Riceviamo e diffondiamo: petizione per l’introduzione dei corsi all’affettività nelle scuole

La violenza di genere, il razzismo, l’omofobia e qualsiasi altra forma di discriminazione hanno una profonda radice culturale e sociale, siamo convinte che il necessario cambiamento debba partire dall’educazione, dai luoghi in cui si crea cultura e controcultura e che la scuola pubblica possa e debba essere uno di questi luoghi.
La scuola è spesso quella del bullismo, della discriminazione, della stigmatizzazione delle differenze, per questo e per il grande potenziale di attivatrice di cambiamento, che comunque possiede, dobbiamo sceglierla come luogo privilegiato per educare alle differenze. Soprattutto oggi che Chiesa e destre continuano a scegliere proprio la scuola come terreno di repressione ed omologazione.

Come blog abbiamo partecipato e sostenuto, in qualità di media partner, le giornate di Educare alle Differenze che hanno riunito a Roma, nel Settembre scorso, centinaia di reltà impegnate dentro e fuori la scuola a realizzare un’educazione diversa, pluralista, libera.
Dalla due giorni di Educare alle Differenze è venuta fuori con forza la necessità di fare rete per condividere progetti, materiali e far fronte comune contro chi quotidianamente cerca di fermare questi progetti di civiltà. Per questo motivo abbiamo deciso di sottoscrivere la petizione lanciata dal gruppo “Rete di Donne per la politica” di Genova che chiede che vengano adottati i decreti attuativi per la formazione degli e delle insegnanti in relazione all’introduzione nelle scuole di percorsi sull’educazione all’affettività.

Di seguito il testo completo della petizione indirizza alla Ministra dell’Istruzione Giannini e alla presidenza del consiglio dei Ministri:

La storia dei rapporti tra uomini e donne si è limitata a nascondere la storia delle donne proponendo agli studenti di ogni ordine e grado una storia universale di fatto maschile; La breve operatività del progetto POLITE (Pari Opportunità nei Libri di Testo) e il conseguente patto con l’Associazione Italiana Editori per produrre libri di testo privi di consolidati stereotipi sessisti ha lasciato molti insegnanti senza strumenti facilmente trasmissibili;

E’ necessario superare gli stereotipi, i ruoli, il linguaggio sessista ed i e pregiudizi che sono essenzialmente costrutti storici e culturali che contribuiscono a creare discriminazioni, conflitti e violenza; La sicurezza sociale, la lotta alla violenza contro le donne, la prevenzione dei fenomeni di bullismo, xenofobia, omofobia sono obiettivi di prospettiva che si possono conquistare investendo sull’educazione permanente e sulla formazione degli insegnanti;

Gli elementi legislativi esistono ma hanno bisogno di strumenti applicativi per produrre risultati.

CHIEDIAMO

* Venga adottato dal Ministero all’Istruzione e Università il decreto attuativo dell’ Art. 16 della L. 128/2013 (legge di conversione del D.L. 104/2013 “Decreto istruzione” ) che al 1° comma prevede attivita’ di formazione e aggiornamento obbligatori del personale scolastico con riguardo, in particolare, al punto d) aumento delle competenze relative all’educazione all’affettivita’, al rispetto delle diversita’ e delle pari opportunita’ di genere e al superamento degli stereotipi di genere, in attuazione di quanto previsto dall’articolo 5 del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119

* Che il decreto attuativo preveda l’immediata attivazione di specifici fondi per gli interventi di formazione degli insegnanti di cui al punto precedente.

 

E’ necessario che i percorsi di formazione degli e delle insegnanti siano finanziati e obbligatori per evitare il rischio che si rivolgano esclusivamente a persone già sensibilizzate, riducendo in questo modo l’educazione alle differenze per gli studenti e le studentesse al fortunato incontro con qualche insegnante illuminat*.

E’ altresì necessario che i corsi di formazione e aggiornamento siano organizzati da associazioni e realtà pluraliste e qualificate. Il termine vago e sinceramente non adeguato di “educazione all’affettività” potrebbe rendere compatibili questi insegnamenti con realtà e personale ideologicamente schierato.

Nonostante i mille ostacoli nelle scuole si parla sempre di più di omofobia, di violenza di genere, di rispetto delle differenze, è importante che i momenti laboratoriali, estemporanei alla tradizionale didattica, siano supportati da un profondo rinnovamento della didattica stessa, perchè la prospettiva di genere diventi prassi pedagogica nelle nostre scuole.

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