NICKOLAY LAMM E LA BARBIE “UMANA”

Post del 4 luglio 2013

 

Nickolay Lamm è un artista statunitense che già famoso per averci proposto mesi fa una versione “struccata” di Barbie.

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Lo scopo è quello di rendere più realistico l’aspetto della bambola amata e demonizzata per il canone estetico che propaganda.

Oggi esistono altri giochi  per bambine le cui rappresentazioni femminili sono ben peggiori considerando forme e proporzioni delle piccole donne con cui giocano e con cui, inevitabilmente, si identificano. Barbie però rimane un feticcio pop per così tante generazioni che decostruirne l’aspetto e riproporla in forme pià realistiche diventa arte quanto ripetere all’infinito la faccia di Marilyn Monroe.

Togliere il make up a Barbie, come a tante altre bamboline super femminili, restituisce ad esempio le “imperfezioni” ( considerate tali solo per assuefazione alla bellezza artificiale ) persino su un volto di plastica.

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L’ultima opera di Lamm consiste invece nel riprodurre una Barbie usando in scala le misure naturali di una donna statunitense media. Paragonandola a una qualsiasi Barbie commercializzata, il modello con le misure medie reali è più bassa, ha la vita più larga ( d’altronde, se Barbie fosse una donna vera non potrebbe sostenere gli enormi seni con quel vitino da vespa ) e pur rimanendo magra e sostanzialmente nei canoni estetici dominanti, avrebbe poco o niente a che fare con la forma stilizzata della bambola così come la conosciamo.

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Lamm parte dal presupposto che, nella critica ai modelli imposti dai canoni estetici, le bambole come Barbie rappresentino per le bambine l’equivalente delle donne “mediatiche”, dalle rappresentazioni televisive a quelle della moda o delle pubblicità per le più grandi.

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Nella critica ai modelli quindi sottolinea solo dati oggettivi, senza entrare nel merito delle influenze soggettive: le misura corporali distano moltissimo da quelle medie della realtà.

Lamm sostiene infatti che la sua realizzazione mostri come, nel totale straniamento da ogni rappresentazione realistica, una costante esposizione a una donna-Barbie possa essere anche l’origine di molti traumi di cui le donne soffrono ogni giorno per il fatto di non avere “la linea perfetta”, “il peso ideale”, “le forme giuste”. Stigma che, una volta cresciute, saranno loro ripetute ad libitum da pubblicità, industrie, programmi tv.

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Lamm si chiede: “Se l’immagine del corpo di Barbie può essere di influenza negativa per le bambine perchè le fa immedesimare con modelli non realistici, cosa impedisce alla Mattel di fabbricare una Barbie “più umana”?”

E poi: “Industrie come Mattel dovrebbero considerare di cambiare i canoni delle proprie bambole o noi potremmo considerare di smettere di acquistarle se questo non succede”.

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