“16 anni e incinta”: se non vuoi rimanere incinta non devi fare sesso

“Teen mom” , serie televisiva americana che racconta la vita di alcune mamme adolescenti , il 25 settembre è sbarcato su MTv con la versione italiana “16 anni e incinta”

Mi sono soffermata sulla puntata di Gemma : 17 anni e un ex che l’ha lasciata una settimana prima di fare il test di gravidanza. gemma Durante, e dopo la gravidanza, è solo la mamma a starle vicino, lui invece sparisce. Solo dopo la nascita della bambina, il ragazzo decide di assumersi le proprie responsabilità, o meglio finge di farlo tra bugie e continui comportamenti infantili. Nella storia di Gemma possiamo notare le solite dinamiche tutte italiane : lei costretta a crescere subito e quindi assumersi tutte, o quasi, le responsabilità , addossandosi la crescita della bambina, rinunciando anche  alla scuola e alla vita da adolescente, lui invece si fa vivo solo nel momento del parto, va a trovare la bambina un po’ alla sera, per il resto continua tranquillamente la sua vita tra lavoro, amici, discoteca e nuova ragazza.

 

carmenPoi ho guardato la storia di Carmen che ha 16 anni e tre figli. Sì, avete letto bene, tre figli e no, non vive in Pakistan o in India – quei luoghi che tanto ci piace giudicare tra un commento razzista e l’altro- ma qui in Italia.

Carmen non lavora, non va a scuola e ha un ragazzo, o meglio ex, della sua stessa età. Un ragazzo  che non lavora, non la aiuta a crescere i bambini e non ha la testa sulle spalle – ma quale ragazzino di quell’età ha la testa sulle spalle?-, ha una situazione familiare complicata, ed è proprio per questi  motivi che i genitori di Carmen le vietano di vederlo. Quindi, per farla breve, è solo Carmen, sostenuta dalla sua famiglia, a crescere i bambini.

Carmen è nata a fine secolo, a cavallo tra un millennio e l’altro,  e vive invece  una situazione che ci riporta indietro di almeno 60 anni.

Mentre parla di sé, della sua vita e dei suoi sentimenti, chiudendo gli occhi, rivedo i ragazzini spaesati intervistati da Pasolini nei “Comizi d’amore” , quasi 50 annifa. Non c’è alcuna consapevolezza nelle parole di Carmen, continua a vivere  come se la situazione in cui è costretta sia la giusta punizione a quello che ha fatto : fare sesso con il suo ragazzo (?)

Passa le sue giornate in casa : bambini da accudire, pappe, pannolini, faccende domestiche. Tutti i giorni, le stesse cose,  il massimo svago che può concedersi è scambiare qualche sms di nascosto con il suo ex fidanzato che, tra le righe, le scrive che a 18 anni andranno via e la “minaccia giocosamente” (?)  di fare la seria, perchè lui si informa sul suo conto. Ma la ragazzina è già costretta  in casa 24h su 24, più di così…

E’ stata privata della scuola, della possibilità di potersi formare professionalmente, di uscire con gli amici, di passare qualche nottata fuori casa per andare a qualche festa, semplicemente di vivere la vita di una sedicenne.

Carmen non è felice, ma anzi confessa che avrebbe voluto una vita diversa e mentre lo fa si sente in colpa,  quasi se ne vergogna, il chiaro risultato di un’educazione che abitua le ragazze a convivere continuamente con il senso di colpa.

Siamo piombati in un’epoca che ripudia uno dei diritti essenziali per le donne che è l’aborto.

In tutte le puntate non ho visto un solo approfondimento sull’educazione sessuale, sui contraccettivi, sulla pillola del giorno dopo e sull’interruzione di gravidanza come possibile alternativa.

Decenni di lotte per l’emancipazione e per la libertà sessuale sono state buttate via per dare spazio ad una cultura cattolica e conservatrice.

Ho provato rabbia mentre guardavo le storie di queste giovanissime donne che amareggiate raccontavano che mentre il padre del/dei loro figli continua a fare la vita di sempre, loro sono relegate in casa a badare ai bambini, a rinunciare alla scuola e alla vita spensierata che prima conducevano.

Ho provato una rabbia immensa per tutti quelli che hanno fatto e continuano a fare terrorismo sulla 194 (e in queste puntate non era presa minimamente in considerazione), con i loro banchetti fuori dagli ospedali, con le loro patetiche preghiere e marce per la vita, con i mostriciattoli creati ad hoc al pc, diffondendo disinformazione, e spacciandoli per feti devastati dall’aborto.

Ho provato rabbia verso un Paese che continua a giudicare primitivi e barbari quelli orientali e arabi mentre qui è ancora impronunciabile la parola “preservativo” e l’educazione sessuale viene vista come una proposta folle di qualche veterofemminista, perché si sa, si fa sesso solo per concepire, o almeno questo per quanto riguarda le donne.

E infatti ascoltando e leggendo vari commenti non si scorge una critica verso chi, come i genitori, non ha saputo guidare la ragazza verso una sessualità consapevole ma verso la ragazzina stessa che ha fatto sesso (i commenti del tipo “Non ci sono più le ragazze di una volta” o “Poteva aspettare un po’ prima di aprire le gambe” si sono sprecati)

Ho provato pena per un Paese che dà due soli esempi possibili di donne alle ragazze:  le soubrette donne oggetto e la mamme-mogli devote, così come tutti i dannosi programmi televisivi pomeridiani che promuovono positivamente la maternità precoce e le famiglie numerose  ( ed è proprio in uno di questi programmi che Carmen viene spesso ospitata)

Per quanto riguarda la serie, come ho scritto pocanzi, ho notato la totale mancanza di informazioni e approfondimenti circa la sessualità. Ricordiamo che la serie viene trasmessa su un canale seguito soprattutto da un pubblico giovanissimo e si dovrebbe fare più attenzione ai messaggi che si vanno a trasmettere. Il tutto viene raccontato in maniera edulcorata e melensa.

Qualcuno ha anche parlato di emulazione, non so se essere d’accordo o meno, ma di sicuro è un programma  di pochissime pretese. Ho seguito diverse puntate della serie americana e ho notato che la nostra è certamente più ipocrita e perbenista dove si spaccia la nascita del bambino quasi come l’unica soluzione  a tutti i problemi (liti, incomprensioni, immaturità e problemi economici, tanto per citarne qualcuno). Il/la bimb* nasce e tutti vissero felici e contenti.

Questo programma racconta la maternità quasi come se fosse un destino a cui non ci si possa sotrarre, come se le donne fossero programmate per diventare mamme, ma soprattutto, come ho scritto anche nel titolo, non diffondendo alcuna consapevolezza, il programma, anzichè invogliare il pubblico a cui si rivolge, e cioè gli adolescenti, ad una sana sessualità e all’importanza delle precauzioni, dei contraccettivi e dell’aborto, comunica che per non rischiare gravidanze forse è meglio pensarci due volte prima di fare sesso.