Sfatando i miti del razzismo di Lega e Casapound, da Rostock a Tor Sapienza

Roma era città Aperta.
Negli ultimi anni si è chiusa sempre di più. I fatti degli ultimi giorni a Tor Sapienza, mentre la stragrande maggioranza dei romani erano impegnati a lamentarsi per il traffico e la pioggia, ne sono la dimostrazione.
Per due giorni di fila, infatti, nel quartiere della periferia est di Roma, un centinaio di residenti italiani ha assaltato con sassi, spranghe e petardi il entro d’accoglienza di viale Giorgio Morandi, che al suo interno ospita sessanta rifugiati, per lo più nigeriani.

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Una rivolta anti-immigrati che tra sassi lanciati contro le finestre, cassonetti dati alle fiamme, minori allontanati per la loro incolumità, è durata quasi due giorni, ma ha strascichi che riecheggiano ancora oggi a una settimana di distanza.

L’ eco principale viene da quelle realtà politiche che hanno deciso di cavalcare “il degrado” della borgata per riportare in piazza a Roma vecchi e nuovi fascisti, razzisti, xenofobi e imbarazzanti leghisti, tutti sfoderando l’arma del populismo più demagogico cavalcando ancora una volta gli antichi adagi del “ci rubano il lavoro”, o “ci vuole più sicurezza”, o il grande classico “prima di italiani”.

L’assalto al centro di accoglienza di Tor Sapienza è nato da un caffè.

Dei migranti provano a entrare in un bar del quartiere, il titolare però li blocca sulla porta: “Qui non entrate, non è per voi”.
Il bar è solo per gli italiani. Vietato l’ingresso ai cani e agli ebrei, aggiornata al 2014.
Alcune donne portano allora il caffè ai migranti obbligati a restare fuori, ma un gruppo di residenti si è già radunato sotto il centro dei rifugiati urlando: “Scendete bastardi, scendete”. E’ il 10 novembre.
L’11 la protesta degenera ulteriormente. ​In mattinata, come ​riporta Fanpage, un migrante minorenne viene aggredito da diversi sconosciuti alla fermata dell’autobus. Nel pomeriggio, dopo una breve assemblea di quartiere, parte un “corteo spontaneo” composto dai residenti della zona.
Tra questi c’è anche chi ​rilasciava alla stampa dichiarazioni inquietanti: “Appena la polizia e le telecamere se ne vanno, entriamo nel palazzo degli immigrati e li buttiamo giù dalla finestra uno dopo l’altro.”

marocchini

Nel 1992, nella Germania dell’Est da poco riunificata, nasceva un nuovo movimento neonazista, fatto di giovanissimi ragazzi e ragazze sperduti tra il Reich e la retorica filoamericana.
Un movimento sconclusionato e violento, protagonista di una pagina terribile della storia della Germania democratica: la notte del fuoco. Nella cittadina di Rostock, i residenti tedeschi e 3000 rivoltosi neonazisti assaltarono un centro di accoglienza per rifugiati vietnamiti, al grido di “sporco muso giallo“, con lancio di sassi, molotov e infine dando fuoco al palazzo e aizzando al linciaggio dei migranti.

Nel 2014, in una Roma che dopo una serie di amministrazioni che raramente uscivano dal Centro della città, ne ha avuta una presieduta da un risaputo fascista, nasce una rivolta fatta di razzismo, luoghi comuni, falsi miti sull’immigrazione, degnamente cavalcata da chi oggi cerca di farci credere all’ “invasione“.
Quelli di Tor Sapienza sono solo gli ultimi fatti che dimostrano il vero degrado dell’Italia, di Roma: un crescente razzismo, un fascismo dilagante, un’ignoranza diffusa strumentalizzata dalla politica. 
Pensiamo al migrante ucciso a calci e pugni a Tor Pignattara da un giovanissimo italiano,  la notte del 18 set­tem­bre scorso.
Pensiamo ad esempio alla ragazza nera che, sempre a Roma, è stata picchiata selvaggiamente da tre uomini armati di bastone alla fermata dell’autobus, perchè “non ti vergogni a portare qui l’ebola?“.

A poco serve purtroppo che persino un medico di guerra come Gino Strada ribadisca la totale insensatezza del “rischio ebola”, non solo perchè non sussiste il rischio di contagio epidemico in Italia, ma soprattutto dato che l’ebola, in occidente, si cura.
Sono gli africani a essere per lo più lasciati morire.
“L’Ebola arriverà da voi se non lo fermiamo subito qui in Africa. E non arriverà attraverso i barconi, ma attraverso i voli in business class” ha dichiarato la settimana scorsa.

Il mito dell’ebola sul barcone di immigrati non sembra avere un riscontro reale e, per chiarezza, sarà bene dunque sfatare alcune menzogne della destra fascista che in maniera inumana decide di cavalcare quanto accaduto e quanto purtroppo accadrà a Roma, in tutta Italia.

1. L’invasione 

salvini

L’invasione che spaventa Salvini e tanti altri è fatta di numeri piccolissimi e di un allarme inventato per cercare voti.

Nel 2014 secondo l’Istat i cittadini non comunitari sono 3.874.726.
Di questi, i più rappresentati sono marocchini (524.775), albanesi (502.546), cinesi (320.794), ucraini (233.726) e filippini (165.783). Tali 5 paesi rappresentano il 45,1% del totale dei cittadini non comunitari presenti.
Su una popolazione di circa 60 milioni di abitanti, queste cifre corrispondono circa al 6,50% della popolazione del nostro Paese.

La Germania è invece il paese UE con il maggior numero di stranieri residenti con 7,4 milioni di persone.
E’ anche quello con la maggiore crescita economica del continente.

Dei cittadini stranieri in Italia si stima che solo 300.000 siano irregolari. Ovviamente non è un numero rappresentabile con certezza, ma le stime si sono sempre aggirate intorno a questa cifra.
Nel 2012, si stimava che gli irregolari fossero si stima in 326.000, per un totale di circa 5,4 milioni di stranieri presenti nel paese.
Dunque i “clandestini” rappresenterebbero lo 0.5% della popolazione.

 

2. Spendiamo 40  euro al giorno per ogni immigrato

La favola dei 40 euro al giorno assomiglia a quella del lavavetri che guadagna 500 euro a giornata.
Non si sa perchè continua a stare al semaforo a lavare il parabrezza del tuo SUV, con cui dici che “sarebbero da investire per quanto sono insistenti“. Si vede che ci ha preso gusto.
Cito da Redattore Sociale:

40 euro date in media alle cooperative, meno di tre euro ai migranti. Il costo medio per l’accoglienza di un richiedente asilo o rifugiato è di 35 euro al giorno. Un importo non definito per decreto, ma da una valutazione sui costi di gestione dei centri. Gli enti locali che decidono di partecipare al bando Sprar (Sistema di protezione e accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo), come l’ultimo del 2014/2016, hanno l’obbligo infatti di presentare un piano finanziario che deve essere approvato dalla commissione formata da rappresentati di enti locali (comuni, province e regioni), del ministero dell’Interno e dell’Unhcr. Le spese di gestione per migrante, valutate in media intorno ai 35 euro pro capite pro die, possono subire dunque delle variazioni da regione a regione, secondo il costo della vita locale e dell’affitto delle strutture. Questi soldi però, dai 35 ai 40 euro al giorno, non finiscono in tasca agli ospiti dei centri ma vengono erogati alle cooperative, di cui i comuni si avvalgono per la gestione dell’accoglienza. E servono a coprire le spese per il vitto, l’alloggio, la pulizia dello stabile e la manutenzione.
Una piccola quota copre anche i progetti di inserimento lavorativo.  Della somma complessiva solo 2,5 euro in media, il cosiddetto pocket money, è la cifra che viene data ai migranti per le piccole spese quotidiane (dalle ricariche telefoniche per chiamare i parenti lontani, alle sigarette, alle piccole necessità come comprarsi una bottiglia d’acqua o un caffè).

Se qualcun* vuole insistere sul punto, possiamo fare un esperimento e vedere come se la spassa con 2,5 euro al giorno di media.

3.  Ci rubano il lavoro

Diceva un coro che si intonava in corteo: “se sei disoccupato, la colpa è del padrone e non dell’immigrato“.
E nella banalità dell’espressione per slogan racchiude una verità fondamentale.

Oggi però i padroni non esistono più. Si chiamano manager, imprenditori, industriali. E nessuno se la prende più con loro per la corsa sfrenata al profitto, per l’accentramento dei capitali, per le dimissioni in bianco, gli stage non retribuiti, i licenziamenti ingiustificati.
louis ck
Così l’Ilva di Taranto è il polo industriale più inquinante d’Europa e continua a uccidere i tarantini, gli operai delle acciaierie di Terni vengono manganellati in piazza e nessuno se ne prende la responsabilità, Piombino chiude senza prospettive, la disoccupazione giovanile è salita al 44%, e tutto ciò è colpa degli stranieri.

Come hanno fatto a ridurci così?
Saranno forse stati quei 2,5 euro al giorno per le ricariche telefoniche?
Sarà stato che ci hanno rubato il lavoro nei campi di pomodori?
Donne rumene che ci rubano il posto da schiave sessuali per pochi euro al giorno!
E’ una vergogna! Prima le italiane!

Banca d’Italia, non esattamente una onlus antirazzista, in uno studio contenuto nel rapporto sulle economie regionali ha dichiarato che:

La crescita della presenza straniera in Italia negli ultimi anni non si è riflessa in minori opportunità occupazionali per gli italiani ma ha evidenziato una complementarietà tra gli stranieri e gli italiani più istruiti e le donne.  L’afflusso di lavoratori stranieri impiegati con mansioni tecniche e operaie ha accresciuto le opportunità per gli italiani più istruiti impiegati in funzioni gestionali e amministrative mentre le donne avrebbero beneficiato della presenza straniera, nel settore dei servizi sociali e alle famiglie, attenuando i vincoli legati alla presenza di figli e l’assistenza dei familiari più anziani e permettendo di aumentare l’offerta di lavoro femminile.

 

4. Agli stranieri viene data la casa, agli italiani no

I criteri per l’assegnazione delle case popolari sono reddito, numero di componenti della famiglia se superiore a 5 unità, l’età, eventuali disabilità. Tra questi non c’è la nazionalità, che dunque in nessun caso favoreggia gli stranieri, ma che molti italiani vorrebbero far valere come prerequisito fondamentale.
Come per il lavoro, di nuovo, la retorica della guerra tra poveri fa gioco alla politica che non investe nel welfare.
L’emergenza casa è una delle più gravi emergenze sociali in Italia. E la colpa torna ad essere di rom, sinti, rifugiati quando faticosamente si conquistano un alloggio. La colpa è loro anche quando vivono per strada, quando stanno nei campi, quando respirano, quindi anche quando abitano.

Gli immigrati inoltre di solito sono svantaggiati in graduatoria perché giovani e con piccoli gruppi famigliari (poiché non ricongiunti).

lavoro italianiPer fare ulteriore chiarezza, prendiamo dei dati che riguardano Bologna, la città che ha respinto Salvini dalla speculazione sui campi rom e proprio la questione abitativa.
Secondo l’Osservatorio provinciale delle immigrazioni a Bologna il Nuovo Dossier dell’Osservatorio delle Immigrazioni con la ricerca Sguardi sull’abitare degli stranieri a Bologna e provincia, si rileva che gli stranieri siano una minoranza, rappresentando solo il 9,4% degli abitanti delle case popolari e 1608 nuclei familiari contro le 15.525 famiglie italiane.
Inoltre riguardo la situazione dell’intera nazione italiana, a vedersi assegnare un alloggio, sono più spesso gli italiani rispetto agli stranieri, con il rapporto di 1 a 5 per le famiglie italiane e 1 a 10 fra gli stranieri che ne fanno richiesta.

Per quel che riguarda le case popolari, sarebbe ben più utile oggi interrogarsi sul nuovo Piano Lupi, che favorirà, questo sì, solo pochi privilegiati.

 

Questi e altri luoghi comuni sono usati strumentalmente dalla destra leghista e fascista ogni giorno per alimentare la “guerra tra poveri” e farsi campagna elettorale.E quindi via con i cortei razzisti “contro il degrado”, quando ciò che è veramente degradante è lucrare sulla pelle di esseri umani in nome di una discriminazione razziale che molto ha a che fare con il passato e il presente politico di tanti di questi signori.

alemanno

Una delle trappole tese a braccio teso è quella che dice che i cittadini sono stanchi, la soluzione è bloccare l’immigrazione, ormai la gente sta per esplodere.

I cittadini saranno anche stanchi, ma prima di tutto sono male informati dagli organi preposti alla comunicazione mediatica che, invece di dare numeri e percentuali esatte e sfatare il mito della lotta allo straniero, riportano però puntualmente ogni presunto allarme scippo sottolineando la nazionalità dell’eventuale malfattore e, ultimamente, esaltano la paranoia da ebola.

La soluzione non è certo quella di bloccare l’immigrazione, impossibile in un mondo sempre più globalizzato e soprattutto mai auspicabile, nell’ambizione della libera circolazione degli individui. Nè la soluzione sarà emanare un altro pacchetto sicurezza che nel giro di poche ore condanni all’illegalità migliaia di persone.
Guardare a riconoscere il diritto all’asilo dei rifugiati, facilitarne il transito nei Paesi dove sono realmente diretti, il rispetto dei diritti umani e la lotta culturale ed economica al razzismo xenofobo potrebbero essere già tentativi più riusciti di affrontare una questione.

La gente sta per esplodere, vero. Perchè spinta, sobillata, eccitata da fascisti del terzo millennio e leghisti redivivi che sperano di poter sfruttare la rabbia della crisi per portarsi a casa qualche voto in più.
Cito Leonardo Bianchi su  Vice:

Il 28 ottobre 2014 Mario Borghezio e un gruppo di militanti di CasaPound hanno compiuto un blitz razzista in una scuola media di Casalbertone dove studiano anche immigrati adulti. L’aggressione è stata descritta in questa maniera da una docente: “Sono entrati con la forza inter­rom­pendo le lezioni e spa­ven­tan­doci, hanno comin­ciato a urlare, a offen­dere, chia­ma­vano gli stu­denti ‘que­sti cosi’ e ‘negroni’, li minaccia­vano e minac­cia­vano noi. […] Non è solo interruzione di pubblico servizio, ma sospensione della democrazia.”

Più in generale, inoltre, la svolta lepenista della Lega Nord sta anche avendo l’effetto di far rialzare la testa a formazioni come Forza Nuova.  Pochi giorni fa la sezione veronese del partito guidato da Roberto Fiore ha postato uno status su Facebook in cui minaccia di intervenire “fisicamente con i propri militanti” per sgomberare “due famiglie di immigrati marocchini” che hanno “occupato abusivamente alloggi comunali.” Questo “ultimatum” è stato lanciato non semplicemente per ottenere il rispetto della legge tout court, ma piuttosto perché “i locali e stabili sfitti devono essere destinati solo e soltanto alle famiglie italiane.”

Insomma: tra pogrom organizzati nelle estreme periferie romane, partiti che vogliono sostituirsi alle forze dell’ordine e una Lega Nord che secondo gli ​ultimi sondaggi è oltre il 10 percento, in questo paese non potrebbe tirare aria peggiore.

Ma del resto che ci sia “un bruttissimo clima” l’ha ​conferm​ato anche Matteo Salvini—e se lo dice uno degli artefici di questo clima, c’è da crederci.

 

 

7 Risposte a “Sfatando i miti del razzismo di Lega e Casapound, da Rostock a Tor Sapienza”

  1. e’ meglio che firmate i vostri articoli,i propagandisti siete voi,tanto come si dice ogniuno pensa al suo orticello,beh mi auguro che l’autore di questo articolo venga a tor Sapienza,lo ospito io gratis per una settimana,poi ne riparliamo….MORALISTIA DI MERDA!!!!

    1. Si vede che t’hanno fatto non solo stronzo ma pure scemo. Il nome dell’autrice c’e’. In cima alla pagina. Vai a scuola va, che cosi’ te danno na raddrizzata bona, a ‘gnorantone.

  2. Secondo l’Osservatorio provinciale delle immigrazioni a Bologna il Nuovo Dossier dell’Osservatorio delle Immigrazioni con la ricerca “Sguardi sull’abitare degli stranieri a Bologna e provincia”, si rileva che gli stranieri siano una minoranza, rappresentando solo il 9,4% degli abitanti delle case popolari e 1608 nuclei familiari contro le 15.525 famiglie italiane.

    ditemi quanti immigrati ci sono in ITALIA…..quando verranno a bussare alle vostre porte sara’ troppo tardi…moralisti PARIOLINI del cazzo!!!!
    FASCISMO e’ una parola inventata…oggi gli italiani voglio solo essere lasciati in pace con i loro problemi,chi fa’ il moralista evidentemente vive nelle zone agiate e non soffre questo disagio…moralisti di merda..avete portato gli italiani all’intolleranza!!!!

    1. Caro Sergio,
      non solo non vivo in una “zona agiata”, ma metà delle persone del mio quartiere sono migranti.
      Fascismo non è una parola inventata, è la parola di chi sta sfruttando la rabbia di Tor Sapienza.
      Una rabbia comprensibile, l’articolo non dice che gli abitanti di Tor Sapienza sono pazzi o che sono tutti fascisti.
      E’ importante però dire la verità sull’immigrazione, che non è il vero problema, il problema è lo Stato e la totale assenza di servizi sociali ai cittadini.
      Nell’articolo c’è scritto quanti immigrati ci sono in Italia:

      Nel 2014 secondo l’Istat i cittadini non comunitari sono 3.874.726.
      Di questi, i più rappresentati sono marocchini (524.775), albanesi (502.546), cinesi (320.794), ucraini (233.726) e filippini (165.783). Tali 5 paesi rappresentano il 45,1% del totale dei cittadini non comunitari presenti.
      Su una popolazione di circa 60 milioni di abitanti, queste cifre corrispondono circa al 6,50% della popolazione del nostro Paese.

      La Germania è invece il paese UE con il maggior numero di stranieri residenti con 7,4 milioni di persone.
      E’ anche quello con la maggiore crescita economica del continente.

      Dei cittadini stranieri in Italia si stima che solo 300.000 siano irregolari.
      Ovviamente non è un numero rappresentabile con certezza, ma le stime si sono sempre aggirate intorno a questa cifra.
      Nel 2012, si stimava che gli irregolari fossero si stima in 326.000, per un totale di circa 5,4 milioni di stranieri presenti nel paese.
      Dunque i “clandestini” rappresenterebbero lo 0.5% della popolazione.

      Come capirai da te, non è possibile che il problema del “degrado” italiano nasca da uno 0.5%della popolazione.

      Sei pregato comunque di moderare i toni con cui ti rivolgi a chi scrive su questo blog, grazie.

  3. Sergio, tu che inviti a firmarsi, ma poi non lo fai, come fai di cognome? Ramelli per caso? Ah no vero, quel fascista è sotto terra non credo possa scrivere stupidate su questo gran bel blog. Bello perché fa informazione VERA, corretta, che si sa, può dare fastidio! Mi spiace Sergio, anzi no che dico?!.. Sei fuori dalla Storia, perdi tempo in una lotta che, oltre ad essere detestabile in quanto razzista e xenofoba, è proprio tempo perso. Il futuro è qui, e sarà sempre più reale e giusto, ovvero nella fusione dei popoli, di qualunque colore sia la loro pelle, questo è il futuro e per fortuna non potrà MAI esser fermato da teste vuote come la tua 😉 bye bye baby…

  4. L’Italia con 60 milioni di abitanti, una superfice di 300000 Km, densita di 200 abitanti /Kmq non ha bisogno di altra gente. Se non ve ne siete accorti poiche troppo benestanti ci sono 10000000 di Vs connazionali che sono POVERI. Non c’e lavoro per noi, quindi che cazzo vengonno a fare tutti questi immigrati i turisti a nostro carico ???????. Fuori dalle balle loro e tutti i buonisti che li adorano. Fra un decennio magari preghetrete 10 volte al guiorno con il culo per aria e il muso da can rivolti alla Mecca. E le donnole saranno come vacche da riproduzione fuori un vitello dentro un altro. Se questo e il vostro dannato futuro qualsiasi mezzo e ben accetto per deviarlo pofondissimamente.

    1. Caro Antonio,
      la pippa su benestanti contro poveri qui non attacca.
      Chi scrive sa di cosa parla, anche perchè non vive sotto una campana di vetro.
      I buonisti sono la rovina della nostra cultura, tanto quanto i razzisti.
      Se leggerai il post che hai commentato, avrò piacere di discutere con te, ma per ognuna delle considerazioni che scrivi, trovi già il mio punto di vista nell’articolo. Non c’è lavoro? E’ colpa dell’immigrato? No. Ruberà il tuo lavoro? No. Pagherai tu le sue spese? No.
      Ci sono fondi europei appositi per l’immigrazione. Peccato che mafiosi di tutta Italia, con e senza cravatta, raramente li usino per quello a cui sono destinati. Sai che se la classe politica che governa volesse potrebbe gestire la questione immigrazione senza nuocere in alcun modo all’italico popolo, vero? E basta dire “fuori dalle balle”. Ragioniamo seriamente. Fuori chi? Da dove? Come? Per dove?
      Se può consolarti comunque anche per il maschio italico e cattolico le donne sono vacche da riproduzione. Su questo ci sono le larghe intese.

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