#Scambiamoci UOMINI A GAMBE APERTE E SGUARDI INTERIORIZZATI

Miranda Kerr è una modella australiana. Se il suo nome non vi dice niente, forse riconoscerete lo sguardo languido o le pose sensuali che avete sicuramente incrociato su un cartellone pubblicitario nella vostra città o in uno spot televisivo.

Recentemente è stata la protagonista di un servizio fotografico per GQ edizione british, nota rivista maschile.
Le foto in cui è stata ritratta sono le tipiche “da calendario”, ma con pretese più soft.
Capezzoli che si intravedono sotto una maglietta trasparente, gambe aperte, nudo integrale di spalle, una scollatura accentuata con le mani.

Una bella giovane donna  irretisce l’attenzione del pubblico maschile grazie a pose volte a rapirne lo sguardo.
Un servizio fotografico volto a far vendere una rivista il cui punto forte sono proprio le belle donne poco vestite.

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I Bondi Hipster, un duo semiserio di artisti australiani ci propongono lo stesso servizio, ma swappato.

Di nuovo, che cos’è lo swap?

Swappare, invertire i generi delle rappresentazioni.
Banalmente: sostituire un uomo a una donna nelle sue rappresentazioni mediatiche creando un’inaspettata distanza tra le pose, gli atteggiamenti e le ragioni di una rappresentazione e l’altra.
Scambiando il punto di vista, emerge quanto ridicola, stereotipata e innaturale sia la rappresentazione a cui viene relegato un genere o un altro.

Così i BH si fotografano nelle stesse pose di Miranda Kerr e lo swap è fatto.

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In più i Bondi Hipster ci suggeriscono, con uno stile ironico e provocatorio anche un altro tipo di riflessione.
Adrian Archer, che ha realizzato gli scatti, dice all’HuffPost UK:

“Pensiamo che questo servizio fosse un caso di ultrasessualizzazione del corpo femminile nel mondo della moda.
E’ importante che la gente capisca che la forma maschile può essere bella quanto quella femminile.
Perchè gli uomini non dovrebbero apprezzare altri uomini?
Perchè gli uomini non possono parlare di masturbazione sui mezzi pubblici?”

I Bondi infatti non si limitano a sostituire le foto ma anche le piccole citazioni che le accompagnano.
Così anche le frasi sessualmente allusive di Kerr diventano sgraziate e disturbanti in bocca a un uomo malizioso.

“Per qualche ragione, se metti in un uomo in questo contesto e lo fai parlare di curiosità sessuali e masturbazione diventa una cosa completamente diversa che non siamo abituati a vedere nei media.”

Uno spunto di riflessione interessante, sulle rappresentazioni mediatiche di genere.
Le donne al pari degli uomini devono farsi sedurre da donne più belle, più di successo e più artificiali di loro.
Gli uomini invece tra loro si ignorano, tralasciando imbarazzati le rappresentazioni di genere non viriliste o convenzionali.
Insomma, entrambi i generi sono ovviamente fortemente condizionati dalle aspettative sociali che si riversano sugli individui.

Le donne sono oggetto passivo di uno sguardo maschile che le apprezza in base alla disponibilità sessuale che dimostrano. A loro volta però interiorizzano  i costrutti culturali maschili, facendoli propri e valutando le donne secondo gli stessi parametri, contemporaneamente imponendoli a se stessa.

Gli uomini sono soggetto attivo dell’osservazione dei corpi femminili, disponibili, disinibiti.
Quando guardano se stessi però, negano al corpo maschile la sensualità, la ricerca, il desiderio, relegando queste categorie all’omosessualità e all’antimaschio.

Lo swap, il capovolgimento, aiuta a far emergere queste differenze di percezione di se stessi e del proprio genere.

Di swap ne avevamo già parlato dicendo:

“Provate a sostituire le Veline con due uomini. Cosa otteniamo? Due uomini oggettivizzati allo stesso identico modo delle donne. Un pubblico sgomento che tormenta il web con commenti devastati: che schifo, ridicoli, sono vergognosi, è imbarazzante per gli uomini. Ah, ecco.

L’ “esperimento Velini”, dimostra che con lo SWAP, con lo scambio di ruoli, di prospettive, di punti di vista, scambiandoci il ruolo di oggetto e di sguardo, il genere maschile subisce una stessa oggettivizzazione e come tale la percepisce, come tale la ripudia.

Per poi però osannare la mercificazione del corpo femminile perchè lo sguardo, il soggetto, nel nostro sistema socio-economico, è sempre maschio.”

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Dallo swap nascono più commenti schifati che non consapevolezza dei limiti delle rappresentazioni, perchèbarricarsi dietro la propria identità di genere così come ci è stata raccontata da secoli è più rassicurante di un uomo che ci guarda languido a gambe aperte.

Un’identità di genere che vuole le Veline, che desidera le moto su cui sono spalmate modelle seminude, che vuole essere spinto a compare un giornale che vende l’illusione di poter essere l’uomo che Miranda Kerr sogna nel suo letto.