#FertilityDay Eterosessualità e procreazione come obblighi di Stato

Il 22 Settembre c’è il Fertility Day. Un giorno dedicato alla fertilità organizzato dal Ministero della salute.

Lo scopo è quello di mettere in evidenza, prima che sia tardi, “la bellezza della maternità e paternità”, “il pericolo della denatalità”, il rischio delle malattie che impediscono di diventare genitori”

Ho appena scoperto di questo grande evento istituzionale e butto giù quelle che sono state le mie reazioni immediate alla lettura del materiale presente nel sito.

Prima cosa ansia. Istintiva, irrazionale. Ma quel martellamento sul “prima che sia tardi”, ripetuto ossessivamente, mi ha automaticamente portata a considerare le mie ovaie e il mio utero come vecchi e decrepiti.

La seconda sensazione è stata quella di essere stata catapultata in un passato non troppo remoto in cui fare figli era un obbligo istituzionale per le donne e venivano premiate con medaglie quelle più prolifiche. Oppure di essere approdata in un surreale futuro distopico, simile a quello del film The Lobster, in cui essere in coppia è un dovere e chi vi si sottrae viene trasformato in un animale a scelta.

Poi c’è la grafica, infantilizzata, giovane e accattivante. Almeno queste sembrerebbero le intenzioni, il risultato è fatidioso e amplificatore della surrealità del tutto.

C’è il fertility Game in cui puoi scegliere di essere un ovulo o uno spermatozoo e schivare i nemici della fertilità, quali fumo, alcol, infezioni, età che avanza. Non dichiarato esplicitamente ma tra questi c’è sicuramente anche l’omosessualità.

Ci sono le cartoline.
Si va da quelle minacciose e un po’ sessiste, con tanto di clessidra a simboleggiare il tempo che passa e a colpevolizzare le donne che lo fanno passare.

Cartolina-10-300x300A quelle in cui la fertilità viene definita un “bene comune”.
Quindi con il tuo corpo non puoi farci quello che ti pare, perchè non appartiene a te, ma è un bene comune.
Quindi se rimani incinta e non vuoi portare avanti la gravidanza chiunque può opporsi a questa tua scelta, perchè il tuo utero, e quello che eventualmente ci sta dentro, sono un bene comune.

Cartolina-5-300x300A quella in cui si invita ad accoppiarsi da giovani, magari in posizioni “classiche”, perchè c’è più creatività.

Cartolina-2-300x300Per finire con quella nazionalista, con tanto di bandiera italiana, che fondamentalmente ci dice che la denatalità delle coppie taliane apre le porte all’invasione di bambini stranieri, di coseguenza è bene per la Nazione produrre bambini italiani doc.

Cartolina-4-300x300E poi c’è il piano nazionale della fertilità del Ministero della Salute: ” Difendi la tua fertilità, prepara una culla per il tuo futuro”, in cui possiamo leggere cose del genere:

E’ utile ricordare che la “sessualità” non è  un accessorio del nostro comportamento avulso ed enucleabile dalla funzione riproduttiva, a cui biologicamente è destinata. Anche quando non esiste un’esplicita volontà di procreare, la sessualità è una elevatissima forma di comunicazione umana che coinvolge l’interezza dell’essere. Spesso, inconsapevolmente, è tesa proprio alla trasmissione della vita. Siamo spinti dagli stessi ormoni che guidano le cosiddette specie inferiori come una sorta di trappola riproduttiva; ne siamo più o meno consapevoli, ma le nostre pulsioni sessuali, l’attrazione e la tensione tra i sessi, non sono, da un punto di vista biologico,un comportamento che si esaurisce in se stesso.

In un documento istituzionale la sessualità viene definita biologicamente destinata alla procreazione. Affermazione che delegittima qualsiasi rapporto non finalizzato a questo scopo, qualsiasi pratica sessuale che non abbia come obiettivo la trasmissione della vita. Affermazione che sostanzialmente parla di eterosessualità obbligatoria e di maternità/paternità non come scelte ma come obblighi sociali.

Leggo poi che questa campagna ad alto contenuto d’ansia sulla procreazione coercitiva bisogna portarla nei consultori.
Nei consultori?! Nei luoghi che erano un tempo femministi, in quelli voluti dalle donne per esercitare liberamente la propria sessualità, in quelli già invasi dai movimenti prolife, dovremmo aggiungere la retorica di Stato sul fare i figli come l’obbligo più bello del mondo?

E nelle scuole. Vogliono portare la campagna sulla fertilità anche nelle aule scolastiche, sin dalla scuola dell’infanzia perchè si guardi alla bambina già come a una potenziale mamma, perchè sia preservata la sua salute riproduttiva come bene di Stato.
Con buona pace di tutte le pratiche dal basso sull’educazione sessuale e all’affettività portate avanti in questi anni nelle scuole e ostacolate in tutti i modi.

Da insegnante penso a quello che potrei fare perchè tutto questo non entri nelle scuole, da femminista penso alla riappropriazione degli spazi, dai consultori ai centri antiviolenza, ai nostri corpi.
Pensiamo insieme a un modo per fermare tutto questo.

 

 

 

21 Risposte a “#FertilityDay Eterosessualità e procreazione come obblighi di Stato”

  1. Ciao, sono Alessia del gruppo “Chi colpisce una donna colpisce tutte noi”
    Ci trovi su fb.
    Possiamo metterci in contatto con te per approfondimenti sul tema e lavorare insieme contro questa follia ?

  2. questa cosa è disgustosa, vergognosa, incivile, retrograda e bigotta.
    sembra un ritorno al fascismo.

    ci mancava solo questo in un paese misogino e omofobo come il nostro.

  3. È un messaggio destinato a chi abbia in animo di riprodursi, evidentemente non agli altri e alle altre, che non mi pare cerchi in nessun modo di convincere/convertire. In quella luce, non dice niente di sbagliato.

    È questo tuo post, invece, che mi sembra molto “proiettivo”, che esprime un genuino disagio nei confronti di questa tematica; anch’io, sulle prime, ho avuto un’ombra della reazione che hai avuto tu, poi è prevalso il senso di realtà.

    Franka

    1. Ciao Erika, la mia reazione è stata invece al contrario: inizialmente ho pensato “ok un’iniziativa rivolta a chi ha intenzione di riprodursi, non ne vedo la problematicità”, poi invece mi sono resa conto del fatto che per come sembra essere strutturata la campagna, l’idea è proprio quella di raggiungere chi per ora non ha intenzione di riprodursi, inducendo pensieri come “non ci stai pensando? bhe dovresti, tic tac tic tac!”. Certamente chi non ha intenzione di riprodursi non verrà influenzato da un pò di cheap marketing e chi invece ha intenzione di riprodursi ma non lo fa ha probabilmente delle motivazioni che questa campagna assolutamente non tocca (es. condizione economica e lavorativa instabili). mi sembra una campagna parecchio superficiale. concordo con chi la critica anche se la cosa migliore forse sarebbe fare meno pubblicità possibile?

      1. Concordo con franca, per una volta forse il Ministero della salute sta cercando di fare quello che dovrebbe..tutelare la salute delle donne, il che comprende anche la nostra fertilità. E’ ovvio che, nessuno può obbligare una donna a diventare madre, piuttosto è vero che quando una donna si decide a farlo, non è detto che il figlio arrivi. Per esperienza personale e di tante amiche ti dico invece che l’ansia vera la vivi quando desideri ardentemente un figlio e non arriva.
        Credo quindi sia importante invece informare le donne sul fatto che purtroppo, vuoi o non vuoi, il tempo passa, bisogna fare i conti con la realtà biologica che purtroppo ci dice che avere un figlio a 40 anni è molto più complicato, difficile e pericoloso (per la madre e per il bambino) che a 30 o 20. ..a volte anche più dispendioso per le eventuali cure e accertamenti.
        Quello che mi sento di dire agli organizzatori del fertilityday è che forse, se in italia non si fanno più figli è perchè le condizioni economiche e lavorative a cui sono soggette le donne non lo permettono, perchè le madri non sono tutelate e devi purtroppo scegliere se lavorare o se fare la mamma: altro che bonus bebè!!
        E trovo anche un po fuori luogo parlare in questo contesto di omofobia, perchè l’omosessualità qui non centra davvero nulla dato che si parla di fertilità.
        infine “quello che eventualmente ci sta dentro” è una persona, non un coso messo li a caso, e il fatto che i bambini siano una ricchezza e una gioia per la società (e tu che sei insegnante dovresti saperlo) è inutile dirlo.
        Antonella

        1. Antonella, avere un/a figlio/a deve essere sempre una scelta libera e consapevole, non vedo come una iniziativa come questa aiuti a questo scopo. A me sembra una appropriazione statale dei nostri corpi, c’è qualcosa di alienante nel definire la fertilità un bene comune, il mio corpo in quanto potenzialmente capace di rispodursi dovrebbe appartenere a tutti?!
          Come si concilia questa appropriazione dei nostri corpi con la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza?
          Che c’entra l’omosessualità? Nel piano nazionale sulla fertilità si parla di sessualità finalizzata a dare la vita. Questo secondo te non delegittima altre forme di sessualità, omosessuali e non?

          1. Enrica, dopo aver letto il materiale proposto, credo che sia in atto un discreto fraintendimento. A sentirsi piccate di questa campagna sono, in realtà, le donne a cui NON è rivolta (Coloro che non vogliono avere figli – che si sentono spinte ad averlo. Coloro che sono lesbiche – che leggono una nota omofobica che io proprio non riesco a cogliere)

            I pericoli che si mettono in evidenza in realtà sono assolutamente reali, e tutelanti della donna (ricordo che i giovanissimi, oggi, hanno davvero poca coscienza di cosa sia la sessualità e di come a certe azioni ci siano conseguenze, anche gravi e irreparabili). Credo sia innegabile che per una donna di 40 anni avere un figlio sia ben più pericoloso e traumatico che per una donna di 20 anni. Una di 50, non lo potrà proprio avere con metodi naturali.

            Per quel che riguarda il “bene comune”, anche li credo che siamo sempre troppo pronte a prendere i forconi. Non si parla affatto del rendere una donna o il suo utero “dello stato”. Il nostro corpo rimarrà sempre nostro, così come deve essere nostra la scelta di abortire (sempre e SOLO in casi estremi, e mai come metodo “contraccettivo”), ma l’atto della procreazione crea quella che, in ultima analisi, sarà la prossima generazione. Per ora, stiamo vivendo un’enorme crisi procreativa, con sempre meno bimbi che nascono. Tale campagna forse è sbagliata nei toni, ma non nell’idea, ed è ben lungi dall’essere “ignobile, maschilista e schifosa” come tante, qui, l’hanno definita in maniera un pelo troppo superficiale.
            Baci

    2. Forse è sempre bene attenersi alle prime reazioni. Ho provato a guardare con un occhio più distaccato e razionale gli scopi promossi dalla campagna… ma è una campagna che sta mettendo il corpo della donna sotto i riflettori, il mio, i nostri corpi. Come si fa a straniarsi e guardarla da un punto di vista che non ci coinvolga, quando, a tutti gli effetti, i protagonisti sono i corpi dei cittadini? La salute si tutela in altre maniere: promuovendo l’uso di contraccettivi sicuri o istituendo l’educazione sessuale nelle scuole, per esempio. Non facendo una campagna su quale sia, secondo loro, lo scopo primario del rapporto sessuale. Va contro gli stessi principi dello Stato laico. È una campagna fatta coi piedi e che si scontra nettamente con la realtà che giornalmente viviamo, i giovani in particolar modo.

      P.S.: l’omosessualità c’entra, eccome se c’entra. Il post originale riporta esattamente il frammento in cui l’accenno alla sessualità di serie B (chiamandola per come viene effettivamente vista e fatta vivere nel nostro Stato), seppur velato, si percepisce.

  4. Se è per questo c’è anche la cartolina sul sesso sicuro per non farsi trasmettere infezioni che possono minare la fertilità. Che in linea teorica sarebbe accettabile, se non ci fosse il latente sottotesto dei rapporti occasionali, che ovviamente sono in contrasto con la procreazione.

  5. Ciao a tutte, trovo questa “iniziativa” aberrante. Il 22 settembre bisognerebbe manifestare a Roma tutta la nostra indignazione.

  6. Credo che questa campagna ridicola abbia una radice molto semplice.
    Il ministero è preoccupato per l’impatto economico sulle sue casse dovuto al ricorso esponenziale alla procreazione assisita.

    Chi ha un desiderio di paternità/maternità, si trova a sentirsi in condizioni di fare un bambino in un età sempre più avanzata, le ragioni sono molte e molto evidenti.

    Con l’aumentare dell’età la fertilità cala e si deve ricorrere spesso alla fecondazione assistita.
    Lo stato si preoccupa di dover pagare il prezzo del disatro sociale e economico che genera in questo campo come in tanti altri.

    Ognuno deve essere libero di diventare genitore quando si sente pronto, qualunque sia la sua età, e ricevere anche tutta l’assistenza gratuita necessaria. Sono convito pero che in condizioni economiche sociali migliori l’età media in cui si ha il primo figlio si abbasserebbe notevolmente e con questo verrebbero meno anche tanti ricorsi alla fecondazioni assistita.
    Insomma al ministero della salute e al governo risponderei questo: Siete preoccupati per la nostra fertilità?
    Garantite a tutti un lavoro decoroso, una casa, preoccupatevi della salute dell’acqua, dell’aria, del cibo vedrete allora come aumenta la fertilità!
    Per gli interessi di pochi invece avvelenano mari e monti, spremono i lavoratori lasciano libera mano a sciacalli, palazzinari, banchieri e affaristi di ogni risma.
    Vi preoccupate invece di quei “deviati” che non usano la loro fertilità? Che offendono Dio sprecando il seme o l’ovulo che sia? Che fanno sesso solo per godere?
    Maledetti mangia ostie, bigotti e baciapile siete voi i perversi della storia.

    1. Finalmente un intervento illuminato! Hai centrato esattamente tutti i punti cruciali della questione! E’ a dir poco vergognoso che uno stato spenda soldi dei contribuenti per pagare queste iniziative aberranti!

  7. La procreazione è una scelta e non un obbligo, mi vengono i brividi a leggere questo post, un altro lato di discriminazione … se non rientri nei standard, se sei diverso da ciò che hanno stabilito, allora sei sbagliato … pensiamo bene prima di esaltare o dare importanza a certi messaggi e affermazioni …

  8. Nel piano nazione della fertilità, trovo curioso l’uso delle virgolette per incorniciare, si direbbe di imbarazzo, la parola “sessualità”. Notevole anche il riferimento alle “cosiddette specie inferiori”. Insomma, un capolavoro italiota.

  9. Ma quel martellamento sul “prima che sia tardi”, ripetuto ossessivamente, mi ha automaticamente portata a considerare le mie ovaie e il mio utero come vecchi e decrepiti.

    Ecco la chiave (comprensibilissima) del malessere espresso da questo post. La formulazione della campagna, in effetti, avrebbe potuto essere più meditata, ma, come già ha detto qualcuno, non era diretta a chi non vuole riprodursi, ma a chi vuole farlo; e non senza goffaggini, come p.e. il non considerare che non tutti coloro che desidererebbero avere figli si trovano nelle condizioni pratiche di averli.

    In definitiva, una campagna malfatta e poco chiara, non calibrata bene sulle diverse sensibilità. Per il resto, le accuse di fascismo, omofobia etc. sono esagerazioni anche un po’ ridicole (e poi su Internet è così facile e soddisfacente afferrare subito il forcone…), ma che vengono prorio dall’avere questa campagna toccato tasti delicati senza la necessaria delicatezza.

    Ho l’impressione che abbiamo assistito all’ultima polemica estiva, dopo il burkini e le vignette umoristiche. Quest’anno il pretesto era “difendere le donne”.

  10. — Chi ha un desiderio di paternità/maternità, si trova a sentirsi in condizioni di fare un bambino in un età sempre più avanzata —

    Mi spiace per chi “si trova a sentirsi “così, ma non è affatto obbligatorio fare dei figli, per fortuna.

    — Con l’aumentare dell’età la fertilità cala e si deve ricorrere spesso alla fecondazione assistita. —

    “Si deve”? Ma per fortuna fare dei figli non è obbligatorio affatto.

    — Maledetti mangia ostie, bigotti e baciapile siete voi i perversi della storia. —

    Ah bé sì bé, ciao.

  11. Salve a tutte,

    Ho 24 anni e non ho un lavoro fisso (ho scelto di non averlo perché mi piace la Ricerca e voglio continuare in questo campo e in tutto il mondo si tratta di questo non solo in Italia).

    Credo che ogni riferimento all’omosessualità sia fuori luogo, totalmente e in ogni accezione. Ho personalmente giocato al gioco del fertilità day e a parte i simboletti di malattie droga fumo e alcol non ho visto altro. Se avete pensato all’omosessualità vedendo quei simboli allora fatevi voi delle domande.

    Una volta, prima dei social network, queste vignette arrivavano solo nei consultori, nei ambulatori dei ginecologi e in pochi altri luoghi. Li ho sempre visti e non mi sono mai sentita chiamata in causa.

    Non mi sono sentita toccata minimamente perché è bene informare le donne e gli uomini dei rischi derivanti da certi comportamenti pericolosi. Non mi sento trattata da oggetto per la riproduzione. Non mi sento in ansia. Voglio un figlio ma di certo non lo farò a 40 anni quando rischio complicazioni maggiori, lavoro fisso o no. Date le mie intenzioni, una campagna del Ministero della Salute volta a informarmi sui comportamenti che mettono a rischi la mia fertilità e quella del mio compagno è la benvenuta.

    Inoltre ritengo che il ministero stia adempiendo ai suoi doveri perché veicola un messaggio importante: è necessario programmare la propria gravidanza per tempo. Forse si può discutere su certe cartoline usate nella campagna ma trovo giusto dire a una donna che non può (biologicamente parlando) avere un figlio quando le pare e piace (sempre rispettando le scelte di ognuno: se una/o non vuole un figlio non lo vuole e basta ed è un suo diritto).

    Infine vi ricordo che esistono persone ignoranti (nel senso letterale di non sapere) che non conosco neanche il collegamento tra fertilità e fattori di rischio quali fumo, alcol, droghe.

    Isabella

    1. Isabella, oltre alle cartoline e il giochino, c’è tutto il documento sul piano nazionale delle fertilità in cui viene definita una “corretta” forma di sessualità, quella procreativa, e per esclusione una scorretta e “non naturale”, ovvero quella non procreativa.
      Di conseguenza è un documento normativo volto a stigmatizzare chi non rientra in tale lettura biologicista della sessualità.
      Concordo con te che è compito del ministero della salute informare sulla fertilità, sicuramente deve farlo, ma non così, non in questo modo alienante, colpevolizzante, retrogrado e offensivo

  12. Una volta ho visto alla TV il comico Claudio Bisio che raccontava questa barzelletta:

    un tizio va da un suo amico per chiedergli in prestito la bicicletta.

    Durante il tragitto comincia a rimuginare: e se non me la vuol dare? Sarebbe una bella carogna, lui, il mio amico! Con quello che ho fatto per lui, avrebbe il coraggio di rifiutarmi la bicicletta? Eppure quando lui mi ha domandato qualcosa io l’ho sempre accontentato… gli ho anche prestato dei soldi quando ha avuto bisogno. Immaginati che faccia di bronzo dovrebbe avere per rifiutarmi la bicicletta! Trent’anni che ci conosciamo… quando sua mamma si è ammalata l’ho vegliata all’ospedale… è stato il mio testimone di nozze, che coraggio avrebbe a non prestarmi la bicicletta… etc etc.

    Morale, arriva a casa dell’amico, suona alla porta, l’amico gli apre e lui:

    – VAFFANCULO TE E LA TUA BICICLETTA!!!

    Ecco, questo post è un po’ come la reazione di quel tipo: l’Autrice si è fatta tutto un cinema nella sua testa (secondo, per esempio, cui la campagna assimila la droga e l’alcol all’omosessualità, che invece è un’associazione che è venuta a lei; secondo cui la campagna intende discriminare chi non vuole far figli) e di quello che la campagna dice, in sostanza, non ha capito niente, perché niente le interessava capire… 😀

    1. Siamo in molt* a eserci fatti questo film 🙂 Il sito è stato oscurato per poi riapparire senza le incriminate cartoline.
      Ma il piano nazionale della fertilità è ancora lì, ora speriamo che tutt* quest* visionar* chiedano a gran voce le dimissioni della Ministra

  13. Concordo con te che è compito del ministero della salute informare sulla fertilità, sicuramente deve farlo, ma non così, non in questo modo alienante, colpevolizzante, retrogrado e offensivo

    Come dovrebbe farlo, dunque? Tanto per capirsi. È “colpevolizzante” dire a uno che se prende gli anabolizzanti per farsi i muscolacci poi non gli tira più l’uccello, o che a bere troppo, a fumare, a essere sovrappeso ne risente, come tutto il resto, l’apparato riproduttivo? O che, passati i 40, una gravidanza è più rischiosa?

    Insomma, “informare sulla fertilità” che cosa vuol dire, per te?

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