Famiglie “tradizionali” minacciate dai diritti LGBT: ma di cosa hanno davvero paura?

Articolo del 30 luglio 2014

Mentre alla Regione Lombardia non conoscono la parola “Inclusione”, vogliono istituire una “Festa per la famiglia tradizionale” e chiedono espressamente alle istituzioni competenti di non applicare i Documenti dell’OMS, al Comune di Verona, il Consiglio Comunale approva un Ordine del Giorno che, sbandierando la “libertà di espressione” e la “libertà di educazione dei genitori”, vorrebbe togliere la libertà di insegnamento agli insegnanti della scuola pubblica. E non solo. Al Comune di Verona sono diventati tutti in grado di leggere nel pensiero e hanno paura di un piccolo uovo alla ricerca della sua famiglia.

Andiamo con ordine, dal momento che potrebbe sembrarvi di avere le traveggole agli occhi.

Nell’ODG approvato il 23 luglio, i Consiglieri veronesi aprono il documento con una dichiarazione fantasiosissima che farebbe anche ridere, se non fosse che porta con sé conseguenze dannose.
Affermano essi: “L’art 29 della Costituzione italiana riconosce il “ruolo sociale della famiglia come società fondata sul matrimonio tra uomo e donna, anche se quest’ultima precisazione non è riportata nel testo (i padri costituenti la davano per scontata)”.

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La vignetta che gira sui social, espressione del pensiero omofobo dominante.
 

Ganzi, i Consiglieri! Si sono presi il diritto di modificare il testo dell’art. 29 della Costituzione a loro piacimento, con la superbia di chi sa a posteriori che quella modifica sarebbe stata approvata dai padri costituenti, in quanto essi la davano per scontata. Può darsi che la dessero per scontata. Ma anche no. Può darsi che non abbiano precisato nulla per lasciare volutamente aperto uno spiraglio ad altri tipi di famiglie. In ogni modo, non c’è scritto niente a proposito di famiglia formata da un uomo e da una donna e un Consigliere comunale qualunque non può, per difendere la SUA idea della Carta costituzionale, violarla apertamente, modificandola a suo piacimento.

L’ODG continua con un’altra manipolazione del testo costituzionale, laddove dice che, siccome per l’art. 30 i genitori hanno il dovere di istruire, educare e mantenere i figli, nessun’altra realtà, nemmeno lo Stato, può sostituirsi ad essi, educando i bambini e i ragazzi con programmi dai genitori stessi non condivisi. La Costituzione non lo dice, ovvio, ma mettiamo anche che lo dica e mettiamo il caso che io abbia un figlio o una figlia che vivono in casa con me e con la mia compagna. Bene, nella scuola che vorrebbero i Consiglieri veronesi (quella in cui non si può parlare di famiglia omogenitoriale come di un tipo di famiglia esattamente come quella formata da una coppia eterosessuale), io avrei il diritto di non mandare la mia prole, perché non condividerei i programmi scolastici, laddove agli alunni verrebbe insegnato che la sola forma di famiglia possibile è quella “tradizionale”, formata da un uomo e da una donna e dalla loro progenie. Così, mia figlia e mio figlio non frequenterebbero nessuna scuola e io andrei in galera.

Come i Consiglieri lombardi, anche quelli veronesi pensano ogni bene della famiglia, quando la definiscono “una comunità di affetti e di solidarietà e dove ci si incontra e ci si aiuta reciprocamente”, ma, per gli uni e per gli altri questa definizione di famiglia va bene e calza a pennello solo per la famiglia “tradizionale”.A me risulta che i casi di violenza domestica abbiano luogo proprio nella famiglia “tradizionale”, chissà se per tutti questi consiglieri la violenza domestica rientra nell’affetto e nella solidarietà o nell’aiuto e nell’incontro…? E perché danno per scontato che una famiglia con i genitori omosessuali non sia improntata all’aiuto reciproco, all’incontro, all’amore?

Ma la cosa che più mi lascia perplessa è la dilagante affermazione che “la famiglia naturale starebbe subendo terribili tentativi di distruzione” o anche “un’aggressione culturale senza precedenti”, come dicono a Verona, ma non solo.

Allora, siccome sono curiosa, voglio andare un po’ a sbirciare quali possano mai essere questi atti miranti alla distruzione della famiglia tradizionale. Caspita! Ho paura! Mamma mia, ho un marito UOMO e io sono una donna! Ho un figlio e una figlia! O Gesùgiuseppeemmaria!

Qualcuno sta tentando di aggredire la MIA famiglia???????

Meglio andare a controllare, che forse mi conviene scappare in qualche Paese straniero più civile del mio, tipo l’Uganda o la Russia in cui queste cattivissime lobbies gay non sono ancora riuscite a distruggere proprio un bel niente.

– Il 20 giugno 2014, per esempio, il Tribunale di Torino ha condannato per ingiurie di contenuto omofobico un uomo che aveva l’abitudine di dire ad un collega, omosessuale:“Frocio, sei solo un frocio, ti guadagni da vivere dando il culo per strada e lo vai a spendere con quelli come te”.

– Il Comune di Bologna, come già il Comune di Grosseto mesi fa, il 22 luglio dà il via libera alla trascrizione dei matrimoni omosessuali contratti all’estero e, a Napoli, negli stessi giorni, viene registrato proprio un matrimonio omosessuale Al Comune di Ravenna, ai primi di luglio, si celebra simbolicamente l’unione matrimoniale di due donne, davanti al sindaco e a due assessore (Fonte).

– Il Gruppo Intesa Sanpaolo riconosce il diritto ai congedi matrimoniali per tutti i dipendenti e le dipendenti, anche agli omosessuali e alle lesbiche.

– E, sempre a Bologna, una macabra notizietta: anche l’omosessuale o la lesbica potrà essere sepolta vicina/o al/la partner.

In nessuna di queste notizie, il diritto (seppure minimo) garantito alla persona omosessuale ha tolto qualcosa ai miei diritti, a quelli della mia famiglia, né a quelli delle altre famiglie.

Love makes a family

Non mi spiego la paura dei Consiglieri veronesi e dei tanti, troppi che la vedono come loro, parlando di attacchi e aggressioni alla famiglia tradizionale.
Anzi. Leggo anche questa notizia, ormai vecchia di qualche giorno (ma non per questo meno dolorosa): per un semplice “sospetto di omosessualità” un’insegnante di Trento viene licenziata.
Rifletto: le conquiste civili per le persone LGBT sono lente e difficili e non tolgono nulla a me, eterosessuale.
Ma una persona, per il solo fatto che possa risultare omosessuale, non vede più rispettato il suo diritto al lavoro.

Continuo a vedere esclusioni gravi ai danni di chi non è eterosessuale da una parte e, di contro, come nei casi citati del Comune di Bologna, Ravenna, Napoli e del Gruppo Intesa Sanpaolo, inclusioni timide e incerte senza danni per nessuno.

Dunque, dove sarebbero tutte queste aggressioni alla famiglia tradizionale? Dove sono gli attacchi? In cosa sono pericolose le famiglie omogenitoriali, tanto da indurre alcune Amministrazioni pubbliche ad approvare testi e ODG come quelli citati?