Porno censurato in UK: piacere femminile e pratiche “fuori norma” al bando

In questi giorni nel Regno Unito si realizza la prima tappa della crociata antipornografia del primo ministro Cameron. Con l’Audiovisual Media Services Regulations, è stata introdotta, infatti, una nuova lista di restrizioni al materiale pornografico, per cui non sarà più possibile filmare e diffondere alcune pratiche messe al bando.

Tra queste, abusi verbali e fisici, tra cui sculacciate e fustigazioni, anche se consenzienti; strangolamenti; penetrazioni mediante oggetti “associati con la violenza”; giochi di ruolo che simulano rapporti sessuali con minori o persone contro la loro volontà; fisting; face-sitting; eiaculazione femminile.

Secondo il Dipartimento per la cultura, queste nuove misure hanno come obiettivo quello di tutelare i minori, cercando di ridurre la possibilità che entrino in possesso di materiale considerato dannoso per la loro formazione su internet.

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Gli adolescenti, nel Regno Unito come in Italia, traggono infatti la maggior parte delle informazioni in materia sessuale dalla pornografia. I maschi soprattutto, che non devono superare lo stigma sociale in fatto di porno e masturbazione, assumono i parametri pornografici come educazione sentimentale, riproponendo, spesso essi stessi con frustrazione, il tentativo di emulare le performance cinematografiche. Dallo studio EU-Kids Online del 2013 emerge  che il 21% dei giovani europei tra i 9 e i 16 anni hanno visto su Internet contenuti a carattere sessuale. Anche gli smartphone diventano ovviamente mezzo di fruizione pornografica: Il 19% dei ragazzi e il 2% delle ragazze hanno ricevuto sul cellulare un filmato pornografico. Il 6% poi ha inviato contenuti di questo tipo, per gioco o per sexting (studio JAMES 2012).
Secondo Lust-und-Frust,  uno studio condotto nel 2012 per l’educazione sessuale, i fruitori di pornografia tra gli adolescenti sono ovviamente molti più maschi( 91%), rispetto alle femmine( 44%) o almeno a quelle che ammettono di vederne.

Lo studio inoltre riporta che se i ragazzi per lo più hanno dichiarato di fare uso di pornografia per assecondare le proprie fantasie sessuali e per masturbarsi, le ragazze hanno riportato spesso invece di essere state spinte a vederne o di averlo fatto comunque con altre persone, per goliardia, senza la minima reazione sessuale.

Limitare le pratiche rappresentabili nella produzione porno come potrebbe aiutare l’educazione sessuale di queste altissime percentuali di adolescenti?

In nessun modo probabilmente, perché in nessun modo censurare una sculacciata fornirà risposte agli interrogativi di uno degli spettatori che forma sul porno la sua concezione del sesso.  Anzi, limitare l’immaginario pornografico non servirà ad altro che restringere ancora di più il raggio di sperimentazione e libertà della sua identità.

Se non c’è un preciso piano di educazione sessuale rivolto ai giovani uomini, proibire alcune pratiche le renderà solo più affascinanti perché oltre al pericolo di uno strangolamento vi sarà anche quello del divieto dello Stato.

shortbusIn compenso bandire pratiche come l’eiaculazione femminile allontanerà ancora e di più la fruizione delle donne, reprimendole fuori dalla libertà pornografica. In quel sistema in cui non si ha diritto di guardare pornografia, ma questo peccato va giustificato sempre come un atto di goliardia, come un momento che non ha in nessun modo mosso le corde della nostra sessualità.

Se per gli uomini il porno quasi li costringe a un immaginario claustrofobico, per le donne la pornografia può essere invece anche liberatoria.
Si tratta di un mondo in cui le donne sono state sempre incluse solo come oggetti di film rivolti a uomini e che solo negli ultimi anni riescono invece a diventare protagoniste attive dei film stessi per sguardi anche femminili. In molte hanno infatti condannato duramente i criteri di censura del provvedimento. Una su tutte, Erika Lust, nota regista svedese di film porno che sull’ Indipendent scrive nel suo editoriale:

Sono delusa dal provvedimento non solo perché, come filmmaker erotica, compromette il mio lavoro, ma anche perché quello che è più chiaro è la forte restrizione di quegli atti da cui le donne traggono piacere.
L’industria del film porno e per adulti è sempre stato un campo dominato dagli uomini – abbiamo bisogno di più donne nel mondo del porno, invece ora sembriamo essere tornati all’epoca della morale vittoriana.
[…] Siamo nel 2014, e dobbiamo accettare il fatto che la sessualità faccia parte della natura umana, indipendentemente dal fatto che venga espressa attraverso sesso ordinario o con fantasie più selvagge.

Gli adolescenti guarderanno pornografia probabilmente anche prima del loro primo rapporto sessuale. Più che negargli completamente l’accesso al porno, cosa che semplicemente non può funzionare in rete, o limitare cosa possono vedere, oltre che limitare cosa possono percepire come “normale”, dovremmo educarli meglio. E’ giusto insegnare ai nostri figli che alcune pratiche sessuali sono giuste e altre no? Quando molte di queste nuove regole sono orientate a censurare sostanzialmente il piacere femminile –  l’eiaculazione femminile  è una delle attività proibite – questo non perpetua quella educazione maschilista che i nostri bambini già ricevono? Dovremmo insegnarli l’importanza del piacere femminile, non censurarla.

Sono sempre di più di fatti le donne che frequentano il porno, come spettatrici, ma ancor di più come registe e attrici sempre più consapevoli del mezzo e dell’immaginario machista che ha sempre riprodotto.

ragazze pornoIl movimento post-porno è quello che ha sperimentato una visione più ampia e ricca del porno, dell’erotismo, volendo dare spazio e rappresentazione a quella sessualità considerata troppo fuori dalla norma dell’immaginario erotico eteronormato e legato a precisi canoni estetico-erotici.

Una delle filmmaker più interessanti del panorama italiano è la nota Slavina, anche blogger, scrittrice e attivista del gruppo “Le ragazze del porno”.

Durante un’intervista a Radio Città Fujiko, Slavina ricorda le origini della censura e delle limitazioni al porno tradizionale:

All’inizio degli anni ’80 furono movimenti americani guidati da femministe e ricordati come “Feminist Porn Wars” a chiedere la censura del porno. L’unica cosa che ottennero è la rimozione della pornografia non-eteronormativa

 

Ed è questo che sembra succedere ancora, nel Regno Unito, dove si censura tutto ciò che è poco  più in là dell’immaginario pornografico classico, eteronormativo, fallocentrico.
Ad essere state censurate sono pratiche considerate “violente”, aggressive, come sculacciate e strangolamenti, ma che nel sesso nulla hanno a che vedere con la violenza vera e propria, più legate invece a rapporti di dominio-sottomissione che tanto peso hanno nell’erotismo di tutt*.
A questo proposito, a criticare il provvedimento è anche Itziar Bilbao Urrutia, dominatrix e produttrice di film pornografici, che si chiede

itziarPerchè proibire il facesitting?
Cosa c’è di così pericoloso in questa pratica?

È un’attività del tutto innocua che oltretutto spesso viene svolta dalle dominatrici completamente vestite. Il suo potere è simbolico: la donna sta sopra l’uomo, irraggiungibile

 

Sembra dunque che ad essere state proibite siano quelle pratiche che più attengono a un ruolo attivo delle donne, lontane dalla tradizionale pornografia in cui il punto di vista del piacere è esclusivamente quello maschile e in cui i ruoli di genere e di dominio sono sempre gli stessi. Un provvedimento che avalla le rappresentazioni pornografiche tradizionali, che esclude la postpornografia e la pornografia femminile, che tra l’altro risulta fuori dal tempo in un mondo in cui la rete non è mai davvero censurabile, soprattutto per gli adolescenti a cui, al contrario, non serve altra repressione bensì un’educazione al sesso, al rispetto e ai desideri più ampia e comprensiva di tutte le identità.

In più viene da chiedersi: esiste davvero qualcosa che può essere considerato sbagliato nel sesso adulto e consenziente? Qualunque pratica venga sperimentata non è forse libera espressione della sessualità di uomini e donne che vogliono semplicemente godere delle proprie fantasie, dei desideri, fuori da un immaginario indissolubilmente legato alla riproduzione?
Limitare la produzione pornografia vuol dire voler insegnare agli spettatori cosa possono fare e cosa no della potenza della loro sessualità? Chi ha il diritto di decidere ciò?

Il diritto se lo arroga da millenni la società che rende normale e normato ciò che non sovverte l’ordine.

Un ordine fatto di sesso tra un uomo e una donna di aspetto piacevole secondo il canone delle propria epoca che godono in posizioni e modi legati a un universo romatico-erotico in un atto, quello sessuale, sostanzialmente ancora legato alla riproduzione, che non scavalca il ruolo dominante dell’uomo e quello sottomesso delle donne.
Donne che. attenzione, non possono però giocare a realizzare davvero fantasie di sottomissione, essere schiaffeggiate, strangolate, perchè ciò le renderebbe perverse, lascive, magari anche libere di vivere il sesso come vogliono.