Perché le donne guadagnano meno degli uomini? Tutta colpa della “vagina tax”

Cambiare sesso per guadagnare quanto un uomo: non è solo l’ultima provocazione di Sarah Silverman, nota comica e attrice americana, ma è una campagna di crowdfunding, dal nome “Close the Gap”, lanciata dal National Women’s Law Center  un’organizzazione no-profit che lotta per la parità di genere, di cui Silverman è testimonial.

Nel video, Sarah Silverman, annuncia di volersi fare impiantare un pene, perché stanca di guadagnare meno degli uomini per il solo fatto di avere una vagina –tutto ciò, infatti, da lei viene simpaticamente definita “vagina tax

A  Sarah Silverman l’ardua e esilarante scelta del pene giusto da farsi installare: dal “gentleman” al “frat boy”, quale scegliere? Forse meglio optare per un pene europeo?

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Lo scopo della raccolta fondi è quello di sensibilizzare la popolazione riguardo al fatto che, nel 2014, non si sia ancora raggiunta una vera e propria parità salariale e di raccogliere quasi 30 miliardi di dollari, ovvero quello che le donne avrebbero mediamente perso. Ovviamente il traguardo è quasi irraggiungibile, anche perché molti tra i donatori potrebbero essere donne e quindi il tutto non avrebbe molto senso. Tuttavia i fondi raccolti andrebbero alla stessa National Women’s Law Center per finanziare i progetti in difesa dei diritti delle donne.

Donne e uomini, a parità di impiego, continuano a portare a casa compensi differenti. I gestori del sito “Equal payback project” hanno anche allegato delle utilissime infografiche dove spiegano in modo semplice quanto incide, sulla vita di una donna, il peso della disparità e la differenza di stipendio con i colleghi maschi.

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Da notare, nell’immagine che segue, come anche le professioni solitamente considerate maschili siano remunerate in maniera più lauta rispetto a quelle considerate femminili.

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Questa differenza salariale, nel corso della vita lavorativa ammonta a una cifra intorno ai 435,049 dollari e se poi si moltiplica la cifra s.silverman-per il numero di donne che lavorano negli Stati Uniti, circa 69 milioni, la perdita totale di denaro, a causa della “vagina tax”, ammonta quasi a 30 miliardi di dollari.

Per ogni dollaro guadagnato da un uomo, una donna viene pagata 78 centesimi.

 

La situazione peggiora anche in base alla razza, come possiamo notare di seguito: le afroamericane e le ispaniche guadagnano anche meno rispetto a una donna bianca.

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Insomma, questa ennesima dimostrazione di quanto sia notevole e ingiusta la disparità salariale è uno di quegli argomenti che farà finalmente chiudere il becco dei benaltristi. O almeno dovrebbe.

Le critiche non si sono fatte attendere, il video è stato mal interpretato da molti talmente tanto che la stessa Silverman ha sentito la necessità di chiarire le varie accuse –tra queste quella di transfobia– con questo status dove, tra le altre cose, ha pregato di non punire la causa semplicemente per il suo video

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Un colpo molto basso e un’accusa del tutto infondata a Sarah Silverman che più volte ha portato avanti cause sociali, facendosi portatrice di messaggi sì provocatori ma per tematiche importanti quali aborto, parità di genere e diritti civili. Basti pensare che qualche tempo fa ha dichiarato che non si sposerà col suo attuale compagno fin quando anche le persone dello stesso sesso non potranno farlo.

Ai comici capita sovente di essere mistificati e di doversi scontrare con conservatori e perbenisti, a volte arrivando ad attirarsi le critiche di quella fetta di sinistra fanatica del politically correct.

È impossibile, se si è dotati di un minimo di senso critico, fraintenderla (anche perché è dichiaratamente una comica), ma tant’è.

Come diceva la stessa Sarah Silverman, in questo passo che riportammo in un post di qualche tempo fa:

Alcune cose feriranno la gente, sì. In modi diversi. E non si può per questo continuare a tagliare parti dell’argomento [su cui scherzare] per paura di offendere qualcuno. Si rischia di rimanere senza niente di cui parlare. Bisogna accettare che, qualche volta, possiamo non essere la cosa giusta per alcune persone, così come alcune persone possono non essere la cosa giusta per noi. Viviamo in questa strana società in cui, negli ultimi tempi, se qualcosa non va bene a qualcuno viene bandita. La gente non dice più “Uhm, questo non fa per me”. Dice “Questo non dovrebbe essere per nessuno!”

 

[Fonti, immagini e altro: dailymail  e nextquotidiano ]