Chantelle, la prima modella con la vitiligine che sfida i pregiudizi mostrando fiera la sue macchie

Chantelle Harlow è una ragazza canadese di 19 anni, vive a New York,  fa la modella, ed è anche piuttosto affermata e richiesta da molti stilisti e fotografi.

Come tutte le modelle è alta, magra e ha bei lineamenti ma ha una caratteristica che la distingue molto da tutte le altre modelle : la vitiligine.

La vitiligine è una malattia progressiva dell’epidermide  –si sospetta sia ereditaria e genetica– ed è caratterizzata da zone della pelle prive di melanina, la mancanza di quest’ultima fa sì che alcune zone siano di un colore molto più chiaro e diverso dal resto del corpo.

Solitamente le macchie si estendono in modo asimmetrico: le zone di maggiore sviluppo sono le mani,  gli avambracci, il viso, il collo ma anche le gambe e l’inguine, praticamente, ha un raggio di estensione molto ampio ed in zone piuttosto evidenti.

chantelleChantelle, indubbiamente incarna i canoni estetici attuali: è alta, ha un corpo longilineo e slanciato,  ma il fatto che una ragazza con una malattia che comporta visibili macchie sulla pelle – ad esempio, lei ne ha di molte estese anche  sul viso – faccia un lavoro che non ammette alcun tipo di difetto e di diversità, fa di lei una modella coraggiosa e speciale e ci fa sperare in un cambiamento e in una società meno conformista e schiava della perfezione.

La storia di Chantelle mi ha particolarmente colpito innanzitutto per il suo coraggio, le sono spuntate le prime macchie quando aveva solo 3 anni, da piccola ha subito bullismo, a scuola veniva derisa e picchiata dai compagni e non si contano tutte le battutine e i nomignoli come “mucca” o “zebra” che ha dovuto subire.

Con tenacia e coraggio ha affrontato tutti a testa alta, combattendo i pregiudizi e dimostrando che non esiste un’unica bellezza.

Sappiamo perfettamente quanto sia dura essere diversi, non incarnare la perfezione o meglio non rappresentare quella che per la società è la normalità, soprattutto nel periodo dell’infanzia e dell’adolescenza, quando non si è ancora abbastanza  forti per poter affrontare pregiudizi e angherie.

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La vitiligine è una malattia rara e anche per questo attorno ad essa c’è ancora troppa ignoranza, tanto che la maggior parte delle persone affette da vitiligine tendono a non accettarsi e a coprisi anche in piena estate proprio per paura dei pregiudizi.

 

Tra questi,  Micheal Jackson, che non scelse spontaneamente di diventare bianco ma nel 1986 gli fu diagnosticata una forma di vitiligine molto acuta -ricordiamo infatti la sua abitudine a girare con l’ombrello per proteggersi dal sole-, ma lui, al contrario di Chantelle, non riuscì ad accettare la diversità e i segni della vitiligine decidendo così di procedere allo sbiancamento graduale e totale della pelle.

Ma, la storia di Chantelle mi ha colpita particolarmente anche per un altro motivo un pochino più personale :  mio padre è affetto da vitiligine e come Chantelle anche lui ha le mani di due colori estremamente diversi, dalle unghie fino alle nocche il colore è totalmente bianco, le macchie sono estese anche sugli avambracci e su alcuni punti delle gambe e dei piedi.

Queste macchie lo hanno in qualche modo condizionato e un po’ complessato. Quando era  più giovane evitava persino di andare al mare e tuttora, nonostante sia maturo e forte abbastanza da poter affrontare domande e sguardi incuriositi e fastidiosi  evita, ad esempio, di mettere pantaloni più corti o capi di abbigliamento che scoprono di più la pelle.

Basta poco, solo qualche macchia,  per sentirsi diversi, per sentire addosso sguardi incuriositi e domande sciocche — i pregiuduzi e l’ignoranza portano persino a pensare che la vitiligine sia una malattia trasmissibile per contatto.

Non esistono corpi più belli di altri, esistono solo corpi diversi. Per questo vedere Chantelle che fiera mostra le sue macchie mi tocca particolarmente e spero sia una rivincita per tutte le persone  affette da questa malattia –ma non solo–, una spinta per ricordare che esistono tanti corpi, anche quelli disabili e per abbattere questo regime estetico che non accetta difetti e diversità.

[Altre fonti 1,  2, 3]

 

Articolo scritto il 7 maggio 2014