne. Si ama cio’ che e’ diverso per crescere e per imparare che l’amore non ha confini, rendendo tutto uguale si perde una grossa opportunità e si fa torto allo spirito di ricerca

          3. A dire tutta la verità, i bulloni li stringe benissimo anche una donna. Il mondo di oggi non necessita quasi più di una grande forza fisica, nel momento in cui quasi tutto è automatizzato. La diversità dei corpi, dei muscoli, delle forme di una donna e di un uomo non la mette in discussione proprio nessuno. Casomai è discutibile che a queste forme, questi muscoli e questi corpi si attribuiscano “per natura” attitudini e gusti che poco hanno a che vedere con la forma e la consistenza di un corpo. Questo è il mio pensiero e quello che sta alla base del progetto.
            Non è in discussione che le persone meno muscolose fatichino maggiormente a compiere sforzi fisici in cui la forza è necessaria, ma c’è una bella differenza tra la frase: “Non PUOI fare l’idraulica perché sei una donna” e la frase: “PROBABILMENTE lo sforzo richiesto per stringere un bullone per te sarà maggiore”. Così come c’è una bella differenza tra il dire: “Lei non fa la calciatrice perché non VUOLE” e “Lei non fa la calciatrice perché non PUO'”. A me piace – e molto – che si liberino i bambini e le bambine dalle gabbie dello stereotipo, mi piace che nessuno dica ad una bambina che NON PUO’ solo perché non è un maschio e viceversa.
            Questa è l’essenza del gioco del rispetto. Tutte le altre sono paranoie di persone che temono la parità reale tra i due sessi e attenzione bene che affermare di avere stessa dignità e parità di diritti, doveri e opportunità ha il solo significato che si intende, non significa assolutamente che i corpi siano identici, né le caratteristiche biologiche delle persone.

          4. Aggiungo che la differenza tra la natura della donna e quella dell’uomo passa anche dalla diversa struttura cerebrale (cosa scientificamente provata) per cui abbiamo privilegiamo diverse aree della corteccia, da cui la propensione della donna ad avere un pensiero analogico e dell’uomo ad avere quello digitale, da cui se vuoi possiamo desumere che le donne possono essere migliori organizzatrici degli uomini (ben vengano le donne manager) e gli uomini portano meglio a termine compiti assegnati. Quanto all’esempio della donne firefighter (pompiere) prova a prendere tuo marito/compagno o un amico e a correre giu’ per le scale, magari diversi piani (credo proprio rientri tra le mansioni dei pompieri, oltre che portare e srotolare pompe d’acqua su per le scale) vediamo se in una situazione reale gli salveresti la vita…. Perche’ non prendere esempio da societa’ matriarcali ? Come quella hawaiana (l’ultima rimasta credo, le altre le trovi nei libri di storia), dove il compito morale dell’uomo e’ quello di difendere il valore della donna (vivo agli antipodi e ne so qualcosa per esperienza diretta) e nella loro società il fatto che gli uomini facciano lavori di fatica non svilisce le donne, ma anzi e’ una convenzione quasi cavalleresca. Peccato che da noi la cavalleria si sia trasformata in sopruso, di diritti e altro, ma non e’ togliendo la cavalleria (la quale per’altro dipinge noi uomini per quello che siamo, goffi ed eternamente anelanti verso la grazia femminile) che avete pari diritti, e’ affermando la vostra natura.
            Insomma un’orchestra funziona quando diversi strumenti suonano la stessa musica, non quando il trombone pensa di essere la batteria e il violino suona lo spartito del pianoforte…

          5. Le differenze tra i cervelli delle persone sono tante e tante, tra persona e persona che farne una questione di sesso è veramente riduttiva. I cervelli delle persone funzionano TUTTI in modo diverso, perché la loro funzionalità è adattata al contesto in cui vivono e non vi è persona che viva in un contesto identico ad un altra, in tutto il mondo, sempre indipendentemente dal sesso. Inoltre a me piace pensare che la gente IMPARI. Che si possa imparare una cosa che non si sa fare, che si possano scoprire attitudini che non si pensava di avere, che il cervello, addirittura, possa trovare “strade” diverse per apprendere un concetto da persona a persona. Non sono neurochirurga, ma so che alcune volte, di fronte ad un funzionalità cerebrale compromessa, soprattutto in cervelli ancora giovanissimi, alcuni cervelli trovano delle modalità alternative per arrivare a fare quello che la funzionalità compromessa non riesce più a fare, bypassando il problema e risolvendolo in modo creativo e nuovo.
            Perché porre limiti legati ai caratteri sessuali al cervello di una persona? Alle sue infinite possibilità?
            Non sto affermando che un uomo sia in grado di portare una gravidanza o di allattare un bambino, sarei pazza se lo facessi, ma sto affermando che limitare le scelte di una persona solo in base al sesso che ha è veramente, veramente, assurdo e poco liberale.
            Io dico: “Lasciamo che un bambino e una bambina possano scegliere in base ai loro gusti quello che vogliono fare da grandi, senza condizionarli con limitazioni che non è giusto porre”
            L’esempio dei vigili del fuoco non è molto calzante. Conosco decine di donne che fanno le volontarie sull’ambulanza e sollevano corpi, uomini, donne, bambini, anche più di uno alla volta, anche in condizioni di estremo pericolo (penso agli incidenti stradali) e nessuno si è mai sognato di dir loro che non possono o che non sono efficienti perché donne e “deboli” di muscoli. Avanzo un’ipotesi: forse perché la volontaria in ambulanza ha a che fare con la “cura”, ambito universalmente accettato come “femminile”, mentre non è così per il corpo dei vigili del fuoco?

      2. gentile Denise, le tue considerazioni sono giustissime ma.. in base a cosa le esprimi? Ovvero quali competenze hai per definire il lavoro di qualcun altro, forse senza saperne nulla un “cavolata”? Mi permetto di chiederlo perchè anche come semplice persona adulta dovresti sapere che è proprio dell’essere bambino esplorare sperimentare senza porsi quei problemi dovuti a secoli di cultura che tende a stereotipare persone e comportamenti. La discussione è più complessa emerita maggiore attenzione..ma non in questa sede.per cui chiudo e ripeto in base a che cosa? Roberto: padre, formatore educatore sociale dal 1978.

  2. Dice Alessandra: “Che tristezza che in Italia ci siano ancore persone (e soprattutto politici) così deficienti e indietro anni luce”.

    Classificarli come deficienti mi pare una leggera sottostima. Sono uomini politici di destra per i quali la manipolazione è accettabile in quanto utile al perseguimento dell’obiettivo: trarre vantaggio dalla indignazione del gregge.

  3. Le sentinelle in piedi criminalizzano i maschi strega?? Immagino che per loro anche Harry Potter sia un diabolico strumento di diffusione della teoria del gender

  4. io sono una femmina e da piccola mi travestivo da zorro a carnevale, e mia madre non ha mai pensato fosse un’attività pericolosa perché non lo era affatto. certa gente dovrebbe sciacquarsi la bocca col cianuro prima di sparare certe cose! se i bambini crescono in mezzo a tutta questa apprensione immotivata, non c’è da stupirsi che poi diventano adulti paranoiati..

  5. Fascisti e leghisti di merda. Che non capiscono una mazza.

    Avanti che a piazzale Loreto ci sono altri lampioni

  6. passo per aggiornarvi e dirvi che l’incontro dei genitori con le ideatrici del progetto, le autorità cittadine e la scuola materna ha avuto esito positivo. Il progetto continua,

    1. Grazie. Invito a cliccare sul link qui sopra, è interessante e dà la giusta dimensione di quello che è realmente accaduto e di chi ha mancato di rispetto (PER DAVVERO) a chi.

  7. È l’ ennesima prova, se ce ne fosse bisogno, che la paura è figlia dell’ignoranza che purtroppo non ha colore politico. Appartiene a quelle persone politiche, della chiesa, che non avendo argomentazioni, si lasciano andare a pericolose elucubrazioni mentali. Se Cristo scendesse oggi su questa terra quanti tempi svuoterebbe. Il suo messaggio è il più rivoluzionario e dice tutt’altro. Salvini e casa Pound sono il frutto di una società malata all’interno della quale si colloca una scuola abilità, demotivata che rischia di non avere più alcuna incisività nell’educazione dei nostri bambini. Ma temo che da 20 anni a oggi fossero proprio questi gli intenti di tutti i governi che si sono succeduti.

  8. E’ normale che la classe politica sia arretrata rispetto all’evoluzione della società che li circonda; specie se utilizza concetti decisamente superati ma entrati comunque nell’uso comune.
    (Pensate che nella 2° guerra mondiale avevamo ancora i reparti di cavalleria armati di lance e che, quei poveri ragazzi, venivano mandati all’attacco di carri armati e mitragliatrici in nome dell’onore !!!)
    Penso che l’atto sessuale con cui ci riproduciamo faccia parte di un istinto naturale che non fa quasi più parte del vivere la “NOSTRA VITA”. Voglio dire che fatico ad immaginare mio padre e mia madre che “fanno sesso” per farmi nascere… fatico a immaginare mia figlia che fa sesso col suo compagno…
    Fare sesso è una cosa istintiva, attivata da meccanismi ormonali, inevitabile…
    Forse possiamo scegliere di far conoscere ai nostri figli ciò a cui vanno incontro…
    La “Conoscenza” scandalizza solo gli ignoranti; i bambini non subiscono alcun trauma e la nudità è per loro “naturale”.
    Siamo NOI che dobbiamo semplicemente scegliere se, per i nostri figli, è meglio “Conoscere o Ignorare”
    Nel primo caso si può liberamente parlare di tutto (come ritengo giusto… solo quando conosci sei LIBERO di scegliere)
    Nel secondo “altri” scelgono per te le cose da comunicare e sei in grado di capire…
    A 14 anni (nel 1974) parlavo confidenzialmente con un coetaneo e mi diceva: “la figa delle femmine ha 5 buchi”…
    Affascinato da “tutte queste possibilità” gli chiedevo…
    Potrei capire che “pisciano” da un buco diverso da quello in cui lo “infiliamo”… che “caghino” da un buco interno alla figa…
    Ma gli altri 2 a cosa servono???
    Forse nel marasma di ignoranza in cui vivevamo un adulto moderatore “sarebbe stato utile”.
    Mi sembra impossibile che, con l’immensa capacità d’informazione di cui disponiamo, esista ancora “TANTA IGNORANZA”!

  9. Bellissimo progetto, coraggioso ! non mollate … e’ proprio da qui che bisogna cominciare per cambiare l’Italia …

  10. Inevitabile: nel mondo degli adulti italiani il rispetto non è né una cosa seria né un gioco, il rispetto non è (più) un valore. Conseguenza logica di una società frammentata e spaventata è la fobia verso il “gioco del rispetto”. Avessero fatto il gioco dell’onestà o quello della solidarietà (quella vera ..non quella del 8per mille, teleton sponsorizzato dalle banche etc..) il risultato non sarebbe cambiato. La società italiana è di tipo chiuso con il massimo livello di intolleranza verso il minimo livello di novità. Non c’è speranza.

  11. Vi faccio le mie più sincere congratulazioni.Sono un’insegnante elementare ormai in pensione da 4 anni.Ho sempre lavorato con lo stesso spirito che anima voi.Devo riconoscere che erano altri tempi dal punto di vista politico e sociale; ci veniva lasciata molta più libertà,sia da parte del preside che da parte dei genitori,nel lavoro curricolare, nei progetti, nelle attività di laboratorio, e,per esempio, nella scelta dei libri di testo, anche alternativi a quelli statali.
    Avevamo molta più collaborazione, stima, rispetto e fiducia da parte dei genitori.Essi stessi erano allora molto meno ansiosi di quelli di oggi, non bloccati dalle paure.Sono le paure che fanno diventare i genitori così.
    Sono molto contenta di vedere che anche oggi ci sono degli/e insegnanti giovani che regalano tanto del loro tempo all’educazione ben finalizzata dei bambini.
    Andate avanti così,non vi fate smontare da sedicenti papà/ mamme pedagogisti/e psicologi/e,medici ecc.ecc…..sono quelli/e che hanno più paura…anche di se stessi.

    1. Grazie Loredana per la sua testimonianza e per le sue parole di incoraggiamento al progetto.

  12. e’ follia anche solo concepire che in una scuola italiana si possano proporre attività a sfondo sessuale per bambini. chiunque abbia frequentato la scuola italiana, sa bene che è un luogo pieno di equilibri, contrasti e bellezze, dove è allo stesso tempo possibile incontrare insegnanti straordinari e insegnanti scemi, dove mancano le risorse ma una soluzione si trova sempre, dove si impara l’arte della convivenza, delle differenze, l’importanza dello studio, l’amicizia, il senso delle difficoltà, la noia, la sorpresa. quella scuola, alla quale si deve gratitudine, perché andare a scuola è la prima grande forma di libertà per un bambino che diventerà adulto. ben vengano, dunque, le iniziative che possano insegnare alle generazioni a guardare il mondo con spirito più accogliente. ps: non sono una professoressa, sono una giovane donna che ha molto amato la scuola, che nutre ancora tanta gratitudine per i suoi insegnanti e che certamente riporrà fiducia negli insegnanti che verranno il giorno che dovesse avere un bambino o una bambina.

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