Fuck you Lily Allen?

Post del 14 Novembre 2013

“Hard out here” è il titolo del nuovo singolo di Lily Allen. Obiettivo quello di criticare il mondo pop machista e sessista, identificato in questo periodo storico principalmente nella figura di Miley Cyrus, ex creatura disneyana rea di essersi ribellata all’immagine di angelo del focolare – sulla quale mai nessun* ha avuto alcunchè da ridire – e aver iniziato a leccare martelli.
Su Miley Cirys sono già state dette tante, troppe cose, principalmente banalità, ad eccezione dell’ottimo intervento di Amanda Palmer, con cui la cantante prendeva le parti della scostumata ragazzina contro il predicozzo paternalista rivoltole da Sinead O’Connor; ma la Cyrus non è l’unica vittima dell’”ironia” di Lily Allen, c’è pure Rihanna, Robin Thicke, i video hip hop e in generale un po’ tutto l’immaginario sessista della cultura pop.

Riesce Lily Allen nell’obiettivo di attaccare ironicamente questo mondo fortemente machista e stereotipato?
A mio parere risulta ben riuscita la decostruzione del passaggio dell’ormai tristemente famoso video di Robin Thicke  in cui il cantante si vantava di avere un pisello grande, a questo orgoglioso sfoggio di machismo Lily Allen risponde, con altrettanto orgoglio, di avere una vagina larga “Lily Allen has a baggy pussy”

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Per quanto riguarda invece il resto credo che Lily Allen non riesca nell’operazione attaccare ironicamente il sessismo dello showbiz, anzi personalmente ritengo che le numerose accuse di razzismo che sono state mosse al video non siano del tutto infondate.
Il video di “Hard out here” è stato raggiunto da numerose critiche per la rappresentazione stereotipata e colonialista delle ballerine nere.

La donna bianca, vestita, viene contrapposta alle ballerine nere, svestite. La donna bianca è posta in una posizione dominante, questo è evidente nel passaggio del video in cui Lily Allen sculaccia una ballerina nera impegnata nel “twerking”, ovvero lo scuotimento di natiche, tipico ballo della cultura hip hop afroamericana, riproposto ultimanente anche da cantanti bianche, in primis proprio Miley Cyrus, responsabile principale di questo processo di appropriazione culturale.

screenshot2013-11-12at43458pm_zps9d5daa89Mi chiedo però dove finisca l’appropriazione culturale e inizi lo stereotipo razzista.
Dove il processo di assimilazione di culture considerate “altre” si appiattisce su una rappresentazione limitata e razzista di quelle stesse culture, o presunte tali.

Il modo in cui le ballerine nere vengono presentate nel video di Lily Allen alimenta lo stereotipo della donna nera come donna dalla sessualità più accentuata, dal carattere più “animalesco”, dalla corporeità che domina sulla parte razionale.
“I don’t need to shake my ass for you because I got a brain”, non ho bisogno di scuotere il sedere perchè ho un cervello, canta Lily Allen, questo però non vale per le donne nere che nel suo video non fanno altro che scuotere le chiappe, perchè? Perchè la donna nera è rappresentata sempre in maniera ipersessualizzata? Perchè di questa è sempre e solo la corporeità che viene messa in scena?

I corpi neri sono solitamente corpi invisibili, ad esempio raramente compaiono nelle pubblicità, a meno che non si debba pubblicizzare la nuova collezione di abbigliamento “animalier”, allora ci metto la donna nera, magari per lei allestisco un set fotografico esotico e selvaggio.  La rappresentazione delle culture considerate “altre” da quella occidentale vengono spesso assimilate attraverso stereotipi, orientalismi e letture colonialiste. (Qui , dal mondo del make-up tutorial, esempi di appropriazione culturale che sfociano nel vero e proprio razzismo)

Risponde così Lily Allen alle accuse di razzismo: “Non mi scuserò, perché implicherebbe che io sia colpevole di qualcosa. Il messaggio è chiaro, anche se non voglio offendere nessuno. Io lotto per provocare pensieri e dialogo. Il video vuole essere una satira spensierata che affronta l’oggettizzazione della donna nella moderna cultura pop. Non ha niente a che vedere con il razzismo, per niente”.

Affronterà pure l’oggettivizzazione della donna nella cultura pop, ma a me pare che parli esclusivamente alla donna bianca, è questa che si vuole liberare dalla oggettivizzazione a costo anche di passare sui corpi, oggettivati, delle donne nere, delle donne “altre”, delle donne “non bianche”.

Denigrare e rinchiudere i corpi delle donne nere in stereotipi razzisti per esaltare il ruolo della donna bianca, non è così che si fa ironia.

E poi basta contrapposizione donne per bene che usano il cervello e donne per male che sculettano, non se ne può veramente più di questo binarismo sessista, basta!

Per approfondire:

Qui una lettura che condivido

Qui un punto di vista differente

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