Il corpo degli uomini: stereotipi, swap e sguardi

Si parla spesso di corpi femminili stereotipati dai media, soprattutto da televisione e pubblicità.
Corpi finti, costruiti tra un programma di fotoritocco e uno studio, in pose altrettanto artificiose.

E quelli maschili? Sono forse meno stereotipati?

Ovviamente no.

Un gruppo di uomini ha voluto fotografarsi per liberarsi dai messaggi affatto realistici che le pubblicità inviano loro quotidianamente.

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Uomini comuni si sono ritratti nelle pose di famosi modelli e testimonial di aziende di intimo, quelle che, al pari di ciò che accade per le rappresentazioni femminili, impongono un unico modello estetico dominante anche per gli uomini.
Muscoli scolpiti, sguardo fiero, airbrush quanto ne vuoi.
E come per i modelli femminili, quelli riservati agli uomini rispondo a un generale canone estetico considerato dalla nostra cultura come quello attraente, derivato dal corpo degli atleti, che viene però diffuso come unico modello di riferimento possibile.
Quello a cui tendere inesorabilmente. Tutto il resto è brutto.

Sulla costruzione del corpo maschile Enrica scriveva in “La costruzione del corpo gay tra stereotipi e normalizzazione”:

L’ideale di bellezza virile dell’uomo bianco eterosessuale che non deve chiedere mai si unisce all’oggettivizzazione del corpo femminile ipersessualizzato e strumentalizzato dal mercato dei consumi ed ecco venirne fuori la norma di rappresentazione del “corpo gay”.

Giovane, atletico e prestante, spesso impegnato in improbabili pose da calendario.

Un’estetica non fedele alla pluralità di corpi e modelli, una rappresentazione molto simile a quella destinata alle donne nei media, dove il corpo femminile, nella sua reiterazione frammentata di gambe, labbra, seni, diventa prodotto.

 

In effetti nei corpi pubblicitari maschili etero o gay che siano rimane quel “femminile” che è l’ipersessualizzazione a cui ormai siamo assuefatte, tanto da identificarla con una caratteristica non maschile.

Anche gli uomini vedono i loro corpi svenduti in modelli sempre uguali, formati con uno stampo artificiale e dunque lontano anni luce dalla realtà della pelle e dell’età dell’essere maschio.

Rimane comunque però una distanza abbastanza ampia tra le rappresentazioni maschili e quelle femminili, proprio a partire dal ruolo assunto nell’atto stesso della rappresentazione.

Certo è che rispondendo le donne e gli uomini a due ruoli contrapposti dell’atto del guardare, dove la donna è oggetto e l’uomo soggetto, gli stereotipi che colpiscono le donne sono avvertiti come più diffusi perchè unico tipo di rappresentazione del femminile, laddove invece l’uomo ( eterosessuale bianco ) ha molti e diversi modi di mostrarsi.

In un post di aprile, raccontavamo questa differenza tramite le foto di altri uomini, i Bondi Hipster, un duo di artisti australiani che si erano divertiti a swappare le foto di un servizio fotografico super sexy della modella Miranda Kerr.

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In merito dicevamo:

Le donne al pari degli uomini devono farsi sedurre da donne più belle, più di successo e più artificiali di loro.
Gli uomini invece tra loro si ignorano, tralasciando imbarazzati le rappresentazioni di genere non viriliste o convenzionali.
Insomma, entrambi i generi sono ovviamente fortemente condizionati dalle aspettative sociali che si riversano sugli individui.

Le donne sono oggetto passivo di uno sguardo maschile che le apprezza in base alla disponibilità sessuale che dimostrano. A loro volta però interiorizzano  i costrutti culturali maschili, facendoli propri e valutando le donne secondo gli stessi parametri, contemporaneamente imponendoli a se stessa.

Gli uomini sono soggetto attivo dell’osservazione dei corpi femminili, disponibili, disinibiti.
Quando guardano se stessi però, negano al corpo maschile la sensualità, la ricerca, il desiderio, relegando queste categorie all’omosessualità e all’antimaschio.

Ecco quindi solo alcune delle differenze principali tra gli stereotipi legati ai corpi delle donne e a quelli degli uomini.

Prima di tutto, i ruoli sociali diametralmente opposti che portano a rappresentazioni più varie per gli uomini, da distribuirsi tra oggetti sessuali o angeli del focolare per le donne.

Inoltre l’identità maschile non è per forza valutata in base all’aspetto fisico. Sono molto più frequenti rappresentazioni di uomini non conformi allo “standard”, ma considerati positivamente, come leader, nei luoghi di potere come in televisione, rispetto alle rappresentazioni femminili, sempre molto più legate ad una buona impressione anche estetica.

Ma anche una oggettificazione così massiccia da aver fatto introiettare alle donne il gusto per il corpo delle donne, quelle belle dunque quelle vincenti. E il gusto di mostrare questo apprezzamento per avere a loro volta l’approvazione del gruppo dominante, gli uomini.

Per gli uomini non è così. Perchè vittime del loro stesso sguardo attivo e del timore dello stigma dell’omosessualità latente, gli uomini eterosessuali non guardano le loro rappresentazioni, tantomeno le apprezzano, fanno finta che il loro corpo sia libero.
E questa è una delle loro gabbie più grandi.

 

 

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