I corpi abietti del Sudafrica contemporaneo

marco anselmi                                        di Marco Anselmi –alias Pesce. Laureato in   Antropologia Culturale, blogger freelance e appassionato di fotografia.

Attento ai temi dell’immigrazione e alle questioni di genere, ha svolto ricerche in Etiopia, Sudafrica, Macedonia e Kosovo.

In continua astinenza da Alterità.


 

 

Il Sudafrica contemporaneo è un Paese ricco di contraddizioni, una Nazione che ha legalizzato i matrimoni omosessuali, ma che è dominata da una società profondamente eterosessista. In Sudafrica, la percezione generale che si ha della sessualità è sempre legata all’eterosessualità.

L’omosessualità, soprattuto quella femminile, è considerata come una sfida alle norme di genere e un pericolo per l’ordine sociale tradizionale. Il disprezzo per le donne lesbiche è così radicato che queste vengono considerate delle malate da curare o meglio da correggere con le becere pratiche degli stupri correttivi, che tutti i giorni, nel silenzio del Governo, riempiono le pagine della cronaca.

Tuttavia in questo mare che rifiuta chiunque si sottragga alla norma eterosessuale, c’è anche una piccola isola felice in cui differenti identità di genere trovano una zona franca. Questa isola è uno spazio abitato e costruito da alcune donne, le Sangoma, che nonostante le tante pressioni eterosessiste, sono riuscite a ricreare una società, in cui diverse espressioni di genere convivono.

Le Sangoma sono una particolare categoria di guaritrici tradizionali zulu, considerate molto potenti e per questo molto temute in società. Il loro ruolo è garantito da spiriti ancestrali, dai quali sono possedute. Gli antenati, oltreché donare importanti poteri alle Sangoma, riescono a prendere il controllo delle loro vite.

L’azione spiritica sul corpo e sulla personalità di una Sangoma è talmente alta da influire anche sugli orientamenti sessuali, sulle identità di genere e sui ruoli di genere di queste. Capita così, che una Sangoma posseduta da spiriti ancestrali maschili e femminili, possa alternativamente avere rapporti omosessuali ed eterosessuali. Per via degli spiriti le Sangoma non sono mai né completamente donne, né completamente uomini, ma oscillano sempre tra i generi, collocandosi ai margini di questi.

La loro sessualità è una sessualità bricolage e le loro identità di genere sono sempre situazionali. Il loro principale potere è quello di saper e poter sovvertire ogni schema di genere: esse alterando il tono di voce, indossando abiti considerati “da uomo”, avendo partner femminili (note come mogli ancestrali) distruggono l’intero impianto dell’esclusività eterosessuale.

Parlando delle Sangoma non si può non pensare alla fluidità di genere e agli abject bodies di Judith Butler. Quest’ultimi sono dei “corpi abietti”, non accettati perché considerati da molte società come “non normali”. Gli abject bodies sono i corpi di chi rifiuta ogni categorizzazione, di chi non è ossessionato da rigidi confini identitari e di chi si propone come alternativa alla gabbia della concezione binaria dei sessi.

Per Butler, l’abietto è ciò che viene prodotto dal sistema patriarcale con la sua eterosessualità fallica, ma è anche il principale antagonista di questo sistema. La possessione spiritica permette alle Sangoma di esprimere una più ampia visualizzazione genere, di giustificare orientamenti sessuali “non conformi”, ma soprattutto le rende appieno degli abject bodies. Come gli abject bodies butleriani anche le Sangoma mostrano le crepe delle concezioni eterosessiste e diventano oggi un simbolo delle battaglie per i Gender-Nonconforming People,

Esse, e oggi più che mai, rappresentano un ancora di salvataggio per tante donne omosessuali, che dicendo di ricevere una chiamata dagli spiriti e fingendo una possessione, riescono a salvarsi dagli stupri correttivi.

In Sudafrica sono molti i discorsi che si fanno intorno alla presunta veridicità della possessione e sono tante le critiche che si fanno alle nuove generazioni di Sangoma; l’obiettivo ancora una volta è quello di regolare l’universo, di racchiudere la possessione all’interno di categorie ben definite e facilmente controllabili. Le categorie di “vero” o “falso” sono molto simili a quelle eterosessiste di o “solo uomo” o “solo donna”, e come con queste le Sangoma ci giocano, ci ridono e le distruggono.

Se a farlo sono gli spiriti o qualunque altro intento non si sa e non conta, l’unica cosa che conta veramente citando ancora una volta Butler è il corpo e quello abietto delle Sangoma, che sfugge le categorie, che si pone come ancora di salvataggio dal buio mare della lesbofobia sudafricana, conta molto.