Doppiopesismo e linciaggi. Ancora su Asia Argento

La notizia circa il pagamento versato da Asia  Argento verso un giovane attore statunitense che l’aveva accusata di molestie sessuali ha già fatto il giro del web e del mondo

La notizia è stata divulgata dal New York Times, che ha ricevuto in forma anonima i documenti legali che testimoniano l’accordo raggiunto lo scorso aprile.

Da Il Post, che ha pubblicato un resoconto fedele all’articolo originale apparso sul New York Times, riporto:

“L’aggressione sessuale sarebbe avvenuta in un albergo di Marina del Rey, in California, dove Argento e Bennett si incontrarono il 9 maggio 2013. Bennett ha raccontato che Argento gli fece bere degli alcolici, lo spogliò, gli praticò del sesso orale prima di fare del sesso con penetrazione e poi gli chiese di scattare una serie di foto di loro due. Una è stata vista anche dal New York Times: è un selfie che mostra Argento e Bennett insieme sdraiati su un letto.  La richiesta di danni di Bennett – che oggi ha 22 anni – era stata fatta un mese dopo che la testimonianza di Asia Argento era stata inclusa in un famoso articolo del New Yorker che accusava di violenze sessuali il produttore statunitense Harvey Weinstein. Inizialmente Bennett aveva chiesto 3,5 milioni di dollari di danni: il suo avvocato e l’avvocata di Argento – Carrie Golberg, esperta di casi di ricatti – hanno poi trovato un accordo sul pagamento di 380.000 dollari da parte di Argento (circa 330.000 euro). Nei documenti che le parti si sono scambiate per definire l’accordo, Goldberg dice di sperare che i soldi possano “aiutare” Bennett. L’accordo non prevedeva nessun vincolo di segretezza tra le parti – è vietato dalle legge californiana, ma i documenti spiegano come Argento non volesse imporre una clausola di segretezza – e quindi sia Bennett che Argento avrebbero potuto parlare dei fatti al centro dell’accordo[…]Nei documenti visti dal New York Times si dice che Bennett aveva deciso di farsi avanti con la sua richiesta di risarcimento dopo che Argento aveva raccontato le aggressioni sessuali subite da parte del produttore cinematografico Harvey Weistein, che lo scorso anno è stato accusato di molestie, stupro e altri comportamenti scorretti da parte di decine di donne. Argento è poi diventata una delle figure di maggiore spicco a livello mondiale a parlare del problema delle molestie nel mondo del cinema. Lei e Bennett si erano conosciuti quando Bennett era stato scelto per interpretare il ruolo del figlio del personaggio di Asia Argento nel film del 2004 Ingannevole è il cuore più di ogni cosa (uscito in Italia nel 2005)Nel 2013, nei mesi successivi all’incontro con Argento, Bennett iniziò anche un contenzioso legale con i suoi genitori, che lui accusò di avergli rubato circa 1,5 milioni di dollari e di averlo cacciato di casa lasciandolo senza soldi. La questione si chiuse nel 2014 con un accordo privato tra le parti. Il New York Times ha visto un messaggio di Twitter che Bennett mandò ad Argento nel giugno 2013, circa un mese dopo il loro incontro, con scritto “Mi manchi mammina!!!!” e una foto di un braccialetto che Argento gli aveva regalato per ricordare il film fatto insieme.  

Preciso di aver riportato questo lungo stralcio da Il Post perché è l’unico che fa davvero chiarezza sulla vicenda —che poi, quello di fare chiarezza, dovrebbe essere il compito principale del giornalismo, ma come abbiamo constato nel corso di questi anni, grazie anche alla nostra campagna #GiornalismoDifferente, la stampa spesso e volentieri sciacalla su molte vicende con titoloni fuorvianti e acchiappaclick, dettagli morbosi e voyeuristici  facendone conseguire puntualmente un linciaggio feroce.

Il giornalismo e i social sono diventati da tempo dei tribunali dove gente assolutamente incompetente e priva delle nozioni basilari della stessa grammatica italiana  —figuriamoci del diritto o della medicina— vorrebbero sostituirsi a: medici, giudici, ricercatori, eccetera

Del resto lo stesso New York Times difende Argento, denunciando che in Italia “è stata oggetto di un’ampia e feroce gogna sulle prime pagine praticamente di tutti i quotidiani, con titoli spietati[…]La signora Argento non ha mai scaldato i cuori degli italiani – scrive ancora il Nyt – in parte riflettendo la persistente resistenza al progresso, che il movimento #MeToo ha aperto per le donne in alcuni altri Paesi”

Da un po’ di ore a questa parte stanno emergendo ulteriori dettagli: innanzitutto un comunicato della stessa Asia Argento 

 

«Con riferimento all’articolo del New York Times del 20 agosto 2018, ripreso anche dai media nazionali ed internazionali, smentisco e contesto con la massima forza quanto ivi narrato.

Sono profondamente scioccata e addolorata dal dovere leggere notizie assolutamente false. Non ho mai avuto alcun rapporto sessuale con Bennett.

Quello che mi ha legato a lui per alcuni anni è stato solo un sentimento di amicizia, terminata quando, dopo la mia esposizione nella nota vicenda che riguardò Weinstein, Bennett – che versava in gravi difficoltà economiche e che aveva precedentemente assunto iniziative giudiziarie anche nei confronti dei suoi stessi genitori rivolgendo loro richieste milionarie – inopinatamente mi rivolse una esorbitante richiesta economica. Bennett sapeva che il mio compagno, Anthony Bourdain, era percepito quale uomo di grande ricchezza, e che aveva la propria reputazione da proteggere, in quanto personaggio molto amato dal pubblico.

Anthony insistette che la questione venisse gestita privatamente e ciò corrispondeva anche al desiderio di Bennett. Anthony temeva la possibile pubblicità negativa che tale persona, che considerava pericolosa, potesse portarci. Decidemmo di gestire la richiesta di aiuto di Bennett in maniera compassionevole e venirgli incontro. Anthony si impegnò personalmente ad aiutare Bennett economicamente, a condizione di non subire più intrusioni nella nostra vita.

Questo è, dunque, l’ennesimo sviluppo di una vicenda per me triste, che mi perseguita da tempo, e che a questo punto non posso che contrastare assumendo nel prossimo futuro tutte le iniziative a mia tutela nelle sedi competenti».

 

Inoltre sono stati rivelati dal sito Tmz alcuni messaggi tra Asia Argento e il suo ex compagno Antony Bourdain. Riporto da Il Corriere:

I 380 mila dollari — che Bourdain avrebbe pagato di tasca sua — per chiudere la vicenda non sono, avrebbe scritto lo chef, «un’ammissione, un modo per comprare una copertura, solo un’offerta per aiutare un’anima tormentata che cerca di spillarti soldi». Oppure, conclude, puoi «mandarlo a farsi f… In ogni caso, sono con te».

Non entrerò pienamente nel merito della vicenda, innanzitutto perché questo non è un tribunale, le indagini e le condanne dovrebbero essere svolte e decise nei luoghi adeguati non sul web, sui blog o sui giornali; del resto molti dettagli non sono ancora chiari, come ad esempio se tra i due attori ci sia stato o meno un rapporto sessuale.

I punti su cui vorrei soffermarmi —oltre al solito modo di fare giornalismo in Italia e di cui ho largamente parlato più su— sono altri.

Innanzitutto è bene dichiarare che il movimento #metoo non muore assolutamente dopo questa vicenda, grazie ad esso tantissime donne —ma anche uomini—, in tutte le parti del mondo, hanno trovato il coraggio di parlare e di denunciare gli abusi subìti.

#metoo non è solo Asia Argento, ma un vulcano, una bomba che aspettava di esplodere da un momento all’altro

Forse in tante e tanti, femministe e non, ci saremo chieste se è stato giusto o meno associare l’intera immagine di un movimento tanto ampio ad una sola persona —che tra l’altro non era mai balzata agli onori delle cronache per una qualche rivendicazione o lotta femminista—, ma come scrivono su Pasionaria

Asia Argento: aveva denunciato una violenza (fu una delle prime a parlare degli abusi di Weinstein e a pagarne le conseguenze) ed era stata aggredita e bullizzata, sulla rete e in televisione. Era lei, in quel momento, il volto molto famoso e visibile di tante donne che avevano subito lo stesso trattamento dopo essere state molestate e violentate. Asia Argento meritava tutto il sostegno e la solidarietà possibili, sia chiaro.

Argento è stata il volto noto senza la quale molto probabilmente questo movimento non sarebbe nato, o molto probabilmente non avrebbe avuto l’impatto che meritava, ma allo stesso tempo era uno dei tanti volti di donne che nella vita (che sia sul lavoro, tra le mura domestiche, per strada o in qualsiasi altro luogo) avevano subìto violenza e volevano denunciarlo

Un altro punto su cui è importante far chiarezza e che il femminismo ribadisce da sempre è che il concetto di molestia non è limitato al genere: le molestie e le violenze sessuali sono un esercizio di potere.

Ovvero l’abuso di potere che una persona detiene in un determinato momento e che esercita su un’altra persone che nello stesso momento si trova in una posizione di  subordinazione o di vulnerabilità.

É questo quello che accade quando una donna subisce molestie per strada o sul luogo di lavoro o peggio ancora viene stuprata. Non è un concetto di libido, non si molesta o stupra perché —come si legge spesso sui giornali— “travolti dalla passione”, ma è solo una questione di potere.

E sì, il potere possono averlo anche le donne. E gli uomini possono subire molestie sessuali.

Ribadito ciò per l’ennesima volta, l’ultimo dettaglio su cui vorrei soffermarmi è il doppiopesismo italiano. Come è ben noto, da quando esplose il caso, le reazioni della stampa e dell’opinione pubblica italiana e americana sono state decisamente diverse.

Asia Argento —e tutte le altre donne che denunciarono non solo nell’affaire Weinstein, ma anche in altri casi— ha avuto appoggio quasi da tutti e tutte in America, in Italia è stata linciata, bullizzata e perseguitata per mesi.

Oltre al solito tribunale feroce del web si scatenarono tanti giudizi sprezzanti anche da parte di diversi giornalisti, personaggi noti e meno noti.

Insomma tutto il garantismo che in quel frangente offrivano a Weinstein (nonostante ci fossero decine e decine di donne ad accusarlo) ovviamente ora non viene riservato ad Asia Argento

Tutte le insinuazioni e le offese, tutte quelle domande, sempre le stesse, che hanno martellato Argento e qualsiasi altra persona che offrisse un punto di vista diverso dal linciaggio, non le vediamo rivolte al giovane attore.

Perché ha denunciato solo adesso?

Perché ci sono fotografie che li ritraggono insieme sorridenti?

Perché non si è difeso?

Perché non ha urlato?

Perché non è scappato?

Che benefici ne ha tratto da tutto ciò?

E poi ancora:

“Ha preferito la carriera alla denuncia”

“Non è una vera vittima, le vere vittime sono altre”

“Poteva fare un altro lavoro, si sa il mondo dello spettacolo funziona così”

“Poteva fare un lavoro più umile, di certo questo non gli sarebbe accaduto”

Come scrissi allora, ribadisco un concetto che sfugge ai più, le donne subiscono ricatti sessuali e pressioni ovunque: nelle fabbriche, negli uffici, nelle università, nelle serre, nei campi, nei call center e in tantissimi altri luoghi.

Sono un milione 404 mila le donne che nel corso della loro vita lavorativa hanno subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro (dati Istat)

Su qualsiasi posto di lavoro. E non solo nel mondo dello spettacolo.

Come mai nessun giornalista ha pubblicato qualche “brillante” editoriale dove si faceva bassa ironia sulle parole del giovane che ha denunciato di essere molestato da una donna?

Dove sono i Serra e i Severgnini e la caccia alle streghe e il maccartismo sessuale? Che fine farà ora il corteggiamento se gli uomini denunciano le donne per molestie?

Dove sono i titoloni imbarazzanti di Libero “Prima la danno via e poi frignano”?

 

Alla luce di tutto ciò è importante allora riflettere ancora e ancora sulla violenza, con quanta poca lucidità e autorevolezza venga narrata e trattata, quanta responsabilità abbia la stampa su tutto ciò e quanto sia importante l’esistenza del movimento #metoo

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#quellavoltache contro la cultura dello stupro e il victim blaming