“Io non sono razzista ma…
I rom puzzano;
i rom vivono nell’illegalità;
i rom chiedono l’elemosina e sono fastidiosi;
i rom non vogliono adeguarsi;
i rom sono ingiustificabili;
i rom non pagano le tasse;
i rom non mandano i loro figli a scuola;
i rom fanno i roghi.
Questa la giustificazione del proprio razzismo sciorinata dalla maggior parte degli italiani.
La famiglia ha provato a portare in braccio la donna morente, tentando di scavalcare muri e caricando il corpo, tra tanti ostacoli, verso l’ambulanza che era costretta a restare fuori con i mezzi per la rianimazione. Ma era già troppo tardi.Notizie che dovrebbero far riflettere e farci vergognare anche un po’. Ma non per tutti è così: troppi, troppi, troppi italiani –e quei commenti ne sono stati la prova– anche in queste circostanze tragiche colgono l’occasione per seminare odio, razzismo e pregiudizi.
Per cui prima aderiscono alla tua pagina sostenendo implicitamente di stare dalla tua parte perché lottano per l’emancipazione femminile, ma poi, sui rom, eh no, proprio no: non transigono! A noi invece non importa nulla se credete che quella pubblicità sia sessista o se lottate per l’emancipazione femminile se poi venite a lasciare commenti discriminatori verso questa o quella minoranza. Il femminismo non è assolutamente avulso da quel contesto più generale di impegno politico e sociale che comprende antirazzismo, antifascismo, eccetera.
Il femminismo di questo blog è intersezionalista, basta leggere il nostro manifesto
non sono maschilista è solo la mia opinione.”
Le bufale che circolano su di loro sono incommensurabili. Del resto non vengono spacciate solo sul web, ma anche in tv o in radio. Ricordate, ad esempio, quando l’inviato delle Iene, sulla sua pagina facebook, postò la foto di una bimba bionda che dormiva in braccio a una donna rom, alludendo pericolosamente ad uno dei più odiosi dei pregiudizi sui rom? Sto ovviamente parlando del rapimento di bambini
La domanda sorge spontanea: se li discriminiamo, impedendogli di andare a scuole e di lavorare –e quindi di avere una casa– come pretendiamo che paghino le tasse?Come scrivono su l’Internazionale :
“Non tutti vivono in campi attrezzati o abusivi ai margini delle città e chi invece ci vive, spesso lo fa perché costretto dall’assenza di alternative. Ed è proprio l’assenza di alternative che finisce con l’alimentare ciò che, agli occhi di tanti, sarebbe “la natura” – addirittura il dna – di quel popolo e la sua fatale “vocazione” al furto, all’accattonaggio e alla sopraffazione”.
Giornalmente viene loro negato ogni tipo di diritto (dalla sanità, all’istruzione) e ogni aiuto per staccarsi dalla loro condizione.
Ricordiamo quando CasaPound chiuse il passaggio a dei bambini rom per non farli entrare a scuola o quanto spesso questi bambini siano costretti a rinunciare alla scuola e di conseguenza a un’istruzione perché emarginati e discriminati dai compagni e non.
“Si stima che in Italia la popolazione rom e sinti ammonti a 180mila persone. Di queste, circa 70mila hanno la cittadinanza italiana mentre gli altri si dividono tra apolidi, ex jugoslavi e romeni. Oltre il 60 per cento di loro vive all’interno di abitazioni stabili e solo la restante parte si trova in campi attrezzati o abusivi.
Questo mostra quanto sia eccessivo – rivelandone allo stesso tempo la finalità tutta emotivo-propagandistica – il messaggio che li vorrebbe rappresentare come un’emergenza e come un fenomeno di invasione, tale da richiedere la dichiarazione dello stato d’eccezione e misure straordinarie”.
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.
Ma la condizione dei rom, e il loro ruolo di ultimi tra gli ultimi, è rimasto quello.
E la persecuzione nei loro confronti, giustificata via via da troppi italiani, ci ricorda da vicino quell’orrore dell’umanità che ogni anno –con l’avvicinarsi della Giornata della Memoria– ricordiamo dicendo: “Mai più”.
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