Il ddl Pillon è morto?

Circa un anno fa, appena dopo la presentazione del ddl 735 in Commissione Giustizia Senato, mettevo on line il primo post in materia, con alcune riflessioni che, in qualità di operatrice di uno dei Centri Antiviolenza Storici, mi erano nate in testa, non appena letto il testo della Proposta di Legge, prima ancora che venisse presentata dal baldo Senatore con il farfallino.

Stamattina ho letto che la neo Ministra per le Pari Opportunità (e Famiglia) ha dichiarato che per quanto la riguarda, il famigerato disegno di legge sull’affido condiviso non diventerà legge e, per quanto io aneli a quella boccata di aria fresca che non riesco più a portare nei polmoni dallo scorso anno, non riesco ad essere del tutto rasserenata.

Intendiamoci, la rassicurazione della Ministra Bonetti mi ha fatto molto piacere, così come alcune sue altre dichiarazioni relative al suo lavoro in favore di un allargamento dei permessi parentali ai padri, e dell’accesso al mondo del lavoro per le mamme e le donne in generale, perché se si parla di affido condiviso, dopo una separazione, occorre che anche prima della fine dell’unione tra adulti, le cure relative a casa e famiglia fossero condivise, cosa che oggi in Italia non si è ancora realizzata.

Nel corso dei mesi, dopo 120 audizioni in Senato, moltissimi articoli, post, manifestazioni di piazza, eventi, mobilitazioni, dichiarazioni di archiviazione del disegno di legge, e relative smentite di cui vi abbiamo sempre dato conto dalla nostra pagina FB, la situazione stagnava da luglio, quando, con rullo di tamburi e squilli di trombe, il PD ci informava che il ddl Pillon non esisteva più, era stato archiviato, aggiungendo, però, che allo stesso Senatore (cattolico fondamentalista, ossessionato dal Gender e dalle streghe, dagli omosessuali e ostile alla libertà di scelta delle donne in materia di maternità, ma non solo) era stato dato incarico di redigere un nuovo testo in materia, che tenesse conto di tutti i ddl depositati sul tema, lasciandomi sbigottita e arrabbiata.

E’ utile ricordare chi è Pillon, e lo faccio, come un anno fa, pubblicando un estratto di una sue intervista:Oggi, Fanpage ci informa:

Le proteste del Pd contro il ddl Pillon, in realtà, non erano isolate: anche il Movimento 5 Stelle, o almeno una sua parte, ha criticato alcuni aspetti del disegno di legge. E il rinvio di luglio non è stato casuale: allora si era deciso di rinviare tutto a settembre, elaborando un nuovo testo che tenesse insieme i cinque precedentemente presentati. E il compito di unificare i testi spettava allo stesso Pillon. Un incarico da cui, con la nuova maggioranza, verrà senz’altro sollevato, come garantito dal ministro (!!) Bonetti.

Due sono i motivi per i quali non riesco ancora a tirare un sospiro di sollievo.

Il primo è che, a causa del silenzio delle donne di destra (salvo pochissime eccezioni), e in special modo delle leghiste e a causa dell’intervento tardivo delle donne di sinistra, la questione (che è sociale, etica, e che attiene ai diritti di autodeterminazione, protezione, giustizia, rispetto) è diventata ideologica.

Da una parte i cattofondamentalisti di destra che vogliono riportare in auge la famiglia patriarcale, ristabilire il potere sulle donne/mogli/madri e sulla prole e dall’altra i ccdd “progressisti”.

Ed ecco che sulla scena già così greve e compromettente per le donne (e i bambini) ha fatto anche la sua comparsa l’inchiesta “Angeli e Demoni”, di cui non credo ci sia bisogno ch’io parli, fin da subito strumentalizzata da una parte contro l’altra. I fans sfegatati della “famiglia tradizionale” si sono fiondati sullo scandalo di Bibbiano che, se confermato dalla magistraura, sarebbe una ferita gravissima nei cuori di bambini e famiglie fragili, mischiando il tema delle sottrazioni di minori a famiglie presunte inadeguate, con quello dell’affido condiviso post separazione, con evidente forzatura e strumentalizzazione.

In realtà, se gli schierati ideologizzati togliessero i paraocchi, e leggessero il testo originale del ddl 735, troverebbero che vi sono un paio di articoli che porterebbero ancora una volta bambini e bambine ad essere strappati a genitori accudenti (quasi sempre le madri), accusate di alienazione parentale e costretti ad essere resettati in non meglio identificate strutture ad hoc, per poi essere consegnati all’altro genitore, con un aumento delle sottrazioni di minori e del giro di affari di case famiglia e scaltri e spregiudicati “professionisti”, più interessati a denaro e potere che ai bambini/e.

Nell’attuale clima urlato, regressivo e repressivo,che ha sdoganato idee fasciste, patriarcali e misogine riempito di slogan che solleticano le pance e i lati oscuri di tanti, troppi Italiani e Italiane, far diventare ideologici i problemi sollevati dal ddl Pillon ha un sapore di scontro perenne. Nessuno mi toglie dalla testa che, se non si lavora in modo concreto e serio, culturale sulla prevenzione e la tutela delle donne vittime di violenza maschile, che se non si lavora su misure concrete per incentivare la parità lavorativa, occupazionale, salariale e di opportunità di scelte di vita tra donne e uomini, se non si spazzano via tutte le forme di dominio e sfruttamento sui corpi e le persone delle donne, passata questa parentesi più o meno lunga, di Governo, Pillon o chi per lui tornerà a farsi vivo. Anzi: vivo e vegeto.

D’altronde, se si va vedere su blog come “Il ricciocorno schiattoso”   (anche per chi volesse meglio informarsi sulla alienazione parentale), l’avanzata strisciante di movimenti ferocemente misogini, in salsa lamentosa (poveri uomini schiacciati da madri malevole, mantidi religiose, parassite e false) continua in ogni parte del mondo. Tutti movimenti che avevano accolto con spirito di malcelata vendetta e desiderio di schiacciare le ex mogli/compagne la proposta di legge del Senatore Pillon.

Il secondo motivo che mi fa temere che, anche in assenza dello sciagurato Senatore e del ddl, le cose non miglioreranno mai, nella pratica, per le donne e i bambini vittime di violenza domestica, diretta o assistita, è la storia di Laura M. di cui abbiamo pubblicato qualche notizia sulla pagina FB e che è troppo lunga e complessa per riassumerla ora. Vi consiglio di leggere QUI e seguire tutti i link che trovate nel pezzo, per chiarirvi le idee.

Sono sincera e ammetto che ero a conoscenza di storie simili, ma non credevo fossero così diffuse. In questo anno di insonnia e inquietudine, in cui ho conosciuto Laura e molte altre donne come lei, in cui al Centro Antiviolenza ho conosciuto (e sto seguendo) una donna che rischia lo stesso calvario di Laura, ho realizzato che l’attuale legge sull’affido dei figli minori in caso di separazione dei coniugi può portare storture, traumi, violenze istituzionali, torture vere e proprie a chi è in posizione più fragile. Si è aperta sotto i miei occhi la voragine di impreparazione e di misogina che affligge ancora troppe Istituzioni, tra cui i Tribunali ordinari civili e i Tribunali dei Minori che avrebbero un ruolo chiave nella protezione di donne/mamme e bambini e che invece già adesso troppo spesso non prendono in considerazione la violenza domestica, ignorando la Convenzione di Istanbul come se non esistesse nemmeno. Ddl Pillon o no, queste storie vedono già applicate le storture previste dal disegno di legge per ora “nel cassetto”.

Di queste donne (e sono tante!) e dei loro bambini non si interessa nessuno: non la politica, non le associazioni.

E’ molto difficile entrare nella storia di Laura. Durissimo leggerla, farci i conti. Doloroso e straziante conoscerne i dettagli. Io ho sempre seguito la sua vicenda con un nodo allo stomaco, una mano che mi stringeva la gola, un dolore nel petto, un macigno sul cuore. Devo prendere Laura e le altre “a piccole dosi”, ma è ora che si apra il velo del silenzio, perché solo conoscendo queste storie, si potrà capire che, no, non basta cestinare il ddl 735 per essere serene.