Non sono razzista ma: l’odio verso i rom che mette d’accordo tutti

“Io non sono razzista ma…

I rom puzzano;
i rom vivono nell’illegalità;

i rom scavano nei cassonetti;
i rom chiedono l’elemosina e sono fastidiosi;
i rom non vogliono adeguarsi;
i rom sono ingiustificabili;
i rom non pagano le tasse;
i rom non mandano i loro figli a scuola;
i rom fanno i roghi.
Non è razzismo è solo la mia opinione!”

Questa la giustificazione del proprio razzismo sciorinata dalla maggior parte degli italiani.

Quelli che avete letto qui sopra non sono commenti “presi” esclusivamente dalla paginetta facebook di Salvini, Forza Nuova o qualche altra adunata populistica del web, gran parte di questi, sono arrivati sulla nostra pagina –una pagina facebook di un blog dichiaratamente antirazzista.
Molti di questi siamo stati costretti ad eliminarli dopo aver pregato più volte di moderare i toni e di rendersi conto di stare discriminando un gruppo di persone, oltretutto su un spazio antirazzista.
Dopo aver condiviso sulla nostra pagina facebook la notizia di una donna rom di 58 anni morta a Roma, nel campo di Salviati 2, perché l’ambulanza –a causa di alcuni grossi blocchi di cemento posti dinanzi all’ingresso del campo non ha potuto intervenire per soccorrere la donna– i suddetti commenti sono arrivati in massa.

La famiglia ha provato a portare in braccio la donna morente, tentando di scavalcare muri e caricando il corpo, tra tanti ostacoli, verso l’ambulanza che era costretta a restare fuori con i mezzi per la rianimazione. Ma era già troppo tardi.
Notizie che dovrebbero far riflettere e farci vergognare anche un po’. Ma non per tutti è così: troppi, troppi, troppi italiani –e quei commenti ne sono stati la prova– anche in queste circostanze tragiche colgono l’occasione per seminare odio, razzismo e pregiudizi.
tumblr_nl5dtl9f8S1tduuewo1_540Si fanno forti e avvalorano le loro tesi linkando post di blog che, tra un banner pubblicitario e l’altro, guadagnano soldi sdoganando razzismo e xenofobia, sapendo perfettamente di trovare terreno fertile –e quindi di fare il carico di click (leggi: soldi)– in quella fetta sempre più spessa di mediocrità italiana.Se poi provi a fargli capire che sul tuo spazio non sono graditi certi commenti e che il web è pieno di spazi pronti ad accogliere i loro insulti contro rom, extracomunitari o tante altre categorie, ti dicono che il/la fascista sei tu!

 

Per cui prima aderiscono alla tua pagina sostenendo implicitamente di stare dalla tua parte perché lottano per l’emancipazione femminile, ma poi, sui rom, eh no, proprio no: non transigono! A noi invece non importa nulla se credete che quella pubblicità sia sessista o se lottate per l’emancipazione femminile se poi venite a lasciare commenti discriminatori verso questa o quella minoranza. Il femminismo non è assolutamente avulso da quel contesto più generale di impegno politico e sociale che comprende antirazzismo, antifascismo, eccetera.

Il femminismo di questo blog è intersezionalista, basta leggere il nostro manifesto

I suddetti “commentatori”, poi, gridano alla censura accusandoti di occultare una verità scottante che “laggente” dovrebbe conoscere ––ovvero che loro odiano i rom. Come se per loro non ci fosse già abbastanza spazio tra pagine nostalgiche del Duce e di movimenti che, coprendosi dietro al “né destra né sinistra”, veicolano contenuti reazionari scaricando tutto il proprio odio sulle minoranze: rom, extracomunitari, immigrati.
Per loro non è ancora chiaro un concetto piuttosto semplice: i pregiudizi non sono un’opinione, sono solo pregiudizi.
E ormai è diventato un mantra.
“Non sono omofobo, è solo la mia opinione;
non sono razzista è solo la mia opinione;
non sono maschilista è solo la mia opinione.”
Per quanto riguarda l’omofobia, invece –e ci tengo a precisarlo almeno per quanto riguarda il nostro spazio–, è molto raro che qualcuno venga a giustificare commenti omofobi spacciandoli per libertà di parola, ma riguardo ai rom questo capita puntualmente.
Ogniqualvolta abbiamo condiviso in pagina una notizia riguardante i rom, ci siamo ritrovate inondate non solo di commenti poco piacevoli, ma anche di ingiurie e violenze verbali che puntualmente sono finite sul personale.
Questo perché i rom sono ormai diventati il capro espiatorio di tutti i mali, diventando probabilmente la categoria più discriminata d’Italia.
Le bufale che circolano su di loro sono incommensurabili. Del resto non vengono spacciate solo sul web, ma anche in tv o in radio. Ricordate, ad esempio, quando l’inviato delle Iene, sulla sua pagina facebook, postò la foto di una bimba bionda che dormiva in braccio a una donna rom, alludendo pericolosamente ad uno dei più odiosi dei pregiudizi sui rom? Sto ovviamente parlando del rapimento di bambini
IeneNon contento, poi, si giustificò così.
Li accusano, fra le altre cose, di non volersi adeguare.Più volte è capitato che queste persone siano state inserite in qualche ambito lavorativo grazie a progetti di integrazione finanziati dall’Unione Europea, e poi siano state costrette a ritirarsi a causa delle mille pressioni ricevute o addirittura siano state mandate via con raccolta firme.
Ma non eravamo i primi ad accusarli di non voler lavorare?
La domanda sorge spontanea: se li discriminiamo, impedendogli di andare a scuole e di lavorare –e quindi di avere una casa– come pretendiamo che paghino le tasse?Come scrivono su l’Internazionale :

“Non tutti vivono in campi attrezzati o abusivi ai margini delle città e chi invece ci vive, spesso lo fa perché costretto dall’assenza di alternative. Ed è proprio l’assenza di alternative che finisce con l’alimentare ciò che, agli occhi di tanti, sarebbe “la natura” – addirittura il dna – di quel popolo e la sua fatale “vocazione” al furto, all’accattonaggio e alla sopraffazione”.

Giornalmente viene loro negato ogni tipo di diritto (dalla sanità, all’istruzione) e ogni aiuto per staccarsi dalla loro condizione.

Ricordiamo quando CasaPound chiuse il passaggio a dei bambini rom per non farli entrare a scuola o quanto spesso questi bambini siano costretti a rinunciare alla scuola e di conseguenza a un’istruzione perché emarginati e discriminati dai compagni e non.

Tantissimi continuano a chiamarli nomadi ma, sempre da l’Internazionale, si legge che:
“Si stima che in Italia la popolazione rom e sinti ammonti a 180mila persone. Di queste, circa 70mila hanno la cittadinanza italiana mentre gli altri si dividono tra apolidi, ex jugoslavi e romeni. Oltre il 60 per cento di loro vive all’interno di abitazioni stabili e solo la restante parte si trova in campi attrezzati o abusivi.
Questo mostra quanto sia eccessivo – rivelandone allo stesso tempo la finalità tutta emotivo-propagandistica – il messaggio che li vorrebbe rappresentare come un’emergenza e come un fenomeno di invasione, tale da richiedere la dichiarazione dello stato d’eccezione e misure straordinarie”.
Come scrissi qualche tempo fa in questo post, pensiamo di essere invasi da rom, musulmani e immigrati, ma i dati –quelli ufficiali e non quelli pubblicati su spazi del tenore di “Catena Umana” o “Imola Oggi”– mostrano una realtà ben differente.
Sono passati 70 anni da quando è stata pubblicata questa famosa poesia:

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.

Ma la condizione dei rom, e il loro ruolo di ultimi tra gli ultimi, è rimasto quello.

E la persecuzione nei loro confronti, giustificata via via da troppi italiani, ci ricorda da vicino quell’orrore dell’umanità che ogni anno –con l’avvicinarsi della Giornata della Memoria– ricordiamo dicendo: “Mai più”.

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