Dal Brasile, donne che sembrano disegni e “i gusti degli uomini”. Discriminazione ponderale #3

Revolution, un’agenzia pubblicitaria brasiliana, lancia una campagna per l’agenzia di modelle Star Models difendendo la “bellezza reale”.

enhanced-buzz-wide-5877-1366294243-9“Non sei un disegno. Dì no all’anoressia”, questo lo slogan che accompagna le immagini in cui si mettono a confronto i disegni da stilista dei propri abiti  su immaginarie indossatrici e vere ragazze fin troppo simili a quell’immaginario.

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Le ragazze delle foto per fortuna sono modificate con Photoshop, ma assomigliano tanto a molte donne che sono così dal vero, malate di anoressia anche ( ma non solo ) per inseguire un ideale estetico piegato al consumo di donne tutte uguali, troppo esili, innaturalmente prive di forme naturali che vendono prodotti altrettanto pensati per donne bioniche che li indossino come manichini.

Le campagne contro l’anoressia sono spesso deludenti, non hanno interlocutrici ( o interlocutori, l’anoressia maschile è ancora meno esplorata di quella femminile ) dirette, chiare. Questa pubblicità ha il merito di parlare direttamente alle ragazze interessate ad un’agenzia di moda, ma di proporre un modello estetico che non abbia – almeno nel claim – una connotazione skinny, curvy, o che rimandi comunque a un modello estetico.

Dice semplicemente: sii reale. Non siamo disegni, non siamo virtuali. Siamo donne vere, viviamo come tali.

Quanto può davvero intervenire nel contrastare l’anoressia? Pochissimo, probabilmente.
Dal momento che per un’agenzia che sceglie di comunicare così ce ne sono altre mille che perpetuano un altro ideale di donna, ma soprattutto dal momento che l’anoressia è una malattia ( o il sintomo di malattie ) che solo nel luogo comune è sempre legata all’emulazione dei corpi mediatici, patinati, di modelle e indossatrici.

Nel “mondo della moda” però da una parte le ragazze sentono sicuramente ancor più la tentazione o l’obbligo di privarsi del cibo e dunque forse una comunicazione di questo tipo può aiutare a conquistare un modello estetico più sano, più naturale, dall’altra l’industria propone un modello estetico irraggiungibile per la stragrande maggioranza delle donne che ha bisogno di essere ugualmente rappresentata.

Rispetto poi al modo in cui il peso e la discriminazione ponderale vengono usate dalla comunicazione pubblicitaria più diffusa, la campagna di Revolution segna comunque una novità.

Vale la pena giudicarla a confronto ad esempio con la pubblicità sempre brasiliana di Fit Light Yogurt, dove alcune donne più in carne della media delle testimonial pubblicitarie incarnano affascinanti personaggi di film molto famosi – Marilyn in “Quando la moglie è in vacanza”, Mena Suvari in “American Beauty”.

La frase di lancio è “Scordatelo. I gusti degli uomini non cambieranno mai”.

enhanced-buzz-wide-1020-1364425711-8Per essere onesta e chiara, il lancio dovrebbe essere “Compra il nostro Yogurt Light, devi cercare di essere filiforme, magra, di imbottirti di alimenti sintetici per perdere peso. Non c’entra nulla la tua salute, la tua autostima, la tua autodeterminazione. Conta solo il fatto che non piacerai agli uomini. A loro piacciono le magre, sai. Le grasse sono considerate brutte, anche grazie allo stigma sociale che noi pubblicitari alimentiamo a mantenere in vita. Ecco, piegati al nostro gusto e mangia questo benedetto yogurt.”