Laura e le altre #5. Maria Assunta, il sequestro e le grida di suo figlio. Una storia agghiacciante che DEVE smuovere l’opinione pubblica

Prima di procedere con il nuovo post per #giustiziaingiusta, vogliamo aggiornarvi brevemente con la bella notizia che anche il terzo dei fratelli di Cuneo di cui abbiamo parlato QUI, è tornato a casa.

L’avvocata Manente di Differenza Donna, nella conferenza stampa di cui trattiamo ormai da settimane, introduce brevemente anche la storia di Cristina:

Cristina denuncia il compagno per maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale, sequestro di persona. Dopo la denuncia, i suoi due figli più grandi sono prelevati e collocati in casa famiglia, perché la madre è stata ritenuta “immatura e fragile”. Molto spesso le donne che denunciano violenza da parte del partner vengono ritenute loro la causa di questa violenza perché non hanno saputo destreggiarsi o rifiutare la violenza maschile. Si nega che esista la violenza maschile nelle relazioni di intimità. E’ come se un fenomeno non esistesse. Gli ultimi dati della Commissione di Inchiesta parlamentare sul femminicidio dicono che nel 95% dei casi, nei tribunali civili e minorili la violenza domestica resta invisibile. Ma (…) la cosa più grave (nel caso di Cristina nda) è che la bambina (Cristina è incinta) viene allontanata (dopo appena 6 mesi dalla nascita) e collocata presso il padre nei confronti del quale pende un procedimento per maltrattamenti, violenza sessuale e sequestro di persona dal 2014.

E’ peggio una madre immatura e fragile o un padre imputato per maltrattamenti, violenza sessuale e sequestro di persona per una bambina di 6 mesi?

E’ meglio fornire un sostegno ad una madre in difficoltà, garantendo le cure materne ad una neonata o dare fiducia ad un uomo sotto processo e lasciare che cresca senza nessun sostegno e controllo una bambina piccina che, per natura, ha ancora bisogno di accudimento materno?

Sono domande retoriche, pare evidente a tutte e tutti che ci troviamo di fronte ad un sopruso terribile nei confronti di una bambina, di altri due minori e di una madre.

La storia successiva la raccontiamo con qualche parola in più, di quelle dell’avvocata Manente.

Maria Assunta, suo figlio e gli incaricati di prelevarlo e portarlo in Casa Famiglia

Qui la storia, raccontata in breve da Maria Assunta, la madre danneggiata dai Tribunali:

Maria Assunta Pasca, mamma a cui hanno allontanato in maniera coatta il figlio. – YouTube

A questa mamma, resa invalida, come potete vedere nel video linkato, dalle percosse del marito, è stato portato via il bambino. Il piccolo è stato inserito, unico caso in Italia, in una Comunità insieme al padre (denunciato per maltrattamenti e altri reati), affinché tra lui e il genitore potesse avvenire, evidentemente in maniera forzata una “riconnessione”. Fallito questo assurdo, quanto inutile tentativo (non si costruiscono i rapporti affettivi con la coercizione!), il bambino, uscito dalla struttura, è stato collocato dal padre e la mamma ha visto la sua responsabilità genitoriale sospesa fino a che il bambino non tornerà ad amare e ad avere un rapporto affettivo con il padre. La donna vede il figlio una sola volta alla settimana, con estrema sofferenza di entrambi e sembra anche che il bambino abbia riportato danni psicologici talmente importanti da aver sofferto di anoressia in comunità e attualmente di obesità, dovuta anche, ipotizza Maria Assunta, agli psicofarmaci che verrebbero somministrati al bambino, come leggiamo in questo articolo:

Vederla così, appoggiata alle stampelle, ed ascoltare parole come “ mio figlio ha assistito alla violenza sia nei miei confronti e sia a suo danno “, “ a lui ha fatto male al naso”, “ i suoi maltrattamenti si sono riversati anche sul mio ginocchio”, “ per maltrattamenti in famiglia è stato assolto nel 2019 grazie a di un giudice poi destituito”, “ fino all’epilogo del 6 giugno quando la polizia dell’anticrimine, carabinieri hanno prelavato mio figlio dall’ospedale mentre mio figlio era ricoverato mentre non ce la faceva più”, “lui sapeva che da un momento all’altro sarebbe stato portato in struttura affinché avvenisse una riconnessione emotiva con il padre” e sapere che anche in questa storia madre e figlio non sono stati protetti, ma torturati, è veramente qualcosa di inaccettabile.

Con delle pause che toccano i sentimenti di chiunque, Maria Assunta continua il racconto di questa ulteriore storia che l’accomuna tutte le altre, stesse accuse, stesso modus operandistesso dolore per il piccolo innocente figlio “ Io sono stata dichiarata mamma alienante, mamma troppo innamorata di mio figlio” e si domanda legittimamente se questo può essere un crimine atroce. “Polizia anticrimine per prelevare mio figlio dall’ospedale per collocare mio figlio in casa famiglia con il padre, unico caso in Italia, per riconnessione emotiva”.

Basta questa ultima frase per far esplodere la ragione.

Il figlio è stato poi affidato al padre, come ci racconta Maria Assunta “nonostante non avessero ancora raggiunto un rapporto” e lei incontra suo figlio “una volta settimana in spazio neutro”.

Conclude Maria Assunta “ io sono decaduta dalla responsabilità genitoriale fino a che mio figlio non avrà un rapporto con il padre, queste sono cose da nazismo, mio figlio vive in assenza di diritti, mio figlio non ha più una madre, mio figlio non ce la fa più, lo hanno distrutto”. E passato dalla anoressia all’obesità, continua Maria Assunta.

Pensate di avere letto qualcosa di doloroso e di folle? Che difficilmente qualcosa possa turbarvi di più?

Maria Assunta trattenuta da un poliziotto (?) mentre le strappano il figlio

Maria Assunta ci ha dato il permesso di condividere il video da lei stessa pubblicato sulla sua pagina FB che documenta come da parte dei Servizi e delle Forze dell’Ordine si agisca per – dicono loro e stabilisce il Tribunale di Lecce – il maggior interesse del bambino. 

Preparatevi, perché è un video che lascerà un segno, vi tormenterà e vi farà domandare se per caso non si stia vivendo in una terribile, atroce, distopia.

VIDEO

Il nonno, disperato, trattenuto, assiste al prelevamento del nipotino di 7 anni
Il bambino portato via di peso
La mamma, finita a terra

Armatevi di coraggio e guardate il video. Le urla del bambino sono strazianti.

Maria Assunta e il suo bambino hanno vissuto e continuano a vivere la violenza peggiore di tutte: quella delle Istituzioni che avrebbero avuto il dovere di tutelarli. La violenza di uno Stato che non protegge le donne, stritola i bambini rendendoli oggetti usati da uomini maltrattanti come trofei o come strumenti per continuare a far del male alle loro (ex) partner.

Per Laura, Cristina, Alma, Maria Assunta, Chiara e tutte le altre, troppe mamme vittime di violenza patriarcale non solo di uomini incapaci di amarle, ma anche di uno Stato le cui Istituzioni, intrise di pregiudizio misogino si fanno braccio armato della violenza maschile, “MaternaMente”, “Maison Antigone” e “MovimentiAMOci Vicenza” continuano i presidi di protesta.

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