Di donne perbene e di troie

Da giorni gira su fb un’immagine che avrei voluto ignorare ma che sono costretta a condividere qui per puntualizzare alcune cose e contraddizioni che si sono venute a creare intorno alle veline, all’emancipazione femminile e alle donne in generale.

556449_10150974356349767_1485760192_n

Questa immagine è stata condivisa proprio in quegli spazi che della sottomissione e dell’oggettificazione della donna ne sono la fiera. Sulle pagine dei “giovani fascisti”, sulla solita pagina fake della violenza sulle donne e tutti quegli spazi dove circa ogni due minuti viene pubblicata l’immagine di una donna –con annessa visita ginecologica– accompagnata da  imbarazzanti messaggi a doppio senso imbarazzanti e sessisti.

Mi sono chiesta, quindi, come mai, tutto ad un tratto, agli amministratori di queste pagine stia tanto a cuore l’emancipazione femminile? Semplice, questa immagine è stata pubblicata da loro solo e unicamente per uno scopo : seminare un po’ di sessismo fingendo di interessarsi ai decenni di lotte che le femministe, e non di certo quelli come loro, hanno speso per l’emancipazione.

Infatti i sentimenti che si sono andati a scatenare sotto un’immagine di questo tipo, sono i soliti : linciaggi, giudizi sprezzanti e umilianti. Inutile dire che si sono sprecati i “troia”  e i “sono capaci solo di aprire le gambe”.

Ma cos’è il termine troia se non marchiare e umiliare ancora una volta una donna? Che emancipazione sarebbe quella che giudica una donna in base alla sua sessualità o alle sue scelte di vita?

Il problema non sono le veline.  Più volte abbiamo espresso sulle pagine del nostro blog il desiderio che a tali figure venissero affiancate anche altri immagini di donne. Donne che lottano, che si autodeterminano ogni giorno attraverso il proprio lavoro, le proprie lotte e le proprie passioni.

Ogni donna passa sotto i raggi x della santa inquisizione; quindi se sei una brava giornalista ma anche una donna di bell’aspetto sei automaticamente una “troia” –e quindi faresti meglio a tacere– da far sbarcare sui canali youtube “scosciamenti di patate televisive”.

Se invece hai un aspetto più rassicurante devi tacere come l’altra, ma verrai etichettatata “cesso” e, seppur in modo opposto a quello dell’altra, il tuo aspetto passerà in primo piano rispetto alla tua professionalità.

Avete mai visto su youtube canali fatti da donne dove raccolgono i giornalisti o i politici più avvenenti e dove viene ridicolizzato il loro mestiere per far spazio a commenti grotteschi e discriminatori?

In un modo o nell’altro, bella o brutta, se sei donna devi tacere e delle tue competenze non importa a nessuno. Nel primo caso staresti meglio come starlette muta, nel secondo staresti meglio sepolta viva in cucina, nascosta, con un marito che ti ha fatto la grazia di sposarti e che quindi ogni tanto si può anche permettere di mollarti  un ceffone –tanto sei un cesso.

Non ci sono “donne per bene” e non ci sono “donne per male”. Non ci sono e non ci dovrebbero essere donne sante da relegare a incubatrici e regina del fornello e non ci sono puttane da umiliare e giudicare.

Siamo donne e basta. Ognuna di noi ha desideri, pulsioni e fantasie. Ognuna di noi deve decidere cosa fare della propria vita senza essere etichettata “mamma vergine immacolata” o “troia”.

L’emanicipazione femminile non è sentirsi meglio di qualcuna, ma la libertà di poter scegliere e decidere cosa fare della propria vita e del proprio corpo.

Scritto il 17/06/2012

3 Risposte a “Di donne perbene e di troie”

  1. Buon giorno..sono d’accordo con lei sul fatto che le donne dovrebbero smettere di dividersi tra sante e troie ma io sono una di quelle donne che vedendo l’immagine della velina pensa esattamente la frase scritta sotto, non perchè la velina è troia ma perché con questo intrattenimento volgare in cui le donne devono esser mezze nude e ovviamente belle, la societá si limiterá a vedere la donna in questo modo..io apprezzo molto un noto programma in cui le “veline” presenti ballano vestite in modo molto sensuale ma senza essere ne in mutande ne in decoltè,sono molto belle e in alcuni casi gli vien fatto leggere di storia,attualutà,arte etc..vorrei piú programmi dove le donne rappresentate fossero cosi..concludo dicendo che mia figlia di 4 anni vedendo le veline di quella foto é convinta che per esser bella deve esser piú nuda possibile..e a 4 anni non puoi avere idee sessiste ma solo idee che sviluppi dalla percezione del mondo che ti circonda..bisogna fare attenzione ai messaggi che vengono inviati non solo a come vengono recepiti..grazie dell’attenzione buona giornata

    1. Il programma che lei apprezza con annesse veline VESTITE, da quello che ho capito, è quello che va in onda su rai1 nel tardo pomeriggio ed è forse uno dei programmi dove si sono verificate le più becere scenette sessiste. Avendolo visto di tanto in tanto ho constatato quanto le ragazze vengano manovrate come marionette, infantilizzate e spesso invitate a inscenare spettacoli imbarazzanti.
      Non basta avere un po’ di stoffa in più, un foglietto in mano e leggere nozioncine di cultura generale per essere considerate meno oggettivizzate di chi si limita semplicemente a fare un balletto.

      Per lei, quindi, il problema non sono i messaggi sessisti che vengono veicolati –infatti non si rende conto quanti ne vengono trasmessi in quel programma che lei dice di apprezzare– ma la nudità. E, come se non bastasse, vorrebbe addirittura più programmi come quello dove le donne vengano rappresentate in quella maniera.
      Mi pare che si stia facendo un bel po’ di confusione tra moralismo e sessismo perché quello che lei contesta è la nudità e quindi misura il sessismo in base ai centimetri di pelle scoperta. Concordo sul fatto che bisognerebbe essere attenti ai messaggi che si vanno a veicolare e trasmettere in Tv ma, le chiedo, come mai lei, pensando a sua figlia di quattro anni, si sente tanto turbata e indignata per quella velina con la minigonna e non per un’altra che viene invitata a fare la scimmietta ammestrata davanti a milioni di persone solo perché indossa una gonna di qualche centimetro più lunga?

  2. Chi lo dice che essere troia equivalga ad essere una persona più sporca o peggiore di altre?
    Io farei notare questo a chi vuol offendere…
    Viviamo in un mondo dove tutto è mercificato e ci sono attività ben più alienanti e costrittive sia fisicamente che in termini di tempo e riconoscimento economico sociale.
    Secondo me, paradossalmente bisogna appropriarsi delle offese che gli altri ci fanno ed esser felici della propria identità.
    Si può essere troia, casto, gay, biserx ed essere amici stupendi, persone consapevoli, stare simpatici, antipatici o quant’altro…

I commenti sono chiusi.