“Big hero 6”: una carrellata di personaggi insoliti.

Ieri pomeriggio sono andata al cinema a vedere “Big hero 6”, l’ultimo film Disney e ho deciso di raccontare le mie impressioni perché l’ho trovato un film meraviglioso, sotto tantissimi punti di vista, specialmente per la carica innovativa dei personaggi.

Non racconto la trama, né scrivo nulla riguardo alle influenze, all’ambientazione e alle commistioni di questo lungometraggio di animazione molto ben fatto, perché non è questo il punto di vista dal quale voglio partire per quanto voglio scrivere.

Per chi non avesse letto nulla circa il film (che fa ridere e commuovere), qui si trova una buona analisi e anche la trama.

E qui uno dei trailer in italiano

I protagonisti sono Hiro Hamada e Baymax, rispettivamente un geniale ragazzino di 13 anni e un robot inventato dal fratello di Hiro (Tadashi), anche lui un ragazzo intellettualmente molto dotato.

Il rapporto tra i due fratelli è descritto delicatamente, e nel film Hiro compie una crescita personale evidente, grazie anche alla guida e al ricordo di Tadashi. La famiglia dei due è inedita. Sono orfani e vivono con la zia Cass proprietaria di una caffetteria. Una sorta di “mamma adottiva” o tutrice dei due ragazzi, single e lavoratrice autonoma.

Hiro Hamada
Hiro Hamada

Hiro entra a far parte di un gruppo di giovani brillanti e definiti “nerd” nel momento in cui, grazie ad una sua straordinaria invenzione, riesce ad accedere all’università dove studia Tadashi, alla quale è interessato soprattutto per il laboratorio scientifico e per la possibilità di sviluppare le sue attitudini fuori dal comune.

Ed ecco, quindi, i personaggi che animano il film, insieme a Hiro e Baymax e che fanno di “Big Hero 6” un bellissimo esempio di “narrazione differente”, pur senza che lo stesso divenga mai pesante e didascalico.

GoGo Tomago, una ragazza che ha la passione per la velocità, risoluta e con le attitudini della leader. Potente una frase che ripete un paio di volte: “Fai la donna!” (“Woman up”, in lingua originale), la prima volta ad un compagno che piagnucola e la seconda a se stessa, per ricordarsi di non avere paura, ma di mantenere la calma e di agire con coraggio.

Wasabi, invece, ha la passione per i laser, con i quali sviluppa tecnologie per ottenere strumenti che possano tagliare qualunque cosa con precisione impressionante. E’ un ragazzone atletico, ma, tra tutti, è forse uno di quelli che maggiormente si lascia andare a piccole crisi di panico.

Honey Lemon, magrissima occhialuta con la passione per la chimica, appare anche la più dolce tra i personaggi femminili.

Fred, uno dei personaggi più sorprendenti e interessanti. Ama i mostri, non si occupa di esperimenti, ma farà parte del gruppo di “Eroi” grazie ad alcune sue attitudini e abilità. Fred appare sciatto e poco raffinato, ma riserva inaspettate sorprese. Al di là della sua apparenza e del suo aspetto, Fred si rivela essere un ragazzo ricchissimo che vive nel lusso.

I protagonisti
I protagonisti

Se già non bastasse la breve descrizione che ho fatto, per rivelare quanto siano speciali i personaggi di questo film, ognuno di loro si rivelerà essere molto, molto di più di quello che appare.

Come dice Tadashi a Hiro e come ripete lui ai suoi nuovi compagni di avventura: “Bisogna guardare le cose da un’altra prospettiva” e così i protagonisti non sono solo dei nerd, socialmente un po’ imbranati, rinchiusi in un laboratorio, come dei “secchioni”. Anche un nerd può essere un supereroe e una supereroina! E tutto questo senza forzature, senza “snaturarsi”, senza essere forzati ad essere quello che non si è. Infatti, ognuno di loro, nella sua versione “super” potenzia semplicemente a livelli altissimi, le proprie capacità.

E così Gogo ha due ruote per pattinare velocissima e altre due da lanciare come frisbee tagliente agli avversari, Wasabi due lame di plasma che gli usciranno da sopra i polsi, Honey Lemon ha un’elegante borsetta rosa (un’eroina nerd, esperta di chimica e anche “rosa”, meravigliosa!) in cui porta numerose “palline” in grado, una volta lanciate, di sprigionare una reazione chimica diversa e Fred indossa un costume da mostro potenziato per poter compiere azioni di attacco, come sputare fuoco, ad esempio.

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I sei protagonisti in versione “super”

Hiro realizza per sé una tuta speciale che gli permetta di volare senza problemi attaccato al superpotenziato Baymax ed è colui che sprona, inventa e incoraggia tutti gli altri. Un orfano tredicenne, addolorato per la morte del suo amatissimo fratello. Un ragazzino che all’inizio della storia ci viene presentato come potenzialmente su una brutta strada, fatta di combattimenti di robot clandestini e di nessuna voglia di studiare.

E se anche tutto questo non vi apparisse rivoluzionario, rispetto al classico immaginario narrato nei film di animazione, non è niente paragonato al favoloso Baymax.

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Baymax

Baymax è un robot inventato da Tadashi per aiutare le persone in tutto il mondo.

Ma non è un robot combattente, non è un robot superveloce, invisibile, dalla forza sovrumana o avente armi pericolosissime che usa per salvare le persone da gravi pericoli.

Baymax è un robot che cura i malati. Un robot-medico o meglio, un robot-infermiere, perché non si limita a difficili diagnosi da luminare, lui si prende cura anche di piccoli graffi e di stati emotivi alterati. E il suo aspetto è fatto apposta per apparire tranquillizzante e “coccoloso”. La professione di cura della persona, con notevole amorevolezza ed empatia tra l’altro, è descritta come il più grande aiuto all’umanità. Io lo trovo tanto poetico e innovativo da restare a bocca aperta. Quello che sembra l’anti-eroe per eccellenza, goffo, lento, enorme, tondo viene, invece, concepito dal suo inventore come “l’invenzione che salverà il mondo”.

Anche Baymax viene potenziato dal geniale Hiro per poter combattere il cattivo della storia, per essere attrezzato a volare e a sferrare pugni micidiali, per esempio. Anche lui, un tondo robot infermiere si rivela capace di combattere. Ma, come gli altri, senza snaturarsi, far violenza a quello che è nelle intenzioni del suo inventore (non posso dire di più, per non svelare troppo del finale del film).

Anche il cattivo è una vera sorpresa. Un cattivo inedito. Il suo movente, infatti, è una novità assoluta (ma anche qui, per non rovinare la visione del film a chi non l’ha visto, non voglio aggiungere altro).

Una trama avvincente, commuove, diverte, tiene con il fiato sospeso, appassiona e stupisce. E ci presenta una serie di personaggi “differenti” che portano in scena modelli di ragazze e ragazzi decisamente più variegati e meno stereotipati del solito.