Educare alle differenze#3: una scuola differente si può

Anche quest’anno parteciperemo a Educare alle Differenze e, come l’anno scorso saremo Media Partner delle due giornate di dibattito e costruzione di una nuova cultura di genere.

Anche quest’anno le realtà copromotrici sono tantissime e le aspettative molto alte. Prima di dedicarci a nuove interviste e interventi su questa edizione, riproponiamo quelle realizzate l’anno scorso per la prima volta di Educare alle Differenze.
post dell’11 agosto 2014.
La terza intervista che realizziamo ha per protagonista un’associazione di genitori di una scuola romana spesso al centro di polemiche e strumentalizzazioni: l’Associazione Pisacane 0-11, della scuola Carlo Pisacane di Tor Pignattara.
educare alle differenzeIncontriamo Maria Coletti che ci spiega che l’Associazione è nata nel 2013  ed è formata dai genitori di infanzia e primaria  spinti dalla necessità di portare avanti al meglio progetti e attività per la scuola e con la scuola, ma aprendosi anche sul territorio, nel quartiere.
Partiamo da un problema legato alla scuola, la ristrutturazione che aspettiamo da più di quattro anni e che comporta la mancanza di spazi sufficienti per ospitare la didattica, che continua ad essere di qualità solo grazie ad insegnanti particolarmente motivate. Da qui però le nostre attività hanno una doppia vocazione: sono centrate soprattutto sulla scuola (laboratori, incontri, feste, eventi, raccolte fondi, doposcuola), ma si aprono anche al quartiere, partecipando agli eventi culturali e sociali nel territorio come preziosa occasione di visibilità e di scambio culturale e di esperienze. Questo serve anche a dimostrare che la differenza non è un problema, ma una ricchezza.
A questo proposito, la scuola Pisacane è stata spesso in mezzo alle polemiche per via dell’alta percentuale di iscritti migranti o comunque non italiani. Ultimamente anche Borghezio è passato di lì per protestare contro “gli stranieri”.
Come vivete questa costante strumentalizzazione?
Il blitz con tentato comizio di Borghezio è stato un evento a dir poco vergognoso: venire ad urlare con un megafono e quattro scagnozzi contro una scuola pubblica di qualità che ospita bambini, parlando di “invasione” dimostra oltre al razzismo anche la mancanza di sensibilità e di rispetto verso l’infanzia, di qualsiasi colore di pelle essa sia.
Borghezio ha cercato di ripetere gli attacchi che si erano verificati nel 2009 mi pare, quando si parlò del famoso tetto del 30% di bambini di origine straniera nelle scuole… E sono orgogliosa del fatto che le nostre maestre già all’epoca si erano battute in prima persona contro questa assurda misura, facendo di tutto per aiutare le famiglie straniere ad iscrivere i loro figli… uno per uno!
Ci raccontate com’è andare a scuola alla Pisacane? C’è davvero un così grande problema di integrazione?
Non esiste una “emergenza” integrazione: la maggioranza dei bambini di origine straniera sono nati in Italia, semmai è un problema di legge che non riconosce come italiani questi bambini, e quindi occorre al più presto introdurre lo ius soli.
Poi è chiaro ci sono anche bambini arrivati da poco che quindi hanno problemi con la lingua e hanno bisogno di più tempo per inserirsi e imparare. E ci sono anche le famiglie da sostenere: se i genitori non parlano l’italiano, non possono aiutare i propri figli nello studio. Per questo è importante sostenere i corsi L2: invece di fare polemiche inutili il governo deve investire in questo.
Noi come associazione dei genitori alla Pisacane facciamo un doposcuola per tutti i bambini e le bambine: per fare insieme i compiti e questi incontri sono molto seguiti anche dai genitori di origine straniera.
La differenza per noi è una ricchezza, sia dal punto di vista didattico che da quello culturale ed umano.
Certo bisogna avere qualche accortezza in più nelle scuole internazionali (forse andrebbe superata anche la parola  “multietniche”) come la nostra bisogna sapersi reinventare  giorno dopo giorno e saper stare all’ascolto dei bambini, per immaginare un mondo alla loro misura. Ma questo dovrebbe essere lo scopo principale di ogni maestro, come ci ha insegnato Tonucci nei tanti begli incontri fatti con maestri e genitori alla Pisacane. Saper tirar fuori il meglio da ogni bambino, ognuno con la sua differenza e con il suo proprio dono…
La strada è ancora lunga e ci sono tanti passi da fare, ma i bambini già sanno stare insieme senza pregiudizi, siamo noi adulti, noi genitori che dobbiamo imparare di più a stare insieme, e con l’associazione vogliamo cercare di lavorare anche su questo.
Perché ad un’associazione di genitori di una scuola con tante questioni aperte, interessa affrontare quella di genere?
In realtà la questione del “genere” ci è arrivata in maniera molto naturale, dal momento che si lavora ogni giorno sulle “differenze”.  Molti di noi hanno fatto percorsi simili grazie ad associazioni e ad eventi nel quartiere, come le letture per bambini fatte alla Biblioteca Comunale Goffredo Mameli del Pigneto, alla libreria Il giardino incartato, alla Libreria Tuba o con la Libreria Itinerante Ottimomassimo.
Così, anche motivati dagli attacchi che ci sono stati negli ultimi mesi contro l’educazione alla differenza di genere nelle scuole, abbiamo pensato che fosse sicuramente un percorso da condividere tra bambine e bambini, insegnanti e genitori. Del resto per fortuna c’è una editoria per bambini di qualità che ha pubblicato libri bellissimi sul tema, per cui non è difficile trovare momenti di riflessione proprio a partire dai libri.
E anzi questa riflessione può servire a lavorare anche incrociando differenze di genere e differenze culturali, laddove ad esempio in molte famiglie straniere la condizione delle bambine e delle donne può essere penalizzante, magari con meno libertà e autonomia rispetto ai maschi.
Ci sono stati dei momenti di discussione, costruttiva o meno, in merito all’educazione di genere nella scuola Pisacane o è qualcosa di totalmente nuovo?
Nella scuola dell’infanzia è abbastanza nuovo, anche se da sempre le insegnanti sono attente a un’educazione libera che si basa molto sul movimento e sulla autonomia e consapevolezza del corpo di bambine e bambini.
Quest’anno poi abbiamo realizzato una biblioteca e stiamo raccogliendo libri di qualità. A partire da questa esperienza, inizieremo dal prossimo anno scolastico con una serie di letture/incontri/laboratori con l’associazione Famiglie Arcobaleno: attività già approvata in sede di consiglio di scuola. Nella scuola primaria si è lavorato molto sulle differenze e anche su quella di genere, ma durante lo scorso anno scolastico in particolare c’è stato il primo percorso sul genere fatto con le prime classi, che ha prodotto poi anche una mostra dei disegni e degli elaborati dei bambini e delle bambine e che è stata presentata alla Biblioteca Goffredo Mameli.
pisacane
Perché pensate che l’educazione di genere sia utile alla crescita culturale di bambini e bambine?
Senza parità e rispetto fra uomini e donne non ci può essere una vera uguaglianza in termini di diritti e di pari opportunità. Sembra che su molti aspetti si stia arretrando in Italia sul piano dei diritti delle donne. E purtroppo il femminicidio mette in luce una incapacità da parte di molti uomini di accettare l’autonomia e l’autodeterminazione delle donne. Ma il problema è come sempre a monte: in un mondo dell’immagine che riduce il corpo femminile ad oggetto e che appiattisce ogni differenza nel minimo comun denominatore del consumo e del successo. Per sconfiggere ogni forma di razzismo, sessismo e omofobia occorre lavorare fin da subito, e dai primi anni di scuola, per valorizzare la ricchezza delle differenze.

Cosa vi aspettate dagli incontri de 20 e 21  settembre? Cosa vi augurate di realizzare?
Dalla giornata del 20 settembre ci aspettiamo innanzitutto una possibilità di scambio e di incontro per mettere a fuoco nuove idee e nuovi progetti e magari creare una rete fra genitori e scuole che ci aiuti ad essere insieme più forti e più competenti.
E speriamo anche che sia una occasione per dimostrare al Ministero e ai nostri governanti che investire oggi tempo, energie e risorse nell’educazione alle differenze è l’unico modo per avere un’Italia di domani più giusta e più viva.