Infanzia Made in Italy #6 Con la cucina gioca sempre e solo lei

Come ulteriore tappa del viaggio tra le aziende italiane che producono per l’infanzia ho esaminato i cataloghi e il sito internet della Chicco.
Chicco è una grande azienda italiana punto di riferimento di tanti genitori. E’ un’azienda che produce giocattoli studiati per sviluppare abilità proprie di ogni età. Un’azienda che prevede azioni di solidarietà. Non posso dire che sia  particolarmente attenta alle “questioni di genere”, ma sicuramente, nel panorama italiano fatto di prodotti per l’infanzia fortemente genderizzati e sempre più spinti a marcare la binaria divisione “per maschi/per femmine”, la Chicco ha riportato risultati migliori da questo punto di vista. Ma non eccellenti.

Rilevo con positività la presenza, sia nei cataloghi, sia nel sito internet, di molti papà. Papà o comunque uomini, che spingono il passeggino o che danno il biberon.


Mi stupisce anche la presenza di una donna alla guida. Non dovrebbe stupirmi, dovrebbe essere un qualcosa di assolutamente scontato, ma purtroppo non lo è. Se c’è da rappresentare una macchina e qualcuno che la guida, quel qualcuno di solito è un uomo. In questo caso però, no.

La Chicco prevede un’ampia gamma di giocattoli, che vanno da quelli per la primissima infanzia fino ai 12 anni. Sono principalmente giocattoli “neutri”, cioè non indirizzati né esplicitamente, nè implicitamente, ad esempio attraverso i colori, ad un genere piuttosto che ad un altro.
Chicco non ha una sezione dedicata alle bambine, ma nonostante ciò, nel catalogo, ma soprattutto nel sito internet, i bimbi rappresentati accanto al giocattolo sembrano tutti maschietti. Ma potrebbe essere anche la tenera età dei soggetti a ingannarmi…

Anche qui con le macchinine, giocano solo maschietti.

Ma se la macchinina è PINK ecco che compare anche una bambina.

Sostanzialmente il prodotto “macchinina” rimane lo stesso nelle funzioni e nella giocabilità, ma quello da bambina è rosa.

 

 

 

Spuntano fuori due bambine, assenti nelle rappresentazioni di tutti gli altri giocattoli, ad esclusione di quelli di colore rosa, quando si tratta di bambole. Le bambole continuano a essere un giocattolo riservato solo ed esclusivamente alle bimbe, in nessun catalogo, tra quelli fino ad ora analizzati, è venuto mai fuori un bambino che culla un bambolotto. Questo tipo di rappresentazione funziona da rinforzo positivo per l’identificazione della donna nel ruolo materno, ruolo per il quale la donna è chiamata a fare pratica sin da piccola.

La rappresentazione di bambini e bambine in ruoli di genere fortemente stereotipati appare chiara ed evidente in questi due giocattoli parlanti: la cucina e il banco da carpentiere. Nonostante i due giochi siano studiati entrambi per sviluppare la fantasia e la manualità, quindi sostanzialmente abbiano le stesse identiche funzioni, sono pubblicizzati in maniera stereotipata affiancando al banco degli attrezzi da falegname un bambino e alla cucina una bambina. Della cucina si sottolinea che “è proprio come quella della mamma”La cucina è della mamma, cucinare è compito della mamma, anzi la mamma sembra proprio essere nata per cucinare. Come tutte le donne del resto.

La Chicco produce anche vestiti e scarpe. Sfogliando i cataloghi di questi prodotti, con lo sguardo attento alle rappresentazioni dei generi, non ho trovato rappresentazioni particolarmente stereotipate. I vestiti da bambina hanno colori più tenui, sono “romantici” e infiocchettati, ma nonostante ciò sia le bambine che i bambini appaiono sostanzialmente naturali, non c’è adultizzazione nè sessualizzazione, come purtroppo spesso accade. Forse l’unica “nota dolente” è rappresentata da questa immagine usata per pubblicizzare delle scarpe, la quale si serve dello stereotipo della brava-bambina-composta-spaziointerno contro bambino-creativo-avventuroso-spazioesterno.

Le rappresentazioni dell’infanzia e dei prodotti a essa dedicati dovrebbero essere maggiormente attente a non rafforzare quegli stereotipi già fortemente radicati nella nostra società, attente a non orientare le scelte di bambini e bambine verso ruoli sociali decisi per loro dall’alto, attente a non limitare le sfumature e la varietà delle personalità dei soggetti e delle soggette che vanno ben oltre le due uniche possibilità “per maschi” o “per femmine”.