Cooperativa Il Pungiglione. “Altre abilità” che educano alle differenze

L’edizione 2015 di Educare alle Differenze prevede un tavolo dedicato alle “altre abilità” per questo motivo, per il nostro ciclo di interviste dedicate alla conoscenza delle assoziazioni protagoniste delle giornate del 19 e 20 a Roma, abbiamo deciso di contattare la cooperativa sociale Il Pungiglione.

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Quando è nata la cooperativa il Pungiglione? Di cosa si occupa? Quali sono le aree principali di intervento?

La Coop. Sociale Il Pungiglione nasce nel 1991 a Monterotondo da un’esperienza di lavoro integrato e dall’ esigenza di creare nuova occupazione su stimolo delle realtà territoriali. Il Pungiglione, attraverso la realizzazione di “Servizi di Welfare” e di “produzione-lavoro”, riconosce la necessità di valorizzare l’uomo e la donna nella loro unicità, nel rispetto della propria volontà e degli interessi, aiutandoli/e a costruire un percorso che porti al benessere e alla crescita personale, sociale e professionale.
La Cooperativa concorre allo sviluppo della comunità locale attraverso una prassi di lavoro fondata sull’affermazione del diritto di cittadinanza per tutti e tutte.
Gestisce Centri Socio Educativi e servizi alla persona nelle Province di Roma, Rieti e Viterbo ed interventi sociali ed inserimenti lavorativi privilegiando cittadini/e in condizione di svantaggio.

 

Perché il Pungiglione partecipa a educare alle differenze? Qual è il contributo che vorreste dare alla rete?

La Cooperativa partecipa ad Educare alle Differenze, perché, prima di tutto, riconosce l’importanza di far parte di una rete che si confronta sul rispetto delle differenze e del riconoscimento dei diritti, a partire dalle Scuole, per un contributo alla trasformazione delle nostre comunità. In secondo luogo, perché pensa sia necessario iniziare a parlare con determinazione e metodo, di disabilità e affettività/sessualità.
Vorremmo che si partisse dalla volontà di direzionare gli interventi verso  il cambiamento del contesto culturale, ma attraverso azioni ed esperienze  pratiche. Per questo riteniamo fondamentale essere presenti nelle Scuole, lavorare con le famiglie e promuovere momenti di formazione/scambio, per facilitare processi di identificazione e riconoscimento tra i soggetti coinvolti. Il contributo che potremmo dare, è la condivisione di un punto di vista privilegiato, perché basato su esperienze quotidiane dirette con persone con disabilità, con i propri bisogni, interessi e desideri e sulla conoscenza dello stato attuale dei servizi  e delle opportunità a disposizione.
La cooperativa potrebbe fungere anche da collante tra tutte quelle realtà che abbiano l’interesse ad approfondire queste tematiche e a costruire momenti strutturati di crescita e confronto.

logo_il_pungiglioneChe tipo di interventi realizzate nelle scuole? Qual è a vostro parere il livello di integrazione dei bambini/ragazzi e delle bambine/ragazze all’interno degli istituti scolastici?Potrebbe essere migliorato? Se sì come?

La presenza attiva sul territorio è un assunto fondamentale della proposta di gestione dei Centri Socio Educativi; in particolare la collaborazione con le Scuole ha rappresentato per la Cooperativa, una concreta opportunità per sperimentare processi di coesione sociale, riconoscendo dignità di persona e di cittadinanza ai fruitori dello stesso e creando opportunità di scambio, di crescita, di apprendimento per gli alunni e le alunne tutti/e, con particolare riferimento agli alunni e le alunne con disabilità e a quelli/e che esprimono “bisogni educativi speciali”.
La progettualità che si è proposta ha rappresentato per la Cooperativa, la possibilità di portare all’esterno i propri saperi e i propri talenti, restituendo alla comunità una “differente” immagine sociale della persona con disabilità, costruita sulla competenza, sia nella dimensione del fare che della relazione.
Si sono proposti laboratori integrati, attraverso una metodologia partecipata ed inclusiva, su tre livelli fondamentali di lavoro:

– DIDATTICO, LEGATO AL PASSAGGIO DI COMPETENZE TECNICO-OPERATIVE (LABORATORIO MANUALE ED ESPRESSIVO)

– EDUCATIVO, MIRATO ALL’ACQUISIZIONE DI COMPORTAMENTI ED ATTEGGIAMENTI PERSONALI E DI GRUPPO (“LABORATORIO DELL’ALBERO DELLE CONOSCENZE”)

– ESPERIENZIALE, REALIZZATO ATTRAVERSO LA SPERIMENTAZIONE SUL CAMPO DELLE

CONOSCENZE, DELLE CAPACITÀ OPERATIVE, DELLE SENSIBILITÀ E DELLE ATTITUDINI PERSONALI

Senza dubbio, il processo d’integrazione degli alunni/e e studenti/tesse con disabilità negli Istituti Scolastici, deve essere consolidato ( purtroppo in alcuni casi avviato), ma si ritiene fondamentale progettarlo e realizzarlo in collaborazione con le Scuole stesse e con i partner sia Istituzionali che Associativi. Nessuno dei soggetti coinvolti è autosufficiente per garantire un percorso che miri ad essere efficace ed esaustivo.
Quello che la Cooperativa promuove nelle classi, è la contaminazione tra alcuni modelli educativi, frutto dell’esperienza e della professionalità delle educatrici/tori e quelli didattici, proposti dalle Insegnanti. Prima di tutto, l’Assistenza Specialista che opera nelle Scuole, ha come metodo, quello di lavorare all’interno del gruppo classe; modelli, come ad esempio quello del Cooperative Learning o quello dell’Albero delle Conoscenze, possono facilitare, oltre all’integrazione degli alunni e delle alunne con disabilità, anche processi di conoscenza, riconoscimento e nuove consapevolezze all’interno di tutto il gruppo classe. Sempre in un’ottica di contaminazione e scambio bidirezionale, si propongono progetti di alternanza scuola-lavoro all’interno dei Centri Socio Educativi, che mirano all’acquisizione di competenze socio relazionali, utili sia nei rapporti con i compagni e le compagne con disabilità, ma spendibili anche in altri contesti di vita.

Riscontrate differenze di genere nel processo di integrazione sociale delle persone con disabilità? Una donna/ragazza con disabilità è, a vostro parere, potenzialmente soggetta a una doppia discriminazione, in quanto donna e in quanto disabile?

L’esperienza ci conferma che esiste una differenza di genere nel processo di integrazione sia dal punto di vista socio sanitario che lavorativo. Un esempio tra tutti la possibilità e l’accessibilità delle donne con disabilità ad alcuni servizi come quello del Consultorio territoriale.
Ormai da qualche anno, le giovani e meno giovani donne che attraversano i servizi che gestisce la Cooperativa, sono affiancate dalle operatrici, nelle visite presso il Consultorio di Monterotondo che, se da una parte ha accolto con disponibilità, attenzione, e professionalità, le donne, dall’altra, presenta problemi di accessibilità, che ne limitano l’autonomia nell’accesso.
Contemporaneamente, stretto è il rapporto con le famiglie, per provare a scardinare i tabù presenti dietro a queste tematiche, senza mai perdere di vista  l’importanza di garantire la libertà di scelta alle donne che desiderano parlare di prevenzione o di dubbi ed incertezze circa la propria affettività e sessualità.
Il riconoscimento della sessualità femminile, associata ad una condizione di disabilità, è soggetta a maggiori discriminazioni perché si fatica a approvarne la voglia di scoprire e sperimentare piccole e grandi piaceri legati ai propri desideri; cosa che, invece, più facilmente viene riconosciuta alle persone con disabilità di sesso maschile, a partire dalla pratica dell’autoerotismo.

A Educare alle Differenze presenterete un laboratorio su amore e disabilità. Solitamente le persone con disabilità vengono infantilizzate, considerate come oggetti di cura piuttosto che come soggetti di desideri.
Come si può abbattere questo pregiudizio?Voi come lavorate per farlo? Quali sono le resistenze che incontrate?

Come abbiamo affermato rispetto al lavoro nelle Scuole, quello che la Cooperativa ritiene fondamentale, è la sinergia e la contaminazione con la rete territoriale o, perché no, nazionale.
Il Laboratorio Parlami d’Amore, i gruppi tematici con le famiglie e il percorso formativo per le operatrici e gli operatori, fanno parte di un modello con quale la Cooperativa intende dare centralità al lavoro svolto in un Servizio Pubblico e all’importanza che risiede dietro alla promozione di queste tematiche proprio all’interno di un Servizio Pubblico.
Quest’anno la Cooperativa ha partecipato ad un tavolo in cui erano presenti, tra gli altri, Servizi di Salute Mentale, di tutela dei Minori,  Associazioni e Centri di Aggregazione e uno Sportello Anti Violenza. Questo è quello che Il Pungiglione pensa si possa e debba fare per combattere i pregiudizi e soprattutto le resistenze di alcune Istituzioni e della Comunità tutta: promuovere o partecipare a momenti di allargamento, dibattito e messa in discussione, per rinforzare messaggi come quelli associati al diritto di sperimentare la propria affettività/sessualità per ogni donna e uomo che lo desideri ed eventualmente creare strumenti e strategie funzionali al contesto, per sostenere chi ha difficoltà dovute alla disabilità, o al disagio.
Purtroppo, accade di frequente, che nelle persone con disabilità, la dimensione della sessualità non sia legittimata, se non completamente negata, a partire dalla mancanza di informazione.
Spesso vengono considerati/e eterni bambini/e, in qualche modo asessuati/e. Quello che si vuole diffondere all’interno dei Laboratori, è il riconoscimento dell’individualità, dell’autonomia di ciascuno/a, attraverso modalità differenti a seconda dei soggetti coinvolti.

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