Contro la riforma della scuola. Ci riguarda tutt*

In questi giorni il mondo della scuola è in lotta. Il disegno di legge, chiamato LaBuonaScuola, dopo l’approvazione alla Camera è adesso in discussione al Senato.

Per lo più ignorata dai media e deprecata dall’opinione pubblica, la classe docente sembra rappresentare oggi la sola forma di opposizione a questo governo. Personalmente non me lo sarei mai aspettata.

Manifestazione del 5Maggio,Bologna
Manifestazione del 5Maggio,Bologna

Sono contro LaBuonaScuola di Renzi, perchè non la ritengo buona affatto. Non voglio qualche aggiustamento e qualche modifica al disegno di legge, come chiedono i sindacati confederali, voglio il suo ritiro. E come me lo vogliono tantissim* lavoratori/trici della scuola.

Sono contro LaBuonaScuola di Renzi come precaria e come femminista.

Come precaria pechè la riforma della scuola mi strumentalizza promettendo di assumere me e altr* 100mila precar*.
Io sono la carta che Renzi e co. si giocano quando arrivano critiche alla riforma, sono lo specchietto per le alloddole, sono la carta vincente presso l’opinione pubblica.
Questa riforma assumerà 100mila precari, come si fa a criticarla?

Se critico la riforma della scuola è perchè non l’ho capita, Renzi si è messo a spiegarmela passo passo con gessetti e lavagna, ma io son di coccio, continuo a non volerla. E come me non hanno capito niente tutt* gli/le insegnanti che il 5 maggio hanno scioperato, quell* che in questi giorni stanno bloccando gli scrutini, quell* che in queste ore a Bologna stanno facendo lo sciopero della fame, è colpa nostra che non capiamo le buone intenzioni del legislatore, del patriarca che conosce ciò che è bene per noi, noi che siamo un po’ vecchi e non conosciamo il nuovo linguaggio della scuola.

“il preside è diventato dirigente, lo studente utente, gli obiettivi educativi offerta formativa” (da qui)

E così scopri che il ruolo non esiste più, che i 100mila precari/e non saranno proprio assunti/e, ma riceveranno incarichi triennali, dopo essere stati scelti dal Dirigente scolastico in un albo che li contiene tutti con i loro curriculum pieni di anni di insegnamento, abilitazioni pagate oro, master e dottorati.
Alcun* di questi docenti neoassunti non avranno la classica “cattedra” ma verranno usati per attività di potenziamento.
Io, insegnante di storia e filosofia, specializzata nel sostegno, l’anno prossimo potrei essere chiamata per un progetto sulle Competenze di educazione all’autoimprenditorialità.
Se qualcun* se lo stesse chiedendo a Confindustria e John Elkann la riforma della scuola piace.

Di Mauro Biani
Di Mauro Biani

Performace, efficienza, flessibilità, valutazione, merito, tanto merito. Questa è la neolingua della BuonaScuolaAzienda, dove tutto viene messo a profitto, dove tutto viene sottoposto a valutazione e c’è da scommetterci che la votazione più alta la otterranno docenti, scuole, studenti più performanti, quelli e quelle che sapranno adeguarsi alle direttive.

Meritocrazia è l’altra parolina magica. Come si può essere contrari alla meritocrazia?

Michael Young fu il primo ad utilizzare il termine meritocrazia, in un romanzo distopico, L’Avvento della Meritocrazia, pubblicato nel ’58.
Nel libro di Young l’applicazione del sistema meritocratico produceva scenari catastrofici, curioso che questo termine oggi abbia assunto un significato positivo.
Nell’utopia negativa di Young è proprio dalla scuola che parte l’applicazione del metodo meritocratico, dai gradi inferiori, dai bambini e dalle bambine, le cui intelligenze verranno catalogate e classificate sulla base di test standardizzati. Le scuole saranno differenziate, organizzate secondo le capacità di ciascuno.

“La società meritocratica è profondamente basata sugli incentivi per gli individui a competere, che sono l’essenza del libero mercato”

La meritocrazia mette tutto a profitto. Si basa sulla concorrenza. La meritocrazia disincentiva la collaborazione, spinge insegnanti e studenti alla competizione. La mertocrazia è retta da un sistema piramidale dove il preside-manager distrubuisce premi e incentivi ai meritevoli, individuati con rigidi criteri superoggettivi, ma sconosciuti.

Dobbiamo rifiutare la meritocrazia. Opporre al sistema di gestione manageriale una costruzione dal basso di buone pratiche condivise tra gli e le insegnanti.

Sono contraria alla BuonaScuolaAzienda non solo da precaria, ma anche da femminista.
Credo che tutt* coloro che si definiscono femminist* dovrebbero essere contrari alla riforma della scuola di Renzi, non perchè voglio dire agli e alle altr* come essere femminist*, ma perchè si tratta di una questione di libertà, e il femminismo è pratica di libertà.
Se il femminismo è intersezionale, allora non possiamo non sostenere la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola, di studenti e studentesse.

#CattiveMaestre Guarda il video: https://www.youtube.com/watch?v=bqmRAGkF3dU
#CattiveMaestre Guarda il video: https://www.youtube.com/watch?v=bqmRAGkF3dU

Sono soprattutto donne a lavorare nella scuola. Infanzia e primaria hanno una percentuale del 99% di donne.
La riforma della scuola del governo Renzi precarizzerà la vita lavorativa e non di queste maestre. Le neoassunte saranno costrette alla mobilità forzata su tutto il territorio nazionale.
Se non c’è posto nella tua provincia sarai costretta a spostarti, ovunque. Se non accetti sarai fuori dallo straordinario piano assunzioni. Molte donne, soprattutto del Sud, dove i posti sono inferiori, saranno costrette a rinunciare all’assunzione, perchè hanno figli, perchè hanno genitori anziani da accudire, e sappiamo come questi compiti gravino quasi in esclusiva sulle donne, o semplicemente perchè non possono o non vogliono stravolgere le loro vite.

Dove sono le donne del PD? Vi chiamo per nome. Dove siete Valeria Fedeli, Josefa Idem, Laura Puppato? Ho citato voi perchè siete interlocutrici per molte femministe, perchè avete fondato SeNonOraQuando, ricoperto la carica di Ministra delle PariOpportunità, parlato a difesa dei diritti delle donne. Perchè non siete dalla parte delle precarie? LaBuonaScuola le danneggia, le rende ancora più precarie, più vulnerabili, peggiora le loro condizioni materiali, le espone alla dipendenza economica, la riforma della scuola è una forma di violenza istituzionale. Perchè la sostenete?

Alcuni/e docenti hanno fatto questa mia stessa domanda alla Senatrice Laura Puppato, lei ha risposto secondo le linee guida di partito: siamo noi docenti e studenti che non abbiamo capito niente. La riforma è bella, anzi dopo il restyling alla Camera è ancora più bella. (Nella risposta di Puppato ci sono inesattezze, la figura del preside “sceriffo” non è stata tolta affatto, anzi su quella si regge tutta la baracca).

La precarizzazione del lavoro nella scuola procede di pari passo con la sua femminilizzaizone. Come scrivevo qui:

l lavoro dell’insegnante è quello che più di altri permette la conciliazione con il lavoro domestico e di cura, e la sua progressiva femminilizzazione ha trasformato lo stesso lavoro a scuola in un lavoro di cura, quindi soggetto a tutta una serie di conseguenze: svalutazione sociale ed economica, mole di lavoro gratuito, spirito di sacrificio, eliminazione del confine tra vita privata e vita lavorativa.

Famiglia e Azienda. Padre e Manager. Questo il lessico della riforma della scuola. Un lessico patriarcale e capitalista.sally

In questi giorni il mondo della scuola è in lotta e ci riguarda tutti e tutte.

Per approfondire:

La favola della scuola Resoconto completo delle critiche alla riforma della scuola. Di Carmelo Palladino e Girolamo De Michele, feat. Mauro Presini e molti insegnanti e studenti e bidelli;

Cos’è che proprio non va nella Buona Scuola Altro resoconto molto dettagliato dei punti (molto) deboli della riforma. Di Christian Raimo;

LIP Scuola Legge di iniziativa popolare. Perchè non si dica che gli/le insegnanti si lamentano solo e non producono alternative;

Cronache dell’Istruzione ai tempi della BuonaScuola ebook scaricabile gratuitamente su Il lavoro Culturale