Laura e le altre: il velo è caduto. Di violenza istituzionale e violazioni di diritti umani.

Intimidite, minacciate, non credute, ridotte al silenzio.

Sono almeno 10 anni che le prassi dei Tribunali Civili e dei Minori violano i diritti umani delle donne che denunciano violenza e che cercano di proteggere i loro figli. L’argomento è rimasto di nicchia fino a pochissimo tempo fa, un po’ perché le donne vittime di questi tremendi soprusi venivano ridotte al silenzio, un po’ perché la narrazione che riguarda le separazioni e l’affidamento dei figli minori è monopolizzata dai racconti dei padri separati, come dicevamo anche noi, qui.

Cito:

Tutta la narrazione mainstream che riguarda i ccdd “figli contesi” è dominata dai padri separati, dalle ingiustizie che subirebbero, dal calvario che la giustizia italiana e donne crudeli infliggerebbero loro.

Tanto è vero che in questi giorni “Striscia la notizia” ha mandato in onda un breve servizio in cui la sola voce presentata è quella maschile, la voce delle donne non esiste. Non viene presentata la “versione” femminile, di donne che parlano dei loro problemi relativi alla separazione non v’è traccia.

Eccolo:

https://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/genitori-separati-e-coronavirus-una-situazione-difficile_70257.shtml?fbclid=IwAR16NPTzPBE7xLsGK5V8QVcwb_2_uTOruAKvH1kwKtgKVBXWuT-VYDSSWqM

Nel video si parla di “vita difficile dei genitori separati” e della pandemia che complica le cose, ma poi, chissà come mai, i soli che vengono intervistati sono solo padri (solo due, tra l’altro, mica 10.000). Si parla di “ex mogli che se ne approfittano” e di “ex mogli che si vendicano” e, solo sul finale si accenna ai guai che, invece, molto spesso, colpiscono le mamme (gli ex che scompaiono, non collaborano e non contribuiscono al mantenimento dei figli).

Non credo che serva dilungarsi sul perché la maggioranza dei bambini continui ad abitare con la mamma, anche dopo la separazione, invece che con il padre (in costanza di unione, la maggioranza del tempo dedicato a casa e cura dei figli è dedicato dalle mamme, e non si capisce come mai, una volta che l’unione si interrompe, i bambini e le bambine dovrebbero veder drasticamente mutate le loro abitudini solo perché i padri improvvisamente scoprono di voler trascorrere maggior tempo con la prole, né si capisce come mai, improvvisamente, dopo una separazione, tutti gli impegni di lavoro che prima li tenevano lontani dai figli, non esistono più) né che serva spiegare come mai siano quasi sempre i padri a dover versare assegni di mantenimento per i figli alla ex moglie o compagna. In tempi di pandemia, oltretutto, quasi il 60% dei posti di lavoro persi, per la crisi, riguarda il lavoro femminile.

Eppure la rappresentazione mediatica dominante è quella che vede i “poveri padri” separati ridotti in povertà e senza la possibilità di vedere i propri figli.

Le donne dove sono? Dove sono i loro narrati? I loro vissuti? Si parla tanto di violenza contro le donne e, a breve, verremo inondate di quintali di iniziative, di retorica, di simboli, ma le mamme che si separano dagli uomini violenti dove sono? Come vivono dopo la separazione? Anche dopo l’eventuale condanna dell’ex partner? Come vengono tutelate loro e i loro figli dai Tribunai civili o dai Tribunali dei Minori che, in attesa dell’eventuale procedimento penale, debbono emettere provvedimenti che regolino la separazione e l’affidamento dei minori?

In quel post accennavamo alle storie di alcune donne, ma ieri abbiamo partecipato alla diretta di una conferenza stampa di Differenza Donna che è stata molto interessante e, per certi versi, brutale. In collegamento anche la Senatrice Valeria Valente.

Emergono le storie di alcune donne (non tutte, perché mancano, ad esempio, e dolorosissime vicende di Giada Giunti e di Ginevra Amerighi e chissà quante altre) che vale la pena di raccontare, usando le stesse parole udite ieri, perché appropriate, dure, ficcanti e che gridano vendetta.

Il velo è caduto. Nessuno più può dire di non sapere.

Cominciamo oggi con la storia di Laura Massaro che, crediamo, sia ormai nota ai più e per la quale invitiamo chi ci legge a cercare in rete, sui social e anche sul nostro blog (esempio) riferimenti e notizie.

In conferenza stampa, è intervenuto il suo legale: Lorenzo Stipa che inizia il suo intervento ricordando che il procedimento che riguarda Laura e suo figlio dura dal 2013 e quindi ha superato il limite dei 6 anni che sarebbe quello che definisce il “giusto processo”.

(Mettiamo in grassetto tutti i particolari cui prestare maggiore attenzione, per avere un agghiacciante quadro della situazione in cui Laura Massaro si è venuta a trovare)

“Il tutto è partito con un un procedimento di affidamento nel 2013 (…) mentre era in corso la prima CTU che doveva valutare le competenze genitoriali di entrambi i genitori, questo bambino ha raccontato delle molestie da parte del padre perché in quel frangente la frequentazione era libera (…). La signora Massaro ha denunciato queste condotte (…) perché ha anche avuto la possibilità di registrare la viva voce del minore e quello che raccontava sul padre (…).  Non so come questa querela sia potuta essere archiviata, nel 2014, perché non c’è stato alcun incidente probatorio, il bambino non è stato sentito, la signora non è stata sentita (…) e questo procedimento è stato accorpato con 24 querele sporte dal marito, una ogni giorno in cui si verificavano gli incontri (…). Si verificava l’incontro col minore, subito dopo lui andava a denunciare la signora Massaro per non avergli fatto vedere il bambino e quindi erano totalmente pretestuose.

Questo accorpamento di querele sotto l’egida della cosiddetta “conflittualità” ha fatto andare in archiviazione anche una cosa molto grave e che ha pregiudicato tutto il procedimento perché se all’epoca queste condotte fossero state approfondite, probabilmente oggi nessuno sarebbe qui a parlare di questa cosa (…)

Queste condotte in qualche modo sono state ascoltate sia dalla Corte di Appello, sia dai Servizi Sociali che nel 2014 chiedono che il bambino incontri il padre solamente tramite gli incontri protetti (…)

La signora dal 2014 (…) ha fatto incontrare il minore al padre (…) e ci sono dei verbali che provano questo e che sono agli atti di tutti i procedimenti quindi mi domando perché oggi la Corte d’Appello possa dire che c’è stato un ostacolo della signora alla frequentazione paterna, confermando il provvedimento di allontanamento quando agli atti ci sono i verbali che sono atti di (…) incaricati di pubblico servizio, (…) quindi fino a querela di falso sono probanti (…)

Addirittura nel corso di tutto il procedimento, per circa 10 mesi, è stato incaricato un educatore domiciliare che doveva andare in casa e parlare con il minore, giocare con lui e cercare di fargli riprendere questa relazione con il padre. Quindi si è sottoposta anche a questo. Lei era costretta a lasciare l’appartamento, perché questa cosa doveva avvenire, secondo il Tribunale, in sua assenza, perché avrebbe potuto astrattamente pregiudicare (…) questo ruolo dell’educatore e in tutte le relazioni delle cooperative, dell’educatore e dei Servizi Sociali, la signora e la sua famiglia e il bambino vengono descritti come persone ineccepibili, che non hanno mai fatto niente di male al minore, anzi l’hanno sempre accudito e hanno sempre incentivato tutto quello che lui voleva fare, le sue passioni, quindi il gioco del basket, l’andare a scuola. Questo è un bambino che ha tutti 10 a scuola dalla prima elementare (…). E’ un bambino che è stato rilevato anche da una perizia di un ospedale molto famoso romano che ha un QI superiore alla media (…).

Ciò che ha sconvolto l’iter di un procedimento che poteva concludersi normalmente (…) sono state la Consulenze Tecniche d’Ufficio, la prima è stata nel 2013, poi ne è stata fatta un’altra nel 2018 e da ultimo è stata fatta adesso nel 2021 una Consulenza Tecnica anomala di natura trasformativa (…)

La perizia più grave è quella del 2018 in cui l’accusa che viene mossa alla signora di Alienazione Parentale grave che potrebbe causare (…) dei futuri pregiudizi al minore. Come sappiamo l’Alienazione Parentale recentemente è stata paragonata dalla Cassazione a una teoria di stampo nazista (…). Ricordo che questa Consulente Tecnica d’Ufficio è stata denunciata dalla signora e al momento è imputata ed è in attesa di giudizio, l’udienza preliminare è a settembre, non per una cosa da niente ma per falso ideologico di Pubblico Ufficiale in atto pubblico (…). Già solo questo dovrebbe comunque non far tenere in considerazione dalle Autorità Giudicanti questa perizia finché questa consulente verrà giudicata innocente o colpevole di questo reato. Subito dopo questa perizia c’è stato un provvedimento nel luglio 2019 di sospensione della responsabilità genitoriale di entrambi i genitori, nel frattempo la signora aveva iniziato la sua lotta pubblicamente perché aveva capito che lasciare tutto all’interno delle mura del Tribunale dei Minorenni non le avrebbe consentito di avere giustizia, perché purtroppo anche io e (…) altri addetti ai lavori eravamo a conoscenza anche di altri casi che si ripetevano in maniera molto simile a quella della signora e quindi ha rotto il silenzio e ha iniziato la sua protesta pubblica. Protesta che le è sempre stata rinfacciata sia dalle controparti, sia dalla Magistratura e che poteva avere una svolta positiva nel gennaio 2020 in cui un precedente decreto di allontanamento emanato nel 2019 a ottobre, veniva revocato dalla Corte d’Appello con tre solide motivazioni (…):

  1. Per aiutare questo minore dei provvedimenti coercitivi ovviamente non avrebbero consentito di costruirgli una relazione col padre (…)
  2. C’era la grave problematica di salute che affligge questo minore (…). L’incidenza dello stato di salute non consentiva un provvedimento di allontanamento (…)
  3. Inattuabilità del collocamento presso il padre (…) fino a qualche giorno prima aveva addirittura gli incontri protetti (…)

Ad oggi, dopo un anno in cui c’è stata la pandemia e quindi si sono sospesi numerosi appalti dei Servizi Sociali (…), alla signora è stato contestato di non aver adempiuto a quanto era stato stabilito dalla Corte d’Appello del 2020, cosa assolutamente non vera (…)

Dicevo prima che c’è stata una terza CTU cui mi ricollego che è una CTU che è stata messa con un ruolo, diciamo, quasi di mediazione famigliare, perché non era una vera e propria CTU in quanto era al di fuori di ogni canone procedurale, addirittura non era previsto che i consulenti di parte facessero delle note critiche, quindi era totalmente aprocedurale.

Questa CTU ha fatto delle relazioni: nella prima relazione diceva che assolutamente era impossibile far riprendere gli incontri tra il minore e il padre in maniera così ex abrupto, quindi ci doveva essere un percorso di questo minore finalizzato alla ripresa, poi in una relazione di nemmeno un mese dopo, cambiava totalmente versione e decideva non solo che gli incontri dovevano riprendere immediatamente, ma anche che la signora non aveva le competenze genitoriali adatte e che aveva comunque ostacolato questo rapporto, quando la sua consulenza non prevedeva la valutazione delle competenze genitoriali, quindi eccedeva il proprio mandato.

Sulla base di questo, è stato emesso questo decreto di allontanamento e decadenza della responsabilità genitoriale con divieto di contatti a tempo indeterminato tra la madre e il minore, una cosa gravissima (…) che è stato impugnato con un reclamo di 150 pagine e motivi di diritto in Corte d’Appello e che è stato deciso in 4 giorni e senza alcuna udienza, con una trattazione scritta che doveva, diciamo, attendere una decisione solamente sulla questione della sospensiva (l’avvocato aveva chiesto che il decreto di allontanamento venisse sospeso nda) ma che invece la Corte d’Appello ha deciso di decidere anche nel merito con tre pagine, di cui la prima pagina è l’intestazione. Quindi con questo decreto ha confermato quanto detto dal Tribunale dei Minorenni e ad oggi la signora e il bambino sono in pericolo, perché fino ad ora nessuno ha fatto giustizia.”

Questa è in breve la storia di Laura Massaro, raccontata dal suo legale e credo che nessuno possa restare indifferente alle violazioni e alle ingiustizie che vi si possono trovare e che sono state bene evidenziate una a una, nella loro crudezza e crudeltà dall’Avvocata Ilaria Boiano di Differenza Donna, che parla di tortura.

In tutto l’iter processuale, vi sono provvedimenti che contengono intimidazioni, concrete minacce (“o ti adegui a questa prescrizione, o la conseguenza è…”). Tutte le iniziative di tutela messe in campo da Laura Massaro sono state punite con condanne alle spese irragionevoli, così da fiaccarne in maniera insopportabile la capacità economica, per inibirle il diritto alla difesa.

La sua parola è stata manipolata, denigrata perché ha osato mantenere la testa alta e perché voleva mantenere il diritto di critica verso tutti quei trattamenti obbligatori cui il figlio e lei stessa sono stati sottoposti e che hanno inciso sulla loro salute e che violano l’art 32 della Costituzione.

Le hanno fatto un processo alle intenzioni, in cui ogni sua parola di tutela del figlio le è stata imputata come prova della sua alienazione, della sua manipolazione, facendo rivivere il delitto di plagio che è stato cancellato dal Codice Penale perché non compatibile con la Costituzione e i suoi principi.

Si è utilizzata una misura (la decadenza della responsabilità genitoriale) che è residuale, per casi gravissimi, e che criminalizza la sua figura agli occhi della società.

L’avvocata Boiano ricorda che nei processi penali per reati molto gravi (es. Violenza sessuale), se viene emessa la misura di decadenza della responsabilità genitoriale dell’uomo maltrattante, essa giunge in un caso su 20, dopo tre gradi di giudizio, mentre per Laura Massaro è bastata una CTU basata su una scienza spazzatura (alienazione parentale), mai riconosciuta ufficialmente e che veniva indicata come probabilmente pregiudicante in un futuro non precisato. Ovvero, in quel momento, Laura Massaro non aveva pregiudicato in nulla la salute psicofisica di suo figlio.

Vengono violati gli artt 2 e 3 della Costituzione. Laura Massaro è incolpata in sede civile di condotte inesistenti ed è vittima di un processo ingiusto che dura da 8 anni che sta minando la sua salute, la sua capacità economica. Vengono violati anche gli artt. 13, 32, 101, 111 della Costituzione. Non le viene consentita alcuna difesa.

I diritti del bambino vengono violati. Convenzioni internazionali sanciscono il suo diritto a non essere separato dalla sua famiglia contro la sua volontà e ad essere ascoltato ed accolto nei suoi bisogni e nelle sue richieste, sono violati gli artt 2 (diritto alla vita) della Convenzione Europea dei diritti umani, 3 (trattamento inumano e degradante), il bambino viene minacciato continuamente di essere allontanato dalla mamma, con prelievo forzoso e coatto. SI tratta di tortura.

Il bambino ha parlato in ogni sede in cui glielo hanno consentito della sua paura. Ha espresso sofferenza e timore. E nessun giudice togato ha avuto il sentire umano, il buon senso di guardare negli occhi questo bambino nei confronti del quale hanno adottato il provvedimento peggiore che poteva avere nei suoi incubi.

La Corte Europea dice che nessuna misura volta a ripristinare la frequentazione padre-figlio può essere presa contro la volontà del bambino. Nessun genitore può chiedere una misura coercitiva, provocando un danno ai bambini.

L’art 6 parla di giusto processo, in cui le parti vengono ascoltate, anche i bambini che sono soggetti di diritto, e non oggetti.

L’art 13 parla di rimedio effettivo. Nel caso di Laura Massaro, nessuno dei soggetti istituzionali coinvolti ha messo in campo un rimedio effettivo, mai. 

Siamo di fronte ad un caso di una gravità estrema.

La giustizia è morta.

La coscienza civile? Noi? Noi cittadine e cittadini?

Laura Massaro è stata (quasi) sola per anni. Nonostante questo ha rotto il silenzio. Coraggiosa e resistente.

Crediamo che nessuno debba più tacere, che nessuno debba più dire “io non sapevo”. Crediamo che le Istituzioni e tutta la società civile debbano agire, ognuno nel suo.

Rinnoviamo l’invito ad aderire ai presidi di Madri in Rivolta per non lasciare mai più che uno Stato che si dice civile metta in atto simili torture a danno di mamme e bambini.